mercoledì 11 aprile 2012

Recensione: Turista per caso

Autore: Anne Tyler
Titolo: Turista per caso
Prezzo: 9 €
Editore: Tea
Pagine: 320
Il mio voto: 3 segnalibri e 45, facciamo quasi 4

Trama

Macon Leary è un uomo pedante e meticoloso, dominato dalla diffidenza per tutto ciò che non è americano. Il suo lavoro è quello di scrivere guide per "turisti involontari", connazionali che come lui detestano spostarsi e che cercano nelle sue guide tracce di sicurezze familiari in alberghi, ristoranti, fast food americani. Neanche il fatto che sua moglie, dopo la morte di Ethan, il loro unico figlio ucciso da un rapinatore, gli annunci che lo lascia, riesce a scuotere la sua routine. La sua abitudine di credere che tutto si possa programmare lo porta a elaborare una serie di sistemi di ordine e di risparmio da applicare alla nuova vita di single. Ma un evento imprevisto scombussola la sua routine e spezza il suo equilibrio... 


 La mia recensione

Una boccata d'aria fresca

Mi piace leggere Anne Tyler, perché mi rilassa, mi diverte, mi rende serena. Ogniqualvolta mi sento con l'acqua alla gola, ogniqualvolta vivo un periodo cupo e contrassegnato dal più tremendo dei malumori prendo in mano un libro scritto da Anne Tyler. Le sue storie, seppur mai troppo originali o sorprendenti, riescono a trasportami in un mondo parallelo, dove la vita viene vissuta con più leggerezza. 
Le parole di Turista per caso scorrono velocemente e ogni capoverso costituisce un passo verso una finestra aperta. Perché, se prima di iniziarne la lettura mi trovavo costretta in una piccola stanza buia e afosa, ogni capitolo mi permetteva di avvicinarmi sempre di più ad un'agognata boccata d'aria fresca. Questo libro è proprio da leggere così, "a pieni polmoni".
La storia narrata, in verità, non può essere definita il punto forte del romanzo. Macon, come tutti i componenti della famiglia Leary, è ad un passo dall'essere affetto dal disturbo ossessivo compulsivo.
Possiede un sistema, un metodo, per qualunque cosa, anche per ciò che apparentemente può sembrare insignificante. I sistemi lo rendono tranquillo, costituiscono le basi della sua quotidianità.
Una tragedia, rappresentata dalla brutale morte del suo unico figlio, minaccia di rovinare il suo equilibrio messo in pericolo, tra le altre cose, dalla decisione di sua moglie Sarah di troncare il loro matrimonio.
Inizia proprio così il libro della Tyler, a tragedia già avvenuta, mostrandoci Macon e Sarah come due persone stanche della loro situazione coniuguale. Ma è Sarah e non Macon, tra i due, ad aver perso la voglia di lottare per un matrimonio nel quale ormai non ha più la forza di credere.
Macon, inizialmente, non la prende bene e cerca di reagire al dolore come solo un componente della famiglia Leary sa fare: creando inutili e assurdi sistemi. Un sistema per evitare di fare le scale, un sistema per sistemare la spesa nella dispensa, un sistema per lavare il bucato.
Tra le cose che più ho apprezzato in questo romanzo vi sono, appunto, le particolareggiate descrizioni di tutti i sistemi che Macon crea, credendo fermamente che gli facilitino la vita e la rendano più confortevole, meno esrtanea ed estraniante. L'autrice li descrive così dettagliatamente quasi a voler convincere il lettore che, tutto sommato, una loro logica la possiedano pure.
Interessanti e perché no, a loro modo anche divertenti, i discutibili metodi escogitati da Rose, la sorella di Macon, per portare avanti la casa e prendersi cura di tutti coloro che la circondano, come solo una vera chioccia sa fare.
Anne Tyler, attraverso una scrittura fluida e leggera, e tramite qualche flashback sapientemente posizionato qua e là, riesce a fornire un profilo psicologico molto dettagliato di ogni personaggio, senza tralasciare i personaggi secondari.
Che si trattasse di un'autrice brava e dannatamente competente, d'altronde, me ne ero già accorta leggendo Una donna diversa (il cui titolo italiano non assomiglia nemmeno vagamente a quello originale, senza dubbio più azzeccato: Looking for Jacob), libro letto diverso tempo fa ma del quale conservo un grazioso ricordo.
L'unica pecca di questo romanzo, altrimenti davvero molto bello, è la traduzione che ne è stata fatta dall'inglese all'italiano. Tantissimi, troppi ed eclatanti errori, uniti alle parecchie imprecisioni e ai termini in disuso ne rendono fastidiosa la lettura. Si tratta di un'opera del 1985, tradotta solamente un anno dopo dalla sua pubblicazione negli Stati Uniti d'America e quindi è forse imputabile a questo l'utilizzo di termini arcaici, vintage, demodè. Probabilmente, però, nemmeno nel 1985 si usava più la parola italiana "paltò" come traduzione di un semplicissimo "coat" (cappotto).

5 commenti:

  1. Ciao! Sono approdata qui tramite la lettrice irriverente! Mi piace il tuo blog, complimenti!

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    1. Che scostumata, mi sono accorta adesso di questo commento! Un po' in ritardo... Grazie per i complimenti ;)

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  2. salve, mi piacerebbe se poteste aiutarmi a ricordare una delle tante bellissime frasi che Macon cita durante il film.Lui consiglia al viaggiatore fosse desideroso di portarsi dietro un qualsiasi oggetto di tener conto del fatto che questo aumentera il peso del suo bagaglio.Mi aiutate a ricostruirla per bene? La trovo molto bella e ricca di significato.grazie

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    1. Ciao!
      Mi piacerebbe aiutarti ma non ho mai visto il film tratto da questo libro e, tra le altre cose, ho preso il libro in prestito in biblioteca. Ormai sono passati due anni (è una recensione del 2012), ricordo con piacere il romanzo ma certamente non le frasi. Forse ti conviene rivedere il film, procurandotelo tramite una videoteca :)

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    2. grazie comunque lo farò.

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