lunedì 13 maggio 2013

Recensione La donna delle rose

Finalmente eccomi qui a parlarvi di un libro. Basta con questi post inutili che riguardano solo trasversalmente l'argomento principale di questo blog. Ho terminato La donna delle rose di Charlotte Link e sono davvero molto contenta di aver approfondito la conoscenza di quest'autrice. 
Ho conosciuto Charlotte Link grazie al suo romanzo La casa delle sorelle, letto diverso tempo fa e scoperto grazie alla comunità italiana dei Bookcrosser. Ho un ricordo molto nitido di quel romanzo, letto in pieno Agosto e amato davvero tanto. Se volete intraprendere la conoscenza della Link... be', iniziate da quello.
E niente, dopo aver litigato con il linguaggio html -di cui, ci tengo a precisare, non ne capisco una mazza- di questo schifosissimo blog, eccovi la recensione. Breve, è vero, ma sono fuori allenamento.

Autore: Charlotte Link
Titolo: La donna delle rose
Prezzo: 10 €
Editore: Tea
Pagine: 544
Il mio voto: 3 piume e mezzo



Trama

In preda a una profonda crisi personale e professionale, la giovane insegnante berlinese Franca Palmer decide di rifugiarsi nell'isola di Guernsey, nel canale della Manica. Qui trova alloggio presso un'antica villa a Le Variouf, dove l'anziana inglese Beatrice Shaye si prende cura di uno splendido roseto. Con lei vive Helene Feldmann, una tedesca trasferitasi sull'isola con il marito ufficiale al tempo dell'occupazione tedesca durante la Seconda guerra mondiale. Ben presto Franca si accorge che la sua presenza ha un effetto dirompente sul rapporto fra Beatrice e Helene, un rapporto che in realtà nasconde odi e rivalità mai sopiti risalenti agli anni della guerra.

La mia recensione

La donna delle rose è un romanzo corposo, intenso, lento. Sì, avete letto bene: lento. 
Lento perché, in un unico romanzo, la Link racconta le vite di Beatrice, Helene e Franca, tre donne così diverse eppure accomunate da qualcosa. Ognuna, infatti, possiede una debolezza che ha sconvolto o sconvolge la loro vita.
Franca, un'insegnante tedesca che, in preda a una profonda crisi personale scaturita da un fallimento professionale, abbandona la sua vita di insicurezze per recarsi e, successivamente stabilirsi, nell'isola di Guernsey.
Beatrice, un'anziana signora che vive sull'isola da sempre e nella vita della quale si è stabilita, a forza, la terza donna protagonista del romanzo: Helene.
Sì, perché Helene, insieme al marito Erich, ufficiale delle SS, si è trasferita a Guernsey a seguito dell'occupazione tedesca durante la Seconda Guerra mondiale. Beatrice, allora bambina, vede le sue certezze frantumarsi quando, a causa del caos e del panico che l'arrivo dei tedeschi causò sull'isola, perde i suoi genitori che si imbarcano per recarsi in Inghilterra e fuggire. Nella vita di Beatrice piombano, d'un tratto, due estranei che si appropriano della sua casa, dei suoi oggetti, dei suoi mobili, della sua vita. 
Il destino di queste tre donne si intreccia quando Franca, in preda a un attacco di panico, incontra Alan, il figlio di Beatrice. Da quel momento, nulla nella vita di queste tre donne sarà più come prima.
Interessante la caratterizzazione psicologica dei personaggi fornita dalla Link. Non appena ci si immerge nella lettura del romanzo si prova immensa antipatia per Beatrice la quale, apparentemente senza motivo, si rivolge alla povera Helene con toni talmente duri e aspri da far pensare che sia una vecchia zitella acida.
Poi, però, le cose si complicano perché i nodi vengono al pettine. L'autrice, pian piano, ci guida all'interno della vita di Beatrice e ne racconta il toccante passato. A quel punto il lettore si ritroverà a odiare Helene insieme con la sua prepotenza, la sua arroganza.
Ma la Link non si ferma qui e introduce il personaggio di Franca, una donna la cui insicurezza è tale da essere disarmante. Franca è completamente dipendente dai tranquillanti, che prende in continuazione anche solo per riuscire a recarsi al supermercato per fare la spesa senza essere sopraffatta da un attacco di panico. Una caratteristica che, sebbene inizialmente mi abbia fatto provare tenerezza per lei, a lungo andare diventa un elemento negativo, rendendola antipatica agli occhi del lettore.
E poi la storia ingrana, l'autrice ci getta, senza troppo preavviso, nella vita di ognuna di queste donne e ciò che, inizialmente, ce le rendeva antipatiche viene spazzato via. Le debolezze di Franca, l'instabilità di Helene, la durezza di Beatrice vengono spiegate e, per questo, comprese. 
La forza di questo romanzo, ad ogni modo, non è costituita dalle tre protagoniste, sebbene abbiano ovviamente un ruolo fondamentale. La psicologia dei personaggi, quando ben caratterizzata -come in questo caso- rappresenta sempre uno dei punti focali. La forza de La donna delle rose è invece rappresentata dalla sua struttura narrativa. Un passo avanti nella vita di uno dei protagonisti e un passo indietro, alle volte anche due o tre, nella storia del loro carattere, nell'approfondimento, molto accurato, delle loro insicurezze. 
Si passa così, senza mai perdere il filo del discorso, dagli anni della guerra al presente. Guerra che, in verità, non rappresenta altro che uno sfondo, un po' sbiadito, nella vita dei protagonisti. Le brutture, la desolazione, la fame, vengono fortunatamente solo accennate e mai troppo approfondite.
Purtroppo, però, verso la fine del romanzo la Link ha voluto inserire il mistero, riuscendo- secondo me- soltanto a allungare il brodo vanificando il lavoro svolto in precedenza. Sì, perché la storia narrata non aveva bisogno dell'elemento misterioso, di un delitto che incuriosisse il lettore. L'elemento che creasse aspettativa nel lettore, che lo convincesse ad andare avanti nella lettura, era già costituito dalla vita di Beatrice, Franca ed Helene. Non era necessario secondo me, quindi, inserire "il giallo" che, a mio parere, impoverisce la storia, la rende poco scorrevole, poco interessante.
Peccato che l'autrice abbia rovinato tutto nelle ultime cinquanta pagine, poteva essere un signor romanzo invece di essere un signor romanzo solo per metà. 

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