venerdì 16 settembre 2011

Recensione Wicked Lovely. Incantevole e Pericoloso

Autore: Melissa Marr
Prezzo: 12
Editore: Fazi
Pagine: 336
Il mio voto: 3 segnalibri

Trama 

Aislinn vive in una cittadina della provincia americana con la nonna. La sua vita assomiglia a quella di milioni di ragazze, se non fosse che ha un potere: può vedere il popolo fatato. Ha imparato a proteggersene facendo finta di non accorgersi della loro presenza, seguendo le regole della nonna: non guardare le fate, non rivolgere loro la parola e, soprattutto, non attirare mai la loro attenzione. Ma quando alcuni esseri fatati cominciano a seguirla da vicino, le regole diventano impossibili da rispettare e lei confessa il suo segreto alla persona più cara che ha: Seth, diciotto anni, capelli blu, piercing e un vecchio vagone di treno abbandonato come casa, prima un amico, poi confidente e amante. Il loro legame sarà messo a dura prova da Keenan, Re dell'Estate e guida del regno fatato, che vede in Aislinn la prescelta, destinata a diventare la compagna della sua vita. Per lei diventa sempre più difficile allontanarlo, ignorare quella strana e calda alchimia che la scuote. Il cuore di Aislinn è diviso, dovrà fare la sua scelta, in un emozionante conflitto tra amore eterno e amore terreno.  

La mia recensione

Incantevole e... disarticolato.

Una storia che ha un potenziale incredibile e che, se narrata con più attenzione al dettaglio e all'approfondimento dei personaggi, avrebbe meritato certamente 5 segnalibri pieni. Melissa Marr ha senz'altro avuto un colpo di genio che, però, non ha saputo, purtroppo, sfruttare appieno. 
L'autrice possiede, infatti, una fantasia fuori dal comune e riesce a narrare, senza alcuna difficoltà, una bella storia senza sfociare nel banale o nel già visto e sentito. L'elemento davvero incantevole e pericoloso di tutto il romanzo, le creature del mondo fatato, non vengono descritte nel modo giusto così che la narrazione finisce per essere quasi completamente priva di dettagli, lasciando il compito all'immaginazione del lettore. Questa potrebbe essere anche una strategia della scrittrice, che decide di non rovinare la fantasia del lettore caricandolo di noiosi dettagli, ma potrebbe esserlo qualora non mancassero anche le spiegazioni, necessarie a mio avviso, di cosa siano e che ruolo abbiano effettivamente le creature che incontriamo per tutto il libro. Vengono anche fatti dei nomi (i Bruntetti, le Donne Foca, le Succubi), quasi a voler indicare che l'autrice conosca davvero il popolo fatato e abbia in merito una discreta preparazione ma, a parte in una striminzita paginetta alla fine del volume, non si trovano da nessun'altra parte nella storia dettagli sulle creature nominate, sulle loro caratteristiche fisiche, sui loro poteri... Nulla. Godono dell'anonimato più assoluto e spesso rischiano di risultare superflue comparse.
Nel libro si fa riferimento, tra le altre cose, ad una "guerra", se così vogliamo chiamarla, tra la Regina d'Inverno e il Re dell'Estate. Questa ipotetica "lotta" quando sarebbe iniziata ma, soprattutto, perché? La Terra, secondo quanto affermato dalla Marr, sarebbe avvolta dal gelo poiché è la Regina dell'Inverno ad aver preso il trono. Gelo? Quale gelo? Perché nessuno nel libro, ad esclusione dei due sovrani, sembra essersene accorto. Anzi, gli eventi si svolgono normalmente e l'unica cosa che si può definire"strana" è la massiccia presenza delle creature fatate che, abilmente, si nascondono tra gli esseri umani, prendendone le sembianze. Ma anche di questo gli umani, a parte Aislinn, sembrano ignari.
Un inizio zoppicante e confuso, che solo agli amanti del genere non fa abbandonare la lettura, penalizza ancora di più la storia, che fino a più di metà del libro vacilla un po', senza concentrarsi su delle vicende che seguano un senso logico. Sembra, infatti, che Melissa Marr abbia scritto il libro senza avere la più pallida idea di quale andazzo gli eventi dovessero prendere e che le idee le siano venute scrivendo. Così, se un attimo prima le azioni di un personaggio sono in linea con il suo stato d'animo, qualche riga dopo assistiamo a repentini sbalzi d'umore, degni dell'attenzione dei più bravi psichiatri sulla piazza. Per lo stesso motivo, immagino, alcune reazioni sembrano esagerate e fuori luogo, qualche volta addirittura stupide (soprattutto per quanto riguarda quelle di Aislinn). 
Il finale lascia un po' perplessi perché viene gestito male, caratterizzato dallo stile un po' confusionario e sommario, senza dare il giusto spazio all'unico personaggio che, secondo me, l'autrice è stata in grado di approfondire meglio degli altri: Donia. 
Peccato, avrebbe potuto essere uno YA  riuscito davvero bene. Chissà che con gli altri della stessa saga la Marr non abbia aggiustato il tiro.
  

2 commenti:

  1. A me questo libro è piaciuto molto, anche se per problemi tecnico-logistici, l'ho scoperto solo dopo aver letto in secondo. I libri della Marr sono stupendi ed assolutamente imprevedibili, ma devi averli letti tutti e 4 fino alla fine per avere il giusto quadro d'insieme.

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    1. Sicuro è che hanno delle copertine meravigliose. Ma forse io ormai sono "vecchietta" per apprezzare questo genere di libri xD

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