lunedì 15 luglio 2013

In my bookshelf #21

Approfitto dell'adrenalina post viaggio per dare inizio alla carrellata di millemila post che devo scrivere nei prossimi giorni. Ce ne sarà uno, ovviamente, dedicato anche alla Polonia, patria del cibo a base di frutti di bosco e rabarbaro che guardate, veramente, temevo di avere un infarto dovuto alla contentezza ogni mattina a colazione. Ma di questo ne parlerò successivamente.
Sono tornata ai, ahimé, 35 gradi romani dopo aver beneficiato dei 18 gradi (a stento) polacchi...
Ed è dura, molto dura.
Tra tutti i post che mi tocca scrivere ho deciso di partire da questo perché mi occupa meno tempo e devo fare un sacco di cose entro domani pomeriggio (tra cui sbirciare tutti i blog che seguo e mettermi al passo con i post scritti mentre ero in vacanza).
Da aprile ad adesso, eslcudendo il Salone del Libro (non ricordo più cosa ho comprato in quale mese) ho acquistato un botto di roba. Lo so, lo so. Non dovrei, non potrei e non vorrei. Ma poi ci sono periodi in cui un libro lo faccio fuori in tre giorni (come in questi ultimi tre giorni) e divento ottimista. Per cui, non temete, posso farcela a leggere tutto prima della fine dei miei giorni!
Dato che si tratta di un milione di libri, questo post sarà diverso dal solito, altrimenti rischia di diventare lungo più di un km. Diciamo che faccio un sunto, così sunto che metto solo qualche immagine delle copertine più belle e qualche trama, gli altri libri li nomino senza scendere nei particolari e, se volete saperne di più, basta che clicchiate il titolo.
Duuuunque. Complice il mio mercatino di fiducia (il libro più caro è costato circa 3.50 euro), ho Autunno di Louis Bromfield.  Per diversi motivi, in verità. Il primo è che lo avevo visto in libreria e lo corteggiavo da un po', sia per la trama che per la copertina (oddio, la copertina!), poi perché ne avevo letto sul blog di Girasonia e quindi alla fine me lo sono accaparrato. La trama, in realtà, non dice molto ma a me piacciono i libri (e non solo!) ambientati agli inizi del '900: I Pendleton sono una delle più antiche famiglie del New England, costretta a vivere un lento declino del quale però i suoi membri non sembrano rendersi conto. Ciascuno di loro sembra ignorare le difficoltà e continua a vivere delle glorie del passato, senza percepire l’avvicinarsi della fine. Tuttavia un giorno, dopo quarant’anni, si presenta finalmente l’occasione di dare un ballo per l’ingresso in società della giovane Sybil, appena tornata da un soggiorno a Parigi. Non si tratta soltanto di un evento mondano, ma di una possibilità di rivitalizzare la dinastia attraverso un buon matrimonio della ragazza. Il romanzo si apre proprio nel giorno della festa, durante la quale conosciamo Olivia Pendleton e il suo tediosissimo marito Anson, la loro bella figlia Sybil e il figlio invalido. Nella dimora di famiglia vivono anche John Pendleton e sua moglie, che ha mostrato negli anni di matrimonio una vena di follia che l’ha portata a una vita di reclusione in casa. Questa tetra atmosfera verrà spezzata da due eventi – l’innamoramento di Olivia per il giovane ed estroverso Michael O’Hara e poi la scoperta da parte della donna di un vergognoso segreto di famiglia contenuto in alcune vecchie lettere – che porteranno a un cambiamento radicale nella vita di ognuno dei protagonisti. 
acquistato un sacco, ma un sacco sacco sacco, di libri che avevo in wishlist. Quello che ho preso di getto, senza pensarci due volte, è
Potevo lasciarmelo scappare? No, ovviamente.
Non contenta, quello stesso pomeriggio ho acquistato Tutto accade oggi di Jesse Browner (senza motivo alcuno, ma solo per ispirazione), Il meglio della vita di Rona Jaffe (pure qui, senza motivo se non per via della casa editrice) e Se mai verrà il mattino di Anne Tyler perché non solo è di Anne Tyler (e già questo costituiva un motivo più che valido) ma anche perché è fuori catalogo al momento e quindi questo lo rendeva a dir poco irresistibile ai miei occhi. 
Poi, in un impeto di ottimismo puro, ho acquistato anche Verso un'altra estate di Janet Frame perché è un Neri Pozza e perché la trama mi incuriosiva moltissimo:
Grace Cleave ha trent'anni, vive a Londra e, fatta eccezione per qualche mese di adulterio con un sedicente scrittore americano, non è mai stata sposata. I capelli, che un tempo le fiammeggiavano fulvi al sole dell'emisfero australe Grace viene dalla Nuova Zelanda -, sono ora così sbiaditi da aver preso il colore della polvere. L'ispirazione anche sembra irrimediabilmente svanita. Il romanzo che stava scrivendo, interrotto com'è tra la seconda e la terza parte, rischia di diventare un vero e proprio "figlio adottivo del silenzio". Il fatto è che qualcosa si è intromesso sul gozzo del romanzo e sulla sua vita. Qualcosa di minaccioso e allettante insieme, annunciato dalle soavi parole di una cartolina postale affrancata con cura: "Sig.na Grace Cleave: Sa che la temperatura qui a Relham è superiore di zero virgola quindici gradi rispetto a quella di Londra? Venga a scaldarsi! Philip Thirkettle". Philip Thirkettle ha l'aspetto pulito, assorto, tipico degli intellettuali inglesi. Gesticola con prontezza, è entusiasta e vivace. È venuto a trovarla per un'intervista il giorno in cui Grace si è messa la gonna azzurra a quadri e il cardigan sintetico azzurro con la scollatura sul davanti e si è tirata via un paio di peli tra i seni, nel caso si vedessero quando si chinava. Philip, però, mirava alla sua mente. Non sapeva che nessuno, con la conversazione, può raggiungere la mente di Grace Cleave. 
E poi, giuro che ho quasi finito questo elenco interminabile, ho acquistato Le verità dell'alligatore di Massimo Carlotto e l'ho fatto solo perché si tratta dello scrittore preferito del latin lover che non fa che parlarmene e parlarmene e parlarmene. Lo leggerò quanto prima, giusto per capire se davvero si tratta di un uomo di cui voglio approfondire la conoscenza oppure no (sì, sì, della serie dimmi cosa leggi e ti dirò se mi piaci oppure "Quella è la porta, arrivederci"). Insomma, già è tanto che legga (sebbene non regga i miei ritmi che non sono nemmeno tanto alti), voglio dire, non ci speravo proprio. Legge roba diversa dalla mia, molto diversa, ma dato che non conosco assolutamente Carlotto non posso esprimermi. Si tratta di un libriccino, lo leggo in un attimo e spero che mi ispiri quanto prima, sono curiosa dell'effetto che mi farà. Anzi, se qualcuno di voi ha già letto Carlotto me ne parli, pliz!
Poi, con lo stesso entusiasmo dei libri di cui sopra, ho preso L'arte di ascoltare i battiti del cuore di Jan-Philipp Sendeker perché un po' di tristezza mista a malinconia non fa mai male (soprattutto d'estate), Aspettando l'alba di William Boyd per via del masochismo di cui parlavo un post fa, L'uomo che non poteva morire di Timothy Findley perché, cioè, dai... Jung? Mio, assolutamente. Per ultimo, ma non per questo meno importante, ho comprato Agnes Browne mamma perché, cacchio, tutti a dare cinque stelle e poi ci si è messa anche La Lettrice Rampante e non ricordo più chi altro a parlarne sul blog... Insomma non ho resistito.
Non ho speranze! Ma, attenzione, ho un mese (un mese!) esatto di ferie... Dettagli che poi forse non tornerò a lavorare, ma di questo ne parlerò in un altro post ancora. Quindi, bando alle ciance e... libri non letti della mia libreria: tremate!

2 commenti:

  1. L'uomo che non poteva morire è il mio libro preferito. IL mio libro preferito. Io adoro Findley. Non potevi scegliere meglio.
    A parte ciò xD
    La verità dell'alligatore mi è piaciuto molto, anche se niente di eccelso. Agnes Browne è carinissimo e uber-irlandese *__*
    E pure io sguardicchio con interesse Autunno e Il meglio della vita *__*
    (Attendo il post polacco-gnomoso... bentornata *w*)

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    1. Grazie ^^
      Ebbene sì, la prospettiva del mese di agosto a casa mi ha fatta esaltare e ho cominciato a spendere e spandere xD
      Sono contenta che Findley sia un acquisto azzeccato, se avessi più tempo lo avrei già iniziato. Come tutti i miei to be read -.-'

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