martedì 10 marzo 2015

Recensione – in anteprima – Ritratto di un matrimonio

Salve gente!
Finalmente sono tornata per parlarvi di Ritratto di un matrimonio di Robin Black. Libro che ho letto in due puntate perché mi faceva arrabbiare. Comunque ieri ho iniziato Suite francese, prima di realizzare che ho tipo altri tre libri in attesa e quindi, forse, devo rivalutare la mia tabella di marcia. Oppure fare una full immersion e in questo periodo non mi è esattamente possibile. Vediamo cosa riesco a combinare, mi lascerò stupire da me stessa (e, voglio dire, non è che è propriamente un affare). Ma, via, posso farcela.


Titolo: Ritratto di un matrimonio
Autore: Robin Black
Editore: Neri Pozza
Pagine: 256
Prezzo: 16,50 € (disponibile dal 19 marzo)
Il mio voto: 3 piume

Trama 

Gus e Owen hanno scelto di lasciare Filadelfia per condurre una vita più tranquilla in campagna. Vogliono dedicarsi alla loro arte, la pittura per Gus e la scrittura per Owen. Sentono il bisogno di lasciarsi alle spalle un periodo difficile e di recuperare l’amore di un tempo. Ma non è facile trovare un nuovo equilibrio. E quando nella casa accanto si stabilisce Alison Hemmings, Gus sente l’istintivo bisogno di farsi un’amica. Owen è restio a relazionarsi con la nuova arrivata, ma Gus non ci mette molto a fidarsi di quella vicina spontanea e sincera, e a confessarle non solo il vero motivo che li ha spinti a cambiare vita – dopo aver cercato invano di restare incinta, Gus ha avuto una relazione con il padre di un’alunna –, ma anche tutta la sua frustrazione per il rapporto logorato con un marito ossessionato dal blocco dello scrittore. Alison sembra capirla al volo e le rivela a sua volta un segreto: si è trasferita lì per fuggire da un marito violento. È così tra le due donne nasce una grande complicità. Ma quando in paese arriva Nora, la bella figlia di Alison, che non si preoccupa di nascondere il proprio debole per Owen, gli eventi volgono improvvisamente al peggio. E tra confessioni scioccanti, fughe in auto e nuovi arrivi imprevisti, la vita delle due famiglie si intreccia fino a implicare emozioni così forti, che un minimo passo falso rischia di far precipitare nell’abisso l’esistenza di ciascuno. Robin Black ci regala il ritratto commovente di un matrimonio esemplare alle prese col tradimento. Con una scrittura tesa e precisa, in grado di portare a galla i risentimenti e le gelosie più nascoste di una coppia, il romanzo è un intensissimo affresco domestico dei sogni infranti e di quei segreti che alimentano e, nello stesso tempo, minacciano di distruggere l’amore.

La recensione

Un inizio molto delicato e al contempo coinvolgente, una parte centrale intensa – e non solo di belle sensazioni – e un finale un po' deludente. 
Molti i temi trattati da Robin Black in questo romanzo. Molti, ma soprattutto maledettamente umani. Con uno stile asciutto ma comunque elegante, Ritratto di un matrimonio ci parla di sentimenti profondi e complessi, di relazioni umane contorte e mai banali.
Gus e Owen, dopo una crisi matrimoniale a seguito del tradimento di Gus, decidono di trasferirsi fuori città, in campagna. Per isolarsi, forse, o semplicemente per ritrovare un amore che, piuttosto che esser svanito, sembra solo essersi arrugginito. In campagna, Gus e Owen troveranno la loro dimensione, senza intrusi a curiosare nella loro vita famigliare, senza sconosciuti con cui doversi rapportare, lontano da tutti e da tutto. Fino a quando, a scombussolare la loro routine, arriverà Alison, la nuova vicina. Gus, anaffettiva e un po' burbera, si lascerà subito avvolgere dall'entusiasmo di Alison che porterà nella sua vita il calore e l'affetto che le sono sempre mancati, a causa di un padre distante e la morte della madre quando era appena una bambina.
Sia Gus che Owen, la accoglieranno felicemente nella loro vita, sebbene all'inizio sentissero minacciato il loro isolamento – non solo fisico ma anche in un certo qual modo emotivo. Isolamento che, credono entrambi, abbia loro offerto un equilibrio perfetto. Equilibrio, invece, che perfetto proprio non è, considerando che è talmente alta la quantità di non detti e di argomenti che non si possono affrontare per non turbare questa "pace" che a me, più che una coppia che funziona e si ama, è sembrata una coppia che sta insieme perché non sa dove altro andare.
Owen, ex docente e scrittore fallito, acclamato dalla critica ma misconosciuto dal pubblico è quanto di più abitudinario e anonimo si possa immaginare.
Gus, ex docente di pittura e pittrice, ha una personalità molto forte ma è sostanzialmente una donna triste alla quale è stata negata la possibilità di essere madre perché Owen è sterile e che porta con sé, come un macigno, la colpa del tradimento. Colpa che è presente per tutto il romanzo, alternata alla colpa (latente) che lei appioppa al marito. Gus non fa che ripetere che, dopo la sua breve relazione con Bill, ha scelto comunque di rimanere con il marito, sebbene lui non potesse renderla madre; non fa che ripetere che non lo incolpa della sterilità; non fa che dire che essere madre sarebbe stato un regalo stupendo ma che non può per la sterilità di Owen, di cui comunque lui non ha colpa.

Ho avuto l'impressione, e potrebbe trattarsi di un'impressione solo mia, che lei invece una colpa al marito la facesse davvero e che, l'equilibrio che si era venuto a creare negli anni non fosse che un equilibrio di pura facciata, reso più "reale" dalla routine di entrambi e dal fatto che, per lo più, vivessero in casa come due estranei.
La mia impressione viene infatti confermata quando questo equilibrio, precario per l'appunto, verrà messo in pericolo da Nora, la figlia appena ventenne di Alison che, con le proprie lodi ai libri pubblicati da Owen creerà attriti tra moglie e marito. La storia di per sé non mi ha colpita più di tanto perché, purtroppo, ho trovato il personaggio di Nora non solo fastidioso, ma anche poco caratterizzato – eppure è un personaggio molto importante nella storia considerando che è lei a far crollare le finte certezze di Gus – e, inoltre, un po' troppo vicino al cliché della bella, brava, ragazza, in cerca di una figura maschile paterna, insicura ma anche eccitata dalla vita, entusiasta anche per il nulla e ottimista verso il futuro. Ragazza che, ovviamente, con due moine e tre sorrisi fatti al momento giusto riesce a far sì che un uomo con il doppio dei suoi anni si infatui di lei.
Ciò che, invece, credo sia davvero da ammirare è lo stile dell'autrice che rende il romanzo molto nitido e fotografico, riuscendo a trasmettere al lettore le immagini dei quadri, dei colori utilizzati, degli ambienti e delle atmosfere, rendendo tangibili anche i sentimenti. Il senso di colpa, la tristezza, la melanconia e le insicurezze sono resi palpabili e non è semplice che un autore riesca in un compito del genere.
Un libro che, tutto sommato, si fa leggere con piacere, al quale sicuramente non mi sarei avvicinata di mia spontanea volontà e che non mi è dispiaciuto leggere ma che mi ha anche un po' infastidita.

3 commenti:

  1. Parto dal fatto che mi piacciono sempre le tue letture e le tue recensioni, se poi si tratta di Neri Pozza manco a dirlo; il libro va in wishlist nonostante le tue perplessità perchè la trama mi avete incuriosito tu e la trama e, non so se è perchè vengo dalla sua recente lettura, mi ricorda vagamente Noi di Nicholls...

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    1. Va beh..lascia stare la confusione che ho fatto!!! XD

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    2. Ahahaha tranquilla, ho capito lo stesso cosa volevi dire xD
      Ma allora, dunque, non è brutto per niente, è scritto davvero benissimo. Ha delle pagine molto molto belle – metterò le note su Anobii quando troverò il coraggio di copiare pezzi interi – e delle immagini nitide e reali. La storia, un po', mi ha perplessa. Però sì, vorrei capire se sono l'unica donna sulla faccia della Terra ad aver letto questo libro e a prendere le parti di Owen (all'incontro del Bookclub oltre a me solo un'altra ragazza era di questo parere).

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