giovedì 5 luglio 2012

In libreria

Tutti i giorni, per avviarmi alla metro e recarmi allo stage, passo davanti la vetrina (e l'aria condizionata artica) de La Feltrinelli che sta su Viale Libia. Quello è l'unico momento bello del mio viaggio. Poi, se sono fortunata, il secondo momento bello è prendere la metro con l'aria condizionata e semi vuota. Invece, solitamente, passa il treno appena uscito fuori dal 1970 senza aria condizionata e pieno. Torniamo a noi. Ieri, camminando gaudiosamente, ho visto questo in vetrina. 


Titolo: Moshi moshi
Autore: Banana Yoshimoto
Editore: Feltrinelli
Pagine: 208
Prezzo: 13 €
Data di pubblicazione: 27 Giugno 2012

Trama

Dopo aver perso il padre in quello che ha tutta l’aria di essere stato un doppio suicidio d’amore, Yoshie si trasferisce dalla sua casa di Meguro a un minuscolo e vecchio appartamento a Shimokitazawa, un quartiere di Tokyo famoso per le sue stradine chiuse al traffico, i ristoranti, i negozietti, nonché meta degli alternativi della capitale. Qui Yoshie spera, aiutata dall’atmosfera vivace, di superare il dolore e dare una nuova direzione alla sua vita. Un giorno, però, sua madre le si presenta a casa all’improvviso con una borsa Birkin di Hermès e qualche sacchetto. Inizia così una bizzarra convivenza che unisce le due donne lungo il percorso di elaborazione del lutto che le ha colpite, le pone di fronte a verità inaspettate, le aiuta a scorgere fiochi lumi di speranza nel buio di una quotidianità ferita.Moshi moshi – “pronto” al telefono – è il racconto di una rinascita, la favola delicata e struggente della vita di un quartiere, la storia di una madre, di una figlia, di un grande dolore e di qualche piccola felicità inattesa.

L'autrice
 
Banana Yoshimoto, il cui vero nome è Mahoko Yoshimoto, è una scrittrice giapponese. Figlia di Takaaki Yoshimoto, uno dei filosofi e critici giapponesi più importanti degli anni sessanta, nasce a Tokyo, nel 1964. 
Si è laureata al college delle arti della Nihon University con una specializzazione in letteratura.
Il suo primo libro, Kitchen (pubblicato in Italia da Feltrinelli) ebbe un incredibile successo,con oltre 60 ristampe solo in Giappone. Ne furono anche tratti due film.
Nessuno conosce molto della sua vita personale perché Banana la tiene al di fuori del grande pubblico, coinvolgendo pochissimo o per niente suo marito e suo figlio Manachinko, nato nel 2003.

4 commenti:

  1. Lo voglio, non mi perdo mai un libro di Banana, anche se non sempre sono all'altezza delle mie aspettative...

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  2. Io sono diversi anni che non riesco più a leggerla. Credo che l'ultimo suo libro che ho preso in mano sia stato 'L'abito di piume', dopo non sono proprio più riuscita a entusiasmarmi.. e dire che Amrita, Kitchen, Tsugumi e altri sono capolavori..

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    1. Di Banana Yoshimoto io, invece, non ho mai letto nulla. Non se ne è mai presentata l'occasione, in realtà. Ho troppi to be read, credo che non riuscirò mai a mettermi al passo coi tempi. xD

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    2. ... stavo per scriverti con intenzioni ottimistiche 'Dai, potresti sempre romperti una gamba *O*', poi mi sono resa conto di quanto suonasse male xD
      ... devo ripensare alle mie priorità >_>
      ... come Hermione *w*
      (Comunque i primi della Yoshimoto sono stupendi u_u mia sorella si è fatta tatuare una lucertola su una coscia perché la protagonista di Lucertola aveva un neo simile)

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