lunedì 30 maggio 2016

Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo 30 maggio – 5 giugno

Buongiorno!
Oggi stavo per non scrivere questo post perché, gente, sarà che c'è il 2 giugno di mezzo, ma non esce praticamente nulla di interessevole in libreria. Non vi sembra una sorta di ingiustizia?
A me sì. Comunque, a parte questa cattivissima notizia sui libri in uscita, ne ho anche una buona: questa settimana riuscirò a pubblicare In my bookshelf e sarà la puntata più lunga del secolo dato che include due mesi. Aiuto. 
Per il resto, le letture procedono disastrose come sempre, ma ho quasi terminato un libro – evento che mi sembra giusto festeggiare. In realtà durante questa settimana avrò un po' più di tempo da dedicare ai libri e alle serie tv, quindi prevedo grandissimi progressi.
Per il resto è tutto ok, ieri ho avuto la conferma che c'era davvero un motivo per il quale non commentavo mai status e video di gente con un tot di fan su Facebook e il motivo è che il moralizzatore è sempre appostato dietro l'angolo: attende che tu faccia una battuta, che lui non coglie, e giù a moralizzare con aggressività. Gente, relax, è Facebook eh. Non capisco perché si agitano per le idiozie. Ma c'avete una vita? Ecco, vivetevela. Andate a pascolare il cane, a giocare con le foglie, a farvi una birra al parchetto, guardate Uomini e Donne se proprio volete esperire un calo di intelligenza, ma state calmi ché la pressione alta fa un sacco di danni eh, ve lo dico.
Comunque basta, oggi per riprendermi dallo shock andrò al Libraccio, così calmo l'odio per il genere umano. Ma, e dico ma, prima di mandare 98765 mail per lavoro e poi decidermi a lanciarmi nella città, vediamo le due insulse cose in uscita questa settimana.

Questo non è il nuovo numero di Moda Vilona (tipo Postal Market) con la collezione per il prossimo inverno svedese, no. Questa è la copertina di un libro che no, gente, no, non ha a che fare con gli alieni di Roswell e l'Area 51. E no, non è neanche un libro che racconta i terribili esperimenti sugli esseri umani giovani ma con la ricrescita grigia (??). 
Certo, vista così mi fa subito pensare a una trama mista tra Stephen King de L'incendiaria e X-files, però trattasi ovviamente di un'opinione strettamente personale. Che in questo caso potrebbe pure essere considerata oggettiva però eh.
Silence è un ebook – purtroppo non sarà al momento disponibile in cartaceo – che tratta un argomento assolutamente originale: la nostra amica, che ha contemporaneamente 20 e 70 anni, ha smesso di parlare quando ne aveva 5. Il motivo non si sa, ma da quel giorno lei si esprime a gesti, dice la scheda.
A gesti? Cioè come io mi esprimo quando vado in un posto di cui non conosco la lingua? Fateme capì, questa non parla da quando ha 5 anni – quindi, di fatto, ha parlato per pochissimo tempo – e i genitori non le insegnano neanche la lingua dei segni? No, a gesti? Come avrebbe fatto Mowgli? Ma uno psicoterapeuta che facciamo, lo chiamiamo? Sta cosa dei gesti veramente mi fa incazzare. Ve la immaginate una conversazione a tavola con questa tizia qui? Che a gesti vi dice che il broccolo le fa schifo e invece la cicoria è più buona? Mi auguro sia almeno brava a Pictonary, sennò solo coi gesti campa cavallo...
Comunque, non so cosa davvero mi disturba di questa copertina. C'è qualcosa che non va: sarà il Times New Roman senza profondità, senza ombre? Sarà la faccia inquietante di lei? Sarà lo sfondo smarmellato? Sarà l'uccello finto in alto a sinistra? Perché è finto, giusto? Cioè, non faceva originariamente parte della foto. A me sembra disegnato appositamente lì, senza alcun senso, tra l'altro. Non so, ragà, c'è questa cosa per la quale io guardo la tipa e penso che la morte è vicina. Non lo so perché. Me farò tranquillizzare da mia madre, a gesti però. 

Ho una domanda esistenziale. Giuro, è davvero importante. M'è venuta in mente non appena ho visto questa fantastica copertina. Anzi, ne ho due, ma la prima è la più importante. Pronti? Pronti.
Ma chi cazzo è Irene Cao? E, soprattutto, perché dal cognome io me la immaginavo brasiliana o portoghese e poi scopro che è de Pordenone e che, magari, il posto più esotico che ha visto nella vita è Milano Marittima?
La vedo ovunque, pure al Libraccio tra i libri a 3 euro, c'è una pioggia di Ti vedo, Ti guardo, Ti annuso, Ti voglio, Ti sento, Pronto? Spostate che nun pija... 
Me so' persa il momento in cui è diventata famosa. Cioè, il balzo in avanti dallo "scrivo robbette poporno pe l'amiche" ad "autrice di successo da 600.000 copie" (ma poi 'ndo? In Italia ci stanno davvero più di 600.000 lettori? Siamo sicuri?). 
Ma non perdiamoci in quisquilie, ho un'altra domanda importante, forse più importante di quella di prima. Ora, voi lo sapete che io parlo sempre dopo aver fatto le prove, normalmente in bagno. E quindi, ci ho provato a mettermi i capelli in faccia e la domanda è: ma alla tizia non viene da starnutire? Perché, ragà, a me dopo i primi due secondi mi prudeva tutto, ho cominciato a starnutire, per non parlare poi della scomodità della cosa perché, volente o nolente, i capelli fanno sudare. Capite? Quindi alla fine ce li avevo tutti appiccicati in faccia e niente, il risultato era tutto fuorché che erotico.
La scheda comunque ci tiene a dirci che Bianca, la protagonista, normalmente non si benda coi capelli – per fortuna, sennò sputava in faccia agli amanti a ogni starnuto – ma vive con Sebastiano, l'amore della sua vita. Per lui ha rinunciato a un sacco di cose, una carriera promettente, la conquista del mondo, la manicure tutte le settimane, i peli superflui in abbondanza, ma a lui sembra non fregargliene proprio un fico secco perché zànzànzàn: la tradisce. Quindi lei piuttosto che evirarlo con un pezzo di vetro e chiamare un divorzista che l'avrebbe aiutata a lasciarlo sul lastrico, decide di partire alla volta dell'isola dove sua madre se spaccava de canne quando era giovane. Arriva lì e scopre la nuova dimensione del sesso che la libera dal passato. Io boh, vabbè. Ma il divorzista, magari bono, non era meglio? E comunque fattele pure te due canne, magari la smetti di metterti i capelli in faccia.


Per questa puntata è tutto, vi auguro una settimana di uccelli finti appositamente disegnati sui vostri selfie, e un sacco di gesti per farvi passare il sale dal vicino. Al prossimo lunedì!

16 commenti:

  1. Ahahahahah, ma dov'eri nascosta quando la Cao scassava le palle un'intera estate, col suo chef seduttore? Io cucino tutti i giorni, e per tutti, e mica mi mettono nei romanzi erotici, uff: talora, mi tolgo pure il pigiama e decido di vestirmi. Ma talora.
    Commento strettamente tecnico su Irene Cao (che, tra l'altro, è laureata in Lettere Classiche e ha scritto un manualetto, un approfondimento, su cui studiava una mia amica: che si deve fa' per campà): ma cavolo, quant'è bella. Per scrivere i romanzi di 'sto genere, ci vuole il fisico: mica come quella delle Sfumature...

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    1. Ah ma quindi prima di Ti vedo, Ti sento, Ma eri te? scriveva roba sulla cucina erotica? :O Me la so' proprio persa, io l'ho conosciuta con quei libretti dove lei guardava tutti (inquietante).
      Sì, cioè, magari poteva scrivere altro visto che scrive anche robba pe' l'università, tipo un romanzo normale. Il poporno non le fa onore. Nel senso, cioè, pensa come la guarderebbero gli alunni (maschi) quando lei fa gli esami xD
      Sì, per quanto riguarda la fisicità c'hai super raggio. Altro che 50 sfumature! La Cao è decisamente molto bella (e quindi ritorniamo agli alunni maschi quando vanno a fare gli esami e magari se trovano lei come assistente. E sanno che ha scritto libri poporno).

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  2. Irene Cao ti dirò che l'ho incontrata dal vivo e mi ha sorpreso. Da una che scrive questa roba mi aspettavo una rincretinita epocale. Non ho mai effettivamente letto nulla di suo, ma un'amica che ha ricevuto, non molto felicemente, una delle sue trilogie in regalo dal fidanzato(roba che ti lascio a stecchetto per un mese, e la prossima volta impari a comprarmi il libro che ti avevo detto io), mi ha raccontato di non essere riuscita ad andare oltre le prime pagine. Bè, nonostante scriva questa roba, si è rivelata una persona molto intelligente e sensibile. Ha detto un sacco di roba intelligente. E chi se lo aspettava? lol A voler provare a leggere qualcosa di suo che non abbia a che fare con frustate e bende fatte di capelli, ultimamente ha partecipato ad un'antologia dedicata alle donne che si chiama Io sono il nordest :) Fatto sta, che le sue copertine sono proprio brutte xD

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    1. Sì, le copertine (anche quelle dei libri passati) sono davvero terrificanti.
      Lei non l'ho mai vista, l'ho vista oggi in foto per la prima volta (quando appunto mi domandavo di dove fosse). Non credo ci sarà mai occasione di incontrarla, ma dovessi decidere di partecipare alla presentazione di un suo libro, ti penserò :)

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  3. Due sole uscite, ma che uscitone! Volevi mica lasciarci senza! La copertina di Silence è davvero inquietante, mi fa l'effetto dei Dissennatori su Harry Potter, davvero. Che poi, quando ho letto che la protagonista si esprime a gesti mi sono venuti in mente solo quelli volgari, ma è senz'altro colpa mia che sono una brutta persona.

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    1. Ahahahaha ma no, non sei una brutta persona xD Era quasi naturale pensare ai gestacci che mimassero "bitch, passami il sale!" xD xD

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  4. Maddiosanto, cos'è quella roba!? Il problema della copertina di "Silence" è ogni cosa. Seriamente, da ciò che ci hai raccontato sembra uno di quei romanzi tutti delicati e pieni di buoni sentimenti, ma guardi la copertina e ti aspetti un horror ambientato in un carcere di massima sicurezza per malati mentali. Questa da vecchia diventa la nonnina che fa "shhh" a DiCaprio all'inizio di Shutter Island. Gli occhi storti, la stempiatura - no, qui altro che occhi storti, l'occhio destro pare proprio morto. Non glie se la fa.

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    1. L'occhio destro (perché, invece l'altro?!) è terrificante. Ma tutto è terrificante, c'hai proprio ragione, sembra un horror ambientato in un carcere. Che ne so, mo' mi immagino l'Arkham Asylum di Gotham -.-'

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  5. la solita "poca roba ma buona". i titoli dei libri di irene cao mi turbano ogni volta che li vedo (alla libreria dell'auchan, nelle librerie senza sezione salumeria non li ho mai notati), e poi per colpa della mia dislessia latente sono stata convinta per secoli che fosse irene ciao. ma ciao proprio.

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    1. Ahahahah peggio di me che la immaginavo portoghese! xD hai vinto, di brutto proprio.

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    2. mi sa che quella che ha vinto è irene cIao, che si fa i bagni nei soldi di chi legge fuffa.

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  6. Avete ragione, la copertina di Silence fa troppa paura. Una tizia dall'aria strana avvolta nella nebbia. Con una rondine finta in alto a sinistra.

    Di Irene Cao sapevo che è friulana e che ha un dottorato. Ma questo non mi invoglia a prendere in mano uno dei suoi libri. Magari tra qualche anno scriverà qualcosa di diverso.

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    1. Ahahah Alessandra con il "Ma questo non mi invoglia a prendere in mano uno dei suoi libri" mi hai stesa ahahahaha xD

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  7. bella la Cao. Vabbè che ce vo' ha sempre mezza zinna de fori ed il maschio medio non va più su di lì (porto la terza ed ho anche gli occhi azzurri, pochi se ne sono accorti). Cmq il dottorato è necessario per scrivere poporno? mi ci proverò, visto mai arrivassi a guadagnare uno stipendio più decente di quello da ricercatore.

    @Nadia: letto l'articolo della tipa aggredita da un corvo (si, lo so, s'era detto gabbiani) in centro a Roma?

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    1. Ahahahahaha oh mio dio no!!! Sono andata a vedere e ne avrà per sette giorni, poraccia! Accidenti, potevo davvero rischiare la vita! Mi è andata bene, Roma mi ama si vede ;-)

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    2. @Federica: secondo me il dottorato non è necessario per scrivere poporno, basta solo che porti fieramente mezza zinna de fori per farti uno stuolo di ammiratori.
      Certo, una dottoranda ha una marcia in più, nel senso che poi essere anche insegnante bona, oltre che scrittrice, apre scenari poporno nelle menti dei maschi medi che non c'hai idea. Direi che te la poi studià, sicuro lo stipendio è più alto. Famme sapè.

      @Nadia: vedi? Mica io parlavo dei volatili della capitale così per caso eh, ce lo so che succedono cose allucinevoli... Pensa che per un periodo a Trastevere c'era il rischio scivolata sul guano... Pe' dì eh, solo pe' dì.

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