giovedì 25 luglio 2013

Confessioni di una coprecarywriter #10

Salve gente! 
Questo sarà un inutile post, di quelli che piacciono tanto a me. Oggi, nonostante tutto, sono contenta e, credetemi, non ce ne sarebbe alcun motivo. Questa è la decima puntata di Confessioni di una coprecarywriter e al momento forse l'ultima perché, da un paio di giorni, non sono più una copywriter. Tante cose sono successe, forse troppe, molte brutte, altre grottesche. In questi ultimi due giorni ho temuto di incontrare, in ufficio, Pannofino nei panni di René Ferretti (per chi non cogliesse, parlo di Boris e René è il regista) perché sono successe delle cose che non accadono nemmeno nelle serie tv. Mancava un urlo, dal primo piano, che ci consigliasse di "smarmellare". Magari, chissà, qualcuno dei miei colleghi potrebbe contattare gli sceneggiatori della serie tv, abbiamo parecchio materiale da vendere. 
Ebbene, ve la faccio breve, il mio rapporto con l'agenzia è terminato. Non sto qui a dirvi perché e per come dato che non si può mai sapere. Almeno al momento preferirei non fornire ulteriori dettagli, un giorno magari racconterò tutto. Per cui posso dichiararmi in ferie fino a data da destinarsi e, sebbene non sia propriamente felice di questo, sono certa che un mese di serie tv, film, libri e lunghe passeggiate possa almeno cancellare le occhiaie che mi accompagnano ormai da un po'. 
Sto leggendo Un giorno di David Nicholls (e non voglio affatto che finisca, ma sto pericolosamente avvicinandomi alla fine) ma scommetto che lo sappiano anche in Congo dato che non faccio altro che spammarlo su Twitter. Eh sì, non potevo scegliere lettura migliore. Chiunque scriva che Dexter è un personaggio stereotipato non ha conosciuto tutti i latin lover e gli uomini mestruati che ho conosciuto io. Non è stereotipato, affatto. E il suo rapporto con Emma è plausibile, ne sto vivendo io uno uguale al momento. Per cui, chi avesse qualcosa di brutto da dire su questo fantastico libro può tranquillamente abbandonare questo blog. Non accetto critiche sterili come quelle lette su aNobii: "è un harmony". No, ragazzi, manco per niente. Non scherziamo con le cose serie, per favore. Ma dicevo che ero di buonumore, meglio non scaldarsi per così poco xD
Niente, dunque, ho visto tutta la prima serie (quella nuova) del Doctor Who e mi domando perché abbia aspettato così tanto per iniziarlo. Cioè, dai, Tardis? La voglio disegnata sulla porta della mia stanza, cacchio! Ma, dicevo sempre del buonumore... Dove eravamo? Ah, sì.
Comunque, nonostante non siano stati giorni facili, oggi mi sento contenta. Contenta perché ho passato due sere con delle persone meravigliose che mi hanno fatta ridere di cuore. E lo hanno fatto così, senza impegnarsi. Ciò vuol dire che o sono talmente tanto belle da far ridere anche i muri (e non lo eslcudo) oppure stiamo bene insieme. Tra queste persone c'è anche il latin lover, chiaramente. Che, però, merita un paragrafetto a parte. Un bel paragrafetto, dai. Si è presentato a casa mia, senza che riuscissi a convincerlo a non farlo, portando con sé una bottiglia di vino e i suoi occhi sorridenti. 
È vero che anche la sua non era stata una bella giornata e quindi necessitava di non passare la serata da solo, a casa, a pensare e ripensare. Mi tocca ammettere, però, che un certo calore mi ha avvolto il cuore quando ho realizzato che ha voluto passare con me una serata "difficile". Questo mi fa riflettere e mi fa capire che, in fondo, la mia compagnia gli piace non solo perché sono una bella ragazza (lo dice lui, io non lo direi mai di me stessa), ma perché sta bene insieme a me. Abbiamo visto un film, sorseggiando vino sul mio divano, parlando poco e niente, guardandoci forse ancora meno. Vicini, braccio contro braccio, è bastato quello a calmare la mia rabbia e a lenire la sua delusione. E poi se ne è andato, regalandomi uno di quei sorrisi che solo i suoi occhi sanno farmi. 
Il buon vecchio e caro Freud ci avrebbe scritto un trattato su una serata come questa, conclusasi con un atto mancato. 
Piccola parentesi accademica sugli atti mancati. L'atto mancato è una sorta di lapsus d'azione, si tratta di un errore nell'azione quando, cioè, si vorrebbe fare un'azione e se ne compie un'altra. Freud, che delle volte (nonostante piazzi il sesso praticamente dovunque) si lasciava prendere al romanticismo puro, inserisce tra gli atti mancati anche le dimenticanze. Secondo Sigmund, dimenticare un oggetto a casa di qualcuno vuol dire che insconciamente desideriamo tornarci. Fosse davvero così dovrei pensare che il latin lover non aveva alcuna intenzione di andare via, considerando che ha lasciato da me i documenti del suo motorino e il caricabatterie del suo cellulare. Dei documenti me ne sono accorta subito e, scalza, l'ho inseguito per le scale. Del caricabatterie me ne sono accorta quando ormai era troppo tardi e lui era già tornato a casa. Così, volente o nolente, gli è toccato vedermi di nuovo, ieri sera, se voleva riavere il suo caricabatterie. Ho approfittato dell'atto mancato (sempre che esista e io, in quanto romantica, tenderei a pensare di sì ma è meglio non farsi illusioni) per poter consegnargli un pensierino che ho portato per lui dalla Polacchia. 

Sapevo che mi avrebbe dato un passaggio in motorino, dovevo solo sperare di riuscire a metterlo nella sella senza che lui mi vedesse mentre lo facevo. Così, ho legato al caricabatterie il portachiavi a forma di draghetto che, tra le altre cose, possiedo uguale e quando ci siamo visti ho sperato che si distraesse. Il fato o forse gli dèi del cielo hanno avverato il mio desiderio e così, senza che si accorgesse di nulla, ho sistemato il caricabatterie nella sella e poi, per tutta la serata, ho fatto finta di nulla. Serata che, nonostante il morale a terra, mi ha fatto ridere di cuore. Di quelle risate che partono da dentro, dalla pancia, e anche quando smettono ti lasciano una strana luce nello sguardo, un debole sorriso sulle labbra, una sensazione di benessere interiore e i muscoli del corpo rilassati.
Gnomo a Breslavia
Non credo che il latin lover e l'altro mio amico l'abbiano fatto di proposito. Di farmi sentire così, intendo. Sono stati loro stessi, semplicemente loro stessi, e questo mi è bastato. Mi sono addormentata con il sorriso sulle labbra e con lo stesso sorriso mi sono risvegliata. Sorriso che si è fatto ancora più largo quando il latin lover mi ha scritto, dopo essere tornato a casa, di aver trovato il draghetto.
Vedete, io amo queste cose. Amo le piccolezze, amo regalare emozioni alla gente, amo addormentarmi pensando al sorriso che ho fatto nascere sulle labbra di una persona. E io lo so, anche se non me lo ha detto, che i suoi occhi hanno sorriso quando hanno visto il draghetto. Perché, per quanto latin lover possa essere, è pur sempre un essere umano. A tutti gli esseri umani, anche se non sono soliti "dare" senza preoccuparsi di "avere", anche se non si lasciano andare in inutili sciocchezze come queste, anche se non pensano mai a fare un regalino e a farlo recapitare in modo inaspettato, piace quando ciò avviene. Piace perché si risveglia qualcosa in loro, un sentimento di tenerezza che li fa riflettere su quante siano poche (ormai) le persone al mondo che pensano solo a dare, senza quasi mai ricevere (e io sono una di queste). Ma piace più a me fare queste cose, mi piace perché lo trovo meraviglioso. Trovo bellissimo poter fare qualcosa di completamente disinteressato per una persona, mi fa sentire bene. Non mi importa se tra noi non ci sarà mai niente - perché so che sarà così - a me basta sapere che di tutto questo conserverà un bel ricordo perché io, certamente, lo farò.
Mi dispiaccio solo che Tommaso e il latin lover ieri non potessero misurare la quantità di calore che avevo dentro, perché sono certa si sarebbero scottati. Sono loro riconoscente, perché magari per la prima volta, anche senza volere, hanno dato senza preoccuparsi di ricevere.
E poi, che dirvi? La Polonia. Impossibile a parole raccontarne la magia. Vi consiglio di andare perché è un Paese così bello e delicato. I colori, i giardini, il silenzio delle strade, il cibo. Tutto è splendido. Le persone, poi, sono forse tra le più tenere che abbia mai visto. Vedere gli uomini camminare per le strade con piccoli mazzolini di fiori tra le mani da portare alle compagne, vedere i sorrisi che si scambiano i passanti, anche se non si conoscono, la gentilezza dei commercianti che non parlano l'inglese e si premurano di accertarsi che tu abbia capito lo stesso. Sono atteggiamenti che, in Italia, si notano sempre meno. Non sono certamente i fiori a fare la differenza, sia chiaro. Non è l'oggetto, è l'azione. Anzi, non è nemmeno l'azione, è la spontaneità dell'azione. Il principio del pensierino legato al caricabatterie è lo stesso.
La spontaneità è una cosa meravigliosa e spesso invece non è capita, non è apprezzata.
Per cui, a costo di sembrare saccente, vi invito a cogliere la spontaneità dei gesti delle persone che vi circondano e a essere, a volte, più spontanei anche voi. Vi assicuro che è una sensazione bellissima, che non dimenticherete facilmente.

8 commenti:

  1. Che bel post... :) (continua a guardare il Doctor Who mi raccomando...)

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    1. Grazie ^^ Eh sì, ormai sono diventata una fan, non posso abbandonarlo!

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  2. Bellissimo post! L'ho letto tutto d'un fiato.

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  3. Hai scritto un post molto denso, tanto che non sapevo cosa scrivere. Ma dato che ho la mania di commentare, ti dirò che ti invidio tantissimo la Polonia! Quest'anno ho "assaggiato" l'Europa dell'est (o centrale, come preferiscono loro) con una puntata a Bratislava, scoprendo un altro mondo... a meno di un'ora di treno da Vienna! Ora riesco a dare un senso al termine mitteleuropa. Poi, che dire, in bocca al lupo per tutto. Non so se è un bene o un male che sia cessato il rapporto con l'agenzia, in ogni caso... no, ecco. Non so cosa dire, né ho l'esperienza per darti consigli. Insomma, un abbraccio virtuale dato che il sottoscritto ha una scadenza sempre più vicina (a cui preferisco non pensare troppo).

    (Riguardo la spontaneità, hai espresso un pensiero molto bello. Io purtroppo non sono per nulla spontaneo, forse non andremmo molto d'accordo :P... però ci sono quei momenti in cui il tal gesto provoca una reazione emotiva - anche un sorriso, deh! Ci riflettevo giusto in pausa caffè.)

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    1. Tranquillo, tante persone non sono spontanee, sono abituata a sguardi strani e perplessi xD
      Grazie per l'abbraccio virtuale che ricambio con tanto tanto tanto affetto :D

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  4. Carerrima \>_</
    Pure secondo me Dexter non è affatto stereotipato. Anzi, tecnicamente è la profondità data a uno stereotipo. Cioè, una prova di abilità. Secondo me, eh ù_ù Immagino che avrai finito Un giorno. Come ci sei rimasta?
    Che altro leggi?
    Che altro fai?
    E boh, son contenta che tu abbia passato belle serate u_u

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    1. Mi mancano pochissime pagine per terminarlo, sto cercando di non farlo. Cioè, non voglio rimanere senza, non voglio! Argh, che palle quando vuoi finire un libro ma anche no. Sniff, sento già che mi mancherà.
      Poi tocca a zio Martin, per forza. E nel frattempo mi piacerebbe anche leggere un libro in inglese, spero di farcela. Sono fiduciosa. :SeLaCantaEseLaSuona:

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