venerdì 11 gennaio 2013

Recensione: Il prezzo del sangue

Seconda recensione del 2013. Oggi vi parlerò di un libro del quale, in verità, non ho molto da dire... Insomma, potrete vivere benissimo anche senza annoverarlo tra le vostre letture. 

Autore: Tanya Huff
Titolo: Il prezzo del sangue
Prezzo: 15,90 €
Editore: DelosBooks
Pagine: 369
Il mio voto: 3 segnalibri

Trama

Vicky Nelson, in passato detective della sezione omicidi della Polizia di Toronto e ora investigatrice privata, è stata testimone del primo attacco sferrato da una oscura forza magica che ben presto scatena il suo regno del terrore. A mano a mano che i casi di morti inesplicabili si succedono, Vicky si trova coinvolta in un'indagine per individuare la fonte di questi attacchi...

La mia recensione

Il prezzo del sangue, ovvero uno di quei libri di cui, in realtà, non ho poi molta voglia di parlare

Si tratta di un libro del 1990 e, come ci fa notare l'autrice nella postfazione, in realtà si nota solo perché nessuno dei protagonisti è dotato di cellulare. Questo, senza dubbio, è un particolare da non sottovalutare. Vuol dire che, tutto sommato, la storia è costruita bene e rimane attuale, nonostante siano passati ben 13 anni dalla sua stesura. Vero, mancano i cellulari, ma non è un dettaglio poi così importante. Le azioni dei protagonisti, comunque, non risentono di questa mancanza.  
Di Tanya Huff avevo già letto L'emporio degli incanti (di cui potete leggere una recensione qui ) e quel libro è stato il motivo per cui mi sono avvicinata a questa saga. Purtroppo, però, non sono rimasta soddisfatta della lettura di questo primo volume. Vuoi perché è il primo romanzo in assoluto della Huff e, come tutte le opere prime, tende a essere "imperfetto", vuoi perché i personaggi non mi hanno entusiasmato più di tanto, vuoi perché ho letto già troppi libri sui vampiri... Insomma, questa recensione non mi andava neppure di farla. Il voto, 3 segnalibri, è proprio stiracchiato. 
La trama, in parole molto povere, è decisamente semplice e schematica. Vicky Nelson, ex poliziotta, è un'investigatrice privata. Per un motivo o per un altro ha una relazione di amore e odio con un suo ex collega e la sua vita viene scombinata quando riceve un incarico. Da qui terremoto e tragedia, demoni, vampiri (anzi vampiro, uno solo) e gente con evidenti squilibri mentali.
Per una volta il vampiro, Hanry Fitzroy, non è bello da svenimento ma il cliché della donna bella ma non consapevole di esserlo, fragile ma anche forte, simpatica ma anche intelligente, bionda ma anche miope, furba ma anche ingenua la Huff l'ha sviluppato anche troppo bene. Cosa che, invece, ne L'emporio degli incanti non era per niente presente.

Perché, quindi, una votazione così bassa? Perché, a parte il cliché della donna debole ma forte, la storia è noiosa, ma noiosa, ma così noiosa che solo perché sono testarda sono riuscita a terminare la lettura del libro. Henry Fitzroy, nonostante sia uno dei personaggi principali, è solo abbozzato. Sembra che sia lì solo in prestito, preso da un'altra storia e piazzato lì a far numero, a fare "il vampiro" come se non fosse il suo ruolo, come se lo stesse interpretando solo perché nella sua carriera di personaggio letterario non ha trovato di meglio: nessuna caratterizzazione approfondita, nessuno spessore psicologico, niente di niente. I flashback che lo riguardano, poi, si potrebbe anche benissimo saltarli perché, in verità, non ci dicono nulla di lui se non dettagli poco importanti e di nessuna valenza ai fini della storia. 
In sostanza questo romanzo ha due difetti: è un'opera prima ed è, contemporaneamente, il primo volume di una serie e possiede, quindi, una struttura appositamente introduttiva. 
Piccola nota sulla traduzione: è il terzo libro della DelosBooks che leggo e anche in questo, come negli altri due, noto una traduzione spesso macchinosa, piena di pronomi personali utilizzati come soggetti (soprattutto "esso" e "essa") che potevano tranquillamente venire omessi. Non ho con me i volumi ai quali mi riferisco e quindi non posso dire se sono o meno tradotti dalla stessa persona. Ad ogni modo perché, se la lingua italiana ce lo permette, non omettere i soggetti quando possibile al fine di rendere la lettura meno artificiosa, meno macchinosa, meno fastidiosa e, soprattutto, meno Google Traduttore? 

2 commenti:

  1. Sono d'accordo più o meno su tutto, direi. Il punto forte del libro è la distanza tra i personaggi e gli stereotipi del genere che ormai inondano le librerie... però non è che sia proprio un must, ecco. All'epoca avevo pensato di leggere il secondo della serie per vedere se sarebbe migliorata, però chissà perché non l'ho mai fatto ò_ò

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    1. A parte i 345765 errori e refusi di questa recensione (che ho corretto) che testimoniavano la mia non voglia di scriverla... Che dire? Sì, bene che tale Hanry il vampiro non sia uno di quelli che sbrilluccica al buio ma basta, basta, basta con questi personaggi femminili da prendere a randellate sulle gengive, basta! Mi sono rotta. La cosa grave, poi, è che le protagoniste femminili cretine sono raccontate da donne! Una cosa che mi manda ai matti proprio, incredibile. Quasi non ci dormo la notte xD
      Il secondo... Non so. Ce lo hanno in biblioteca, ci faccio un pensiero. Prima o poi.

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