giovedì 17 gennaio 2013

Confessioni di una coprecarywriter #7

Un secolo è passato, più o meno, da quando ho scritto la puntata numero 6 di Confessioni di una coprecarywriter. Sono ancora qui, seduta a una scrivania troppo alta e troppo grande per me, a fare un lavoro che non rispecchia nemmeno lontanamente il lavoro da copy. Mi hanno cambiato "mansione" e, da qualche giorno a questa parte, mi occupo di una cosa che è addirittura più noiosa di quella di cui mi occupavo prima: il buzz marketing. Per chi non sapesse cosa è faccio un breve riassunto ché, si sa, son proprio brava con le sintesi: spam sui forum. Ok, non è la definizione corretta portata da wikipedia e, certamente, chi ha a che fare con il marketing non sarà d'accordo con me. Ma fidatevi, di spam si tratta. E, come potete ben immaginare, non è entusiasmante. Il trucco è, chiaramente, cercare di non farsi beccare e fingere di essere un utente qualunque, per cui è necessario intervenire anche in discussioni che non abbiano a che fare direttamente con il prodotto o il servizio che si sta cercando di sponsorizzare. Peccato che, ecco... la categoria di appartenenza del prodotto/servizio è il mondo dell'automobile. Adesso, chi mi conosce lo sa, chi non mi conosce lo scoprirà adesso: non me ne frega un fico secco dell'automobile, non ne capisco niente e ho la patente giusto perché trovo che doni un po' di colore allo scomparto fidelity card del mio portafoglio. Quindi, secondo voi, quante possibilità ho di trovare divertente fingermi uomo (Caino, Tizio, Pancrazio, Pompeo) e cercare informazioni sparse sul mondo delle auto (delle più disparate) per integrarmi in discussioni di cui, francamente, me ne sbatto?! Meno di zero. 
La disperazione che campeggia in me per diversi motivi (lavoro poco entusiasmante, stipendio in arretrato ma così in arretrato che aspetto ancora il mese di novembre, certezza che questo posto è un buco nero che risucchia anche solo quel poco di felicità con cui ti svegli la mattina, insicurezza di fondo, incertezza su cosa voglio fare da grande) mi ha portata a mandare curriculum a più non posso per tutta l'ultima settimana di dicembre e per gran parte di questa a qualunque casa editrice voglia accogliermi tra le proprie calde e polverose braccia. 
Ormai non guardo più nemmeno dove queste siano ubicate, mi ritrovo a mandare curriculum a Venezia, Perugia, Bologna, Milano. Con la certezza, comunque, che non verrò mai ricontattata. 

Mi offro per fare qualunque cosa, veramente qualunque cosa: quella che porta i caffè, quella che risponde al telefono, quella che svuota i cestini della carta, quella che va alla posta a spedire i pacchetti di libri ai giornalisti. Anche la cassiera in una libreria. Davvero, una cosa qualunque. Mi offro anche come cercatrice di refusi sull'elenco telefonico. 
Detto ciò. Anche l'altra mia collega/amica va via e questa cosa riempie il mio grinzoso cuoricino di tristezza. Per fortuna ho un buon rapporto con gli altri colleghi ma, non so, senza di lei sarà diverso. Resta solo il mio art preferito che è forse il ragazzo con cui ho legato di più e se va via pure lui temo morirò di crepacuore. Se, fino ad oggi, mi sono fatta andare bene il lavoro più noioso del secolo è stato merito di Federica, Giulia e Andrea. Fede e Giulia non ci sono più e quindi posso solo che sperare che Andrea non mi abbandoni. Non subito almeno. Per non parlare poi di altro, di tutto quello che in questo periodo mi sta facendo uscire di senno. Ma questa, per diversi motivi, non è la sede adatta (si ritorna, purtroppo, al tema che mi ha fatto partorire il post sull'inno all'anonimato che potete leggere qui). Posso solo dire che non si finisce mai di imparare. Magari un giorno, quando tutti quelli che conosco e a cui ho detto di tenere un blog dimenticheranno me e il mio strano hobby, allora, potrò davvero confessarmi per bene. Non manca molto, comunque: già in tanti hanno dimenticato di leggermi anche solo una volta ogni tanto.
Ho deciso, tra le altre cose, di partecipare a un corso di correzione bozze che si terrà a maggio e che servirà a farmi imparare il mestiere che vorrei (credo) fare un giorno. Conosco la situazione dell'editoria in Italia, so anche che molte case editrici non utilizzano più correttori di bozze "umani" (e, lasciatemelo dire, si vede eccome!) e però... vabbè, un sogno è un sogno. Non deve mica per forza essere razionale, no?
Ma una buona nuova c'è. Ho un computer nuovo ed è il miticissimo Mac Book Pro che è in casa mia da 48 ore. Devo solo prendere confidenza con lui, installarci sopra qualche bel programma per l'impaginazione e poi imparare ad usarli. Per conto mio, ovviamente. Magari, così, tra le mura della mia stanza carica di libri polverosi, mentre impaginerò qualche bel Lorem Ipsum, mi sentirò in una casa editrice. Quasi almeno. 
In questo periodo, poi, mi sembra di leggere a rilento, non so perché. Come se faticassi a immergermi davvero in una storia. È anche vero che ho letto una ciofeca dietro l'altra e, quindi, non mi stupisce che non ci metta più tanto entusiasmo. Adesso ho tra le mani "La ragazza del libro dei fuochi", comprato al mercatino a 1 euro e 50 e l'unico motivo il quale ha attirato la mia acuta attenzione è l'ambientazione: Inghilterra del 1752. Chiaramente, unito al prezzo, sembrava proprio un acquisto da non lasciarsi sfuggire. Invece avrei fatto meglio a lasciarlo sullo scaffale. Altra ciofeca da recensire, insomma. Ma, dico, Fox non aveva predetto un inizio 2013 con il botto per tutti i Cancerini? E allora, cosa è successo? Ha premiato tutti saltando me? 
Hey, ammazza quanto ho scritto, mi fermo qui prima che parta con un'invettiva contro Mondadori e poi è davvero difficile fermarmi. 

6 commenti:

  1. Argh T_T Mi spiace per la brutta situazione lavorativa... e per gli arretrati. Da Novembre è davvero vergognoso... e credo che peggio dello spam ci sia soltanto l'operatore di call-center. Non quelli che rispondono, ma quelli che chiamano, eh.
    Dai, su, Gennaio non è ancora finito, domani è un altro giorno e blablabla ottimistici ;__;

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    1. Ma sì, ma sì, alla fine potrebbe andarmi peggio. Potrei essere disoccupata. xD

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  2. Il tuo è un ruolo odioso a chi passa, capisco il tuo umore. Io lavoro in un back office (stato in luogo), un posto lontanissimo da ciò che ho studiato e da come mi vedevo fino a qualche anno fa, ma tutto sommato non mi trovo male. Ho uno stipendio, c'è un bell'ambiente, inizio a trovare aspetti interessanti nel lavoro. E, insomma, ti si augura ogni bene! (Anche per il corso!)
    Hai provato a segare le gambe?

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    1. No, be', non lavorare nell'ambito strettamente relato ai miei studi non mi disturberebbe se fossi almeno pagata. E invece non so, ho come l'impressione che la nave stia affondando e che io questi soldi non li vedrò mai.

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  3. Caspita, non vedere lo stipendio da due mesi è assurdo -.-'
    Mi dispiace molto, più che altro perché percepisco la tua delusione più che giustificata. Il fatto è che, in situazioni del genere, ci si ritrova a rendersi conto che non si sta nemmeno imparando un beneamato cavolicchio. Spero davvero possa migliorare, più prima che poi! :)

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    1. Sì, be', diciamo che moralmente parlando sto un po' una pezza. Mi dispiace molto e non tanto per l'agenzia in sé o per la proprietà (di cui me ne frego altamente), quanto piuttosto per le belle persone che lavorano con me e che, piano piano, stanno andando via tutte. Peccato, è difficile trovare un ambiente di lavoro così piacevole, così unito. Sob.

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