venerdì 25 marzo 2016

So classy! #2 Ragione e sentimento di Jane Austen


È finalmente giunto il momento della seconda puntata di So classy!. Sembrano passati solo un paio di giorni dalla prima puntata, dedicata a Cime tempestose di Emily Brontë, e invece è già passato un mese. Sono più emozionata io di voi, credetemi (anche ovviamente direi, essendo io dotata di una consistente dose di ansia da prestazione).
È successo sia la scorsa volta che questa: succede io legga sui mezzi di trasporto e succede che la gente (uomini), non so perché, poi cerchi il libro che sto leggendo su Wikipedia. Ora, gente, Cime tempestose e Ragione e sentimento sono due classici non proprio misconosciuti, perché li cercate su Wikipedia? E, soprattutto, perché non vi portate un libro sui mezzi pubblici piuttosto che googlare quello che sto leggendo io? Misteri.

Mi preme ricordarvi, qualora non abbiate letto ancora il libro, di non procedere con la lettura del post perché ci saranno spoiler e magari saranno anche tanti – questo al momento non posso saperlo con esattezza perché scrivo queste cose di getto, non sono programmate.
Siete ancora in tempo per riprendere in mano Ragione e sentimento e rileggerlo, per poi tornare qui a parlarne con me. No, non vale la scusa "ho visto il film l'altro ieri", chiaro?
Non so perché ma a questo punto divento sempre aggressiva, sarà l'immaginetta degli spoiler (doverosa) che mi fa passare al lato oscuro.

Ma basta con l'introduzione chilometrica, passiamo alle cose serie e cioè a Ragione e sentimento.


È stata dura, molto dura, cercare di capire in che termini avrei potuto parlare di Ragione e sentimento. Gli spunti sono tanti ma anche così pochi. Avevo pensato di concentrarmi sulle figure maschili e di parlarne bene e male contemporaneamente, ma no. Non era abbastanza, mi sembrava di non rendere giustizia al romanzo.
Ho pensato poi di concentrarmi su Marianne, la piccola e ingenua Marianne. Ma, anche qui, mi sembrava troppo poco, mi sentivo come se fosse un argomento troppo poco incisivo. E così, mi sono detta, che argomento posso scegliere che mi aiuti a parlare a vanvera per circa mezz'ora? 
E poi l'ho trovato. Senza pensarci troppo, senza neanche effettivamente pensarci neanche un po'. Mi è balenato nel cervello così, senza preavviso: il maschio alfa.

La prima riflessione sul maschio alfa mi è venuta in mente quando, più o meno all'interno di uno dei primi capitoli, Marianne dice alla madre, la signora Dashwood: «[...] Mamma, più conosco il mondo, e più mi convinco che non troverò mai un uomo vagamente degno d'esser amato».
Quanta verità in queste parole, Marianne, quanta verità! Peccato che, purtroppo, al primo sguardo tenebroso lanciato da quello stronzo di Willoughby tu ti sia fatta fregare. 
Perché, vedi Marianne, è sempre così. Proprio colui il quale non è neanche vagamente degno d'essere amato finisce sempre col guadagnare il nostro amore. E non si può ridurre tutto solo alla questione di bad boy e non bad boy. Poi a me il solo appellativo fa andare il sangue al cervello, figurarsi se sto qui a parlare di bad boy. No, tutto è molto più profondo di così.

Il motivo di tutto questo temo che debba ricercarsi nella parte del nostro DNA che ci viene fornito dalla nostra appartenenza al regno animale. 
Prendiamo a esempio un branco: la femmina fertile del branco è attratta dal maschio alfa, tant'è che, in alcune specie animali, il suddetto maschio alfa ha l'eslcusiva sessuale sulle femmine fertili e recettive.
Le caratteristiche del maschio alfa, che spesso e volentieri appartiene al segno zodiacale dell'Ariete (e questa è un'informazione aggiuntiva di cui mi prendo tutto il merito), è carismatico, sicuro di sé, intelligente, astuto, un leader nato. È praticamente impossibile per una femmina non notare queste caratteristiche soprattutto perché, nel branco, è importante essere la compagna di un maschio alfa: al maschio alfa si sottomettono tutti gli altri, garantisce protezione sia alla femmina che ai propri cuccioli, vince sempre in guerra, protegge il territorio da eventuali attacchi. Piscia anche sulle proprie cose per marcare il territorio, ma questi sono comportamenti che, per fortuna, gli esseri umani non adottano più.
Quindi Willoughby, sebbene sia uno stronzo senza eguali, è chiaramente un maschio alfa. Ed è anche, ve lo garantisco, del segno zodiacale dell'Ariete. Non sempre, ovviamente, il maschio alfa presenta le stesse caratteristiche anche se, mi tocca ammettere, quasi la totalità dei maschi alfa è dell'Ariete ed è dotata di un livello di stronzagine che fa impallidire persino gli animi più coraggiosi.
Conosco bene l'Ariete, perché di uno forse sono stata innamorata. Dico forse perché non sono certa fosse davvero amore. Certamente si trattava di un forte sentimento di affetto ma non so dire, però, se si sia mai tramutato in qualcosa di più perché sono stata portata dalle circostanze a reprimere il sentimento. Ed è forse stato anche un bene.

Da qui in avanti chiameremo Valerio il mio esponente dell'Ariete. Era di qualche anno più grande di me e lo si vedeva non solo nella fisicità, ma anche nel portamento. E io, dall'alto della mia ingenuità al pari di quella di Marianne, non avevo mai preso neanche un caffè con un uomo in giacca e cravatta.
Tipica faccia da schiaffi del maschio alfa.
Inutile dire che mi sembrava strano anche solo camminare accanto a lui: io avvolta nel mio infantile cappotto bianco tempestato di fiocchi blu e lui nel suo completo marrone scuro, con la carnagione un po' olivastra, la barba lunga di qualche giorno, il casco integrale in mano, il portamento di un uomo e non di un ragazzo. Carismatico, affascinante, simpatico, sicuro di sé, intelligente. E stronzo. Così stronzo che compiva delle azioni il cui scopo finale era la sua soddisfazione personale ma non si curava del fatto che per raggiungere lo scopo avrebbe provocato il malessere di altre persone. 

L'Ariete è orientato all'obiettivo, se ne frega di chi becca nel tragitto che percorre per raggiungerlo. E non potrebbe essere altrimenti, un vero capobranco (e quindi un vero leader), nella lotta per il benessere del branco, non può preoccuparsi di chi perde la vita, la faccia o il cuore nella battaglia.
Ed è ciò che fa Willoughby, che non si preoccupa di offrire alcuna spiegazione a Marianne delle proprie azioni, terrorizzato soltanto dalla possibilità che quella frigidona della zia non gli lasci alcuna eredità.
Perché un'altra caratteristica dell'Ariete (e quindi del maschio alfa) è quella di apparire sempre come l'uomo che non deve chiedere mai. Neanche l'orario a un passante, neanche dove cacchio si trova Via di Ripetta che sta girando attorno allo stesso palazzo da un'ora perché Google Maps non funziona, neanche il bicchiere d'acqua al bar. Morirebbe di stenti e di sete, arriverebbe tardi a un appuntamento piuttosto che regolare la valvola dell'orgoglio e portarne il livello a un grado accettabile.
Il maschio alfa non ha bisogno di nessuno. Secondo lui sono tutti gli altri ad aver bisogno di lui. Se Willoughby si fosse abbassato a un confronto con quella frigidona della zia nulla sarebbe successo e lui non sarebbe stato costretto – dalla sua idiozia poi, possiamo dirlo tranquillamente – a lasciare Marianne.
Inutile poi, ve lo garantisco, chiedere spiegazioni all'uomo Ariete. Egli farà sì che la sua versione dei fatti corrisponda solo in minima parte alla realtà, cercando di incolpare il resto del mondo piuttosto che prendersi le proprie responsabilità. 

Valerio, infatti, nelle discussioni che abbiamo avuto il piacere di NON fare durante il nostro anno di frequentazione, aveva una visione della situazione completamente distorta, per nulla corrispondente alla realtà. Era praticamente impossibile avere una discussione con Valerio perché questa si trasformava automaticamente in una NON discussione. Soprattutto perché, tra le altre cose, sebbene fosse un uomo molto sicuro di sé e orgoglioso, non cercava mai il chiarimento o la discussione. Anzi. Valerio, come Willoughby, era un mago nella disciplina del non detto. Se qualcuno ne istituisse uno sport, il maschio dell'Ariete sarebbe doppia cintura nera intagliata di oro zecchino.
Perché darti spiegazioni vere, quando invece ci si può comportare come persone affette da bipolarismo? Perché darti una risposta sensata, quando invece è più comodo tirare in mezzo altra gente, colleghi, amici, prozie, impiegati all'ospizio, crostacei giganti? Temo che mai sarò in grado di capire il funzionamento delle sinapsi nel cervello degli uomini affetti dal (chiarissimo!) disturbo provocato dall'appartenenza a due categorie così pesanti da sopportare: il segno dell'Ariete e l'alfamaschiezza.
 
C'è da dire, però, che essere la donna di un maschio alfa ha i suoi vantaggi. Per i primi sei mesi. Almeno, questo è il tempo in cui Valerio è stato al massimo della sua forma per diventare, poi, scostante e antipatico, trasformando qualcosa di bello in estremamente doloroso.
Regali inaspettati, visite a sorpresa, messaggi piccanti, dediche importanti e tanta, tanta ma proprio tanta passione. Una passione che ti travolge, evidente anche in piccoli gesti, in baci rubati sotto la pioggia, in sguardi di sottecchi, in mani intrecciate sotto a un tavolo.  
Peccato che poi, a un certo punto e senza una spiegazione reale, tutto finisca. 

Una cosa mi sento di raccomandarvi e mi riferisco a voi che con il maschio alfa non ci avete ancora mai avuto a che fare: tenetevene alla larga. Il maschio beta, date retta a me, non è per niente male. Basti pensare al Colonnello Brandon che, a dispetto dell'aspetto meno fascinoso e del carattere meno carismatico, al maschio alfa je magna 'n testa.
Cosa ci insegna, quindi, la nostra zia Jane? Che è bene, donne, non lasciarsi abbindolare dal sorriso sornione del maschio alfa perché questo sarà la nostra rovina.

8 commenti:

  1. Di segni zodiacali e roba simile non me ne intendo perché non mi interessano - Willoughby l'ho considerato odioso dal primo momento a prescindere e no, non finiremo per sposarci alla fine come Elizabeth e Darcy - però su una cosa concordiamo: il colonnello Brandon è tenero e, dal momento che Marianne è l'eroina Austeniana che tollero meno, trovo significativamente ingiusto che *SPOILER* finiscano insieme perché, davvero, penso che lei non se lo meriti. Ma come dice Edmund Bertram, non ci lamentiamo mai di ciò che di bello ci è capitato in sorte, quindi contento lui, contenti tutti.

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    1. Ecco, no infatti, diciamolo. Il maschio beta Colonnello Brandon è davvero <3 e sì, anche io credo che lei non se lo meriti affatto.

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    2. Rileggendo mi sono accorta di aver usato "finire" in varie salse e chiedo scusa ma tendo a limitare la proprietà di linguaggio quando parlo di qualcosa che mi sta davvero a cuore. Ah, per la cronaca, questa rubrica mi piace pure di più di quelle sulle cover :)

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    3. Ahahah ma non preoccuparti! ^_^ Sono contenta ti piaccia questa rubrica :)

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  2. Neanch'io me ne intendo di astrologia. E non mi è mai importato molto di Willoughby e Marianne. Vorrei spostare l'attenzione sul meraviglioso colpo di scena finale, in cui Edward torna e si scopre che NON si è sposato con Lucy. Le lacrime di Elinor alla fine: un bellissimo momento. Quasi quasi piangevo anch'io.

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    1. Neanche io mi intendo davvero di astrologia, parlo per conoscenze apprese random grazie a Fox sentito due volte l'anno. Forse dovrei specificare, quando scrivo un post, che non sempre dico le cose seriamente ma che, spesso, lo faccio scherzando. Chiaramente, più che soffermarmi sull'Ariete, mi soffermo più sul maschio alfa – che, invece, funziona sempre allo stesso modo (purtroppo!), di qualunque segno zodiacale, età, estrazione sociale sia. E sono contenta se qualcuno non è ancora stato abbindolato da un soggetto del genere, ne guadagna certamente di salute xD Se sei tra queste persone, sono molto contenta per te :D
      Sì, concordo con te, è molto toccante l'happy ending ma non è effettivamente qualcosa che avrei potuto affrontare scherzandoci su, anzi.

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  3. Il maschio alfa. In natura non decidono le femmine della specie, decide l'ambiente. Il caprone con le corna lunghe stronca gli altri, fa il vuoto e si dà appuntamento al Pincio con le caprette perché c'è solo lui. Non perché è più figo. "Beeeh, guarda che cornoni quello!". Na. E' che gli altri caproni sono dimessi, deboli e bastonati, se ne stanno alla larga. Se crolla il clima il caprone corna lunghe deperisce e vince invece il caprone vello lungo. Al Pincio ci va lui, che le caprette zitelle non vogliono restare.
    Il masculo alfa più o meno funziona nello stesso modo: tu eri là, lui risaltava nell'ambiente rispetto agli sfigati giocatori di playstation. I quali magari erano fighi ugualmente, ma tappati in casa/opachi in quell'ambiente. L'alfismo è più o meno questo: metti un tamarro in un concerto metal, e vedrai lo sfigato più sfigato del mondo. Lo ficchi in disco e sembrerà un re. La voglia di riprodursi fa durare l'illusione un po' più del necessario.

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    1. Be', cioè sì, ma io non ho mai detto che il maschio alfa lo decide la donna. Cioè, mai detto che è la donna che si alza e dice "tu sarai un maschio alfa". Nei branchi, comunque, non è l'ambiente vero e proprio a stabilire quale lupo è alfa perché ha il pelo più lungo e gli altri invece hanno i peli rosci e quindi nessuno se li fila. Difficile pure pensare a un lupo beta (che comunque fa parte del branco del lupo alfa) rinchiuso in casa a giocare alla playstation. Un conto è l'evoluzione (capre, velli, corna), un conto è la riproduzione e la vita degli animali che si spostano in branco (come gli esseri umani, se ci fai caso. Difficile i nomadi siano da soli). In ogni branco c'è un capo, un leader, che è anche l'alfa. E poi ci sono i beta. Funziona così pure tra i licantropi :P Poi ci sono specie in cui l'alfa ha l'esclusiva sulle femmine fertili e specie in cui anche i beta si riproducono. Un discorso che va al di là dell'ambiente. Per gli esseri umani, chiaramente, vengono fuori altre cose che per gli animali non esistono neanche, mi sembra anche sciocco specificarlo.
      Ho fatto un discorso "leggero" e generale, senza scendere nel dettaglio di chi gioca a PES e chi, invece, va al concerto dei Pantera e di chi, tra i due, potrebbe essere un maschio alfa (anche nei gruppi tra i cosiddetti sfigati c'è l'alfa, così come nei gruppi di metallari). È una dinamica normale dei gruppi: c'è sempre un capo. E questo capo è un maschio alfa che ha, SEMPRE, una sequela di donne attorno perché è sessualmente attraente e non perché è bello, ma perché è "animalescamente" (passami il termine) adatto alla riproduzione perché darà vita a cuccioli forti e in salute. Prima di essere umani siamo animali :)

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