venerdì 20 maggio 2016

Sopravvivere al Salone Internazionale del libro 2016 ovvero cercare di non annegare nei sentimenti

Il Salone è finito anche quest'anno, anche quest'anno non sono riuscita a organizzarmi senza perdere del tempo, anche quest'anno ho vagato senza meta, anche quest'anno – come l'anno scorso – mi sono procurata qualche vena varicosa in più. Ho anche ovviamente acquistato (e te pareva!), ma molto molto molto meno rispetto allo scorso Salone.

Un po' perché, gente, c'ho così tanta roba a casa che se ne aggiungo altra completamente a caso rischio di morire schiacciata dal peso della cultura, un po' perché ho bisogno di liberarmi di quanta più "vecchiezza" possibile perché (lo dice anche Rob Brezsny nell'oroscopo di questa settimana) ho bisogno di un nuovo inizio. E il mio nuovo inizio includerà anche una liberazione da ciò che è vecchio, libri inclusi. Insomma, nei prossimi mesi – prima del mio compleanno, dice sempre Rob – mi dedicherò al decluttering di tutto: abiti, persone, libri.
Certo, il mio decluttering di libri non procede esattamente spedito perché continuo a distrarmi con gli ebook e i gruppi di lettura e quindi niente, dei libri "vecchi" ne ho letti davvero pochi dall'inizio del 2016, ma cercherò di recuperare nella corsa verso luglio (quando farò il compleanno).

L'altra novità, oltre all'esiguo numero di volumi acquistati – che vi illustrerò tra poco –, consiste nell'aver partecipato ad alcuni incontri e non soltanto per avere una sedia sulla quale poggiare il mio deretano, sebbene il problema delle sedute persista nell'organizzazione del Salone. Credo si tratti di una sopraffina tecnica di marketing secondo la quale vogliono circuire il tuo cervello provato già dall'assenza di riposo adeguato, cosicché ci si ritrovi a fare acquisti sconsiderati di libri dei quali, francamente, prima di entrare al Salone bellamente te ne infischiavi.
Probabilmente funziona così anzi, ne sono quasi certa. Ma io, impavida, ho resistito: neanche un Newton Compton da 5 euro tra i miei acquisti, quindi la deprivazione da sonno e riposo con me funziona in altro modo. Cioè, divento molto aggressiva, ma non mi concedo acquisti completamente casuali.

La stanchezza e il caldo – gente, allo stand Fazi ho temuto di morire e ho preso a sventolarmi prepotentemente con la cartina del Lingotto mentre attendevo La Leggivendola – mi hanno però portata a dimenticare di acquistare un libro che, argh!, deve ancora uscire in libreria e che CasaSirio però aveva portato al Salone.
Si tratta di Elementare, cowboy di Steve Hockensmith che mi preoccuperò di ordinare sul loro sito in questi giorni perché mi piace la copertina, il titolo e pure la trama e quindi deve essere mio.

Sarò perdonata, spero, dato che l'ho dimenticato non solo a causa del caldo e della stanchezza, ma anche perché quel pomeriggio avevo assistito alla presentazione di Charlotte Brontë. Una vita appassionata di Lyndall Gordon e, mentre durante la presentazione sono riuscita a tenere a freno le lacrime, al momento della dedica da parte dell'autrice non ce l'ho fatta.
Testimone Letture sconclusionate, mi sono lasciata andare in un piccolo pianto di commozione perché, insomma, la gente piange per Vasco Rossi e io, invece, piango per chi si avvicina più alla voce della mia autrice preferita che non potrò mai incontrare. E poi, non so, sarà che a me la vita di Charlotte e la sua figura toccano in particolar modo, sarà che si tratta di un periodo non particolarmente felice, ma le lacrime sono scese da sole. Fortuna che Lyndall Gordon non si sia accorta di niente perché scommetto di essere stata l'unica sulla faccia della Terra a essersi commossa alla presentazione di una biografia.

La dedica di Lyndall Gordon non è stata l'unica – ambita – che mi sono portata a casa, ma è stata accompagnata da quella non meno importante di Luca Tarenzi, posta sul suo nuovo libro uscito da poco per Gainsworth e che si intitola Di metallo e di stelle. L'apprendista di Leonardo (volevo inserire il link alla scheda del libro ma niente, sul sito dell'editore non c'è ancora e quindi, per farvi ammirare la copertina – cielo! È fatta divinamente e anche quando togli la sovraccoperta, cioè... Mica pizza e fichi –, vi appiccico una bella foto fatta da me con la mano tremante). Vabbè, doveva essere una sola foto, ma il collage veniva 'na poracciata, nun se vedeva gniente e allora ne ho fatte tre. Sarebbe bello se riuscissi a metterle in fila, ma Blogger non è d'accordo e quindi niente. Sparse.




Ma già che ero allo stand Fazi per procurami il cartaceo della biografia di Charlotte (che ho già letto in versione digitale e che mi è stato, in parte, utile per la scrittura della puntata di So classy! a lei dedicata), per accaparrarmi la borsetta – in omaggio con l'acquisto di due libri – ho preso Gli anni della leggerezza di Elizabeth Jane Howard, complice anche l'offerta del giorno che mi ha permesso di acquistarlo al 50%. Ne ho sentito tanto parlare della saga dei Cazalet e non ho resistito. È vero, ho altri centordici libri da leggere a casa, ma della Howard ne parlano davvero tutti, non potevo esimermi. Giusto? Giusto. Quando mi do ragione da sola è preoccupante.

Ho poi acquistato un libriccino da una piccola casa editrice che si chiama Edicola Ediciones e, livello super difficile, l'ho acquistato in spagnolo. Il corso, è vero, l'ho iniziato da poco e in spagnolo continuo a saper dire le stesse cose di prima, forse ci ho aggiunto due o tre parole ma niente di particolare. Però No leas a los hermanos Grimm ci ho provato a leggerlo, prima di acquistarlo, e devo dire che non era andata malissimo. Cercherò di leggerlo quanto prima, anche perché ho acquistato giusto ieri un corso di spagnolo di tre settimane (intensivo) da fare quest'estate direttamente in Spagna, cosa che sicuramente mi aiuterà a parlare con un tono di voce da essere umano e non da voce meccanica di Google Maps.
Mi interessava in particolar modo, poi, il lavoro di Edicola (e ringrazio Silvia per avermeli fatti conoscere) perché si occupano di tradurre gli autori cileni in Italia e gli autori italiani in Cile. Pura follia, esatto. È bello, però, quando è così, no?

Ultimo libro che è venuto a casa con me dal Salone è Miss Jerusalem di Yishai-Levi Sarit di cui mi ha omaggiata la casa editrice. Lo avevo visto da diverse parti, ne aveva chiacchierato anche La leggivendola e io, niente, lo volevo oppure no. Non in quel periodo, comunque. Invece in questo periodo – tanto, in fondo, la bottiglia dei to be read ha parlato con un anno di distanza per suggerirmi la lettura di un libro di cui, poi, neanche ho fatto la recensione (pessima blogger!), posso di certo distrarmi un altro po', no? – ci sta proprio a pennello, soprattutto perché in barba a quanto dicono tutti, io leggo più libri scritti da donne che da uomini e non lo faccio neanche apposta. Accade e basta. E poi mi piace che sia la storia di una famiglia e ci siano un sacco di donne, insomma dallo scaffale stava urlando il mio nome. Trovo che Sonzogno, tra l'altro, abbia cominciato a pubblicare delle cose davvero molto molto molto belle, mi piace la loro nuova linea editoriale.

I miei acquisti, come vedete, sono stati pochi (per fortuna!), ma non per questo meno sentiti, anzi. Diciamo che i libri nei quali sono "incappata" per caso sono quello di Edicola Ediciones
e uno che, però, non ho acquistato al Salone ma che comprerò il mese prossimo per motivi gravi di liquidità (dilazioniamo ché è meglio, altrimenti muoro seriamente, pure de povertà dato che vabbè, tralasciamo le mie spiacevoli avventure lavorative) e che si chiama Riscenziello, scritto da Marco Ciotola e pubblicato da Rogas Edizioni (casa editrice conosciuta in fiera, lo ammetto).

Oltre alla presentazione della biografia scritta da Lyndall Gordon, poi, ho anche partecipato ad altri eventi ma, dato che questo post è già lunghissimo (e non riesco a spiegarmi perché), nominerò solo quello che mi ha convinta all'acquisto – che avverrà il mese prossimo – del libro presentato. Sto parlando della presentazione del libro Margherita Sarfatti. La regina dell'arte nell'Italia fascista di Rachele Ferrario che mi ha incuriosita molto. Forse, dopo la Gordon, sono riuscita a superare lo scoglio delle biografie e quindi ormai sono lanciatissima? Chissà. Fatto sta che mentre Rachele Ferrario parlava di Margherita Sarfatti, lo faceva con passione (la stessa che, probabilmente, ci metto io quando parlo di Charlotte) e questo mi ha piacevolmente colpita. Libro che, purtroppo, costa un pochino (parliamo di 25 euro) e che non credo di trovare usato, ma magari potrò regalarmelo per un'occasione speciale.

Per quest'anno è più o meno tutto, anche se ho sicuramente dimenticato di nominare qualcuno o qualcosa (come la puzza di aglio, sudore e guanciale che, a momenti alterni, aleggiava nei corridoi. Insomma, se non ti lavi, non ce venì al Salone perché ammazzi la gente bassa come me, che la puzza la avverte prima, chiaro lettore puzzone?).
Il prossimo anno, giuro, mi organizzerò meglio. Forse. 

13 commenti:

  1. È vero io c'ero e c'era anche la giornalista (?) che rideva come una matta alle mie "parole di incoraggiamento" :DDD Ma sono contentissima che ti sia piaciuto l'evento sulla Sarfatti! Buona giornata mia cara!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Povera giornalista, avrà pensato che sono pazza sia perché ho pianto per una biografia (cioè, parliamone) su una tizia stramorta, sia perché ho carinamente espresso il mio disappunto per le copertine di una certa casa editrice. Da animo romantico che si commuove a coatta de Torre Angela in un nanosecondo.

      Elimina
  2. Adoro Charlotte Brontë, adoro quando ti dai ragione da sola e adoro quando alterni l'italiano al romanaccio. :D
    Comunque sia, prossimo anno voglio andare anch'io al Salone! Chissà, magari ci si incontra! A me piacerebbe molto conoscere la lettrice bassa che sente la puzza prima degli altri! :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahah ti ringrazio per questa simpatia che nutri nei miei confronti xD Be', al Salone se vieni – l'anno prossimo – fai un fischio, ché magari ci si vede ^^

      Elimina
  3. Il lettore puzzone è un problema anche per me, visto che siamo basse entrambe!! Il prossimo anno giriamo per il Salone distribuendo deodoranti gratis (sempre meglio di quella che girava dando il volantino del suo libro...dark fantasy...) :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh proporrei un connubio deodorante-saponetta, così è proprio chiaro che te devi da lavà. Che poi, va bene, sarà anche colpa nostra che viaggiamo ad altezza ascella – dannati cm! –, però non è che devono ucciderci per far evolvere la specie solo con gli esseri umani alti eh.

      Elimina
  4. Io probabilmente al Salone non andrò mai. Però anch'io ho in programma di liberarmi di un po' di vecchiume prima del compleanno (luglio anche per me).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perché dici ciò? Non vuoi davvero vederlo? Allora vieni alla fiera a Roma!
      Ecco, per toglierci di mezzo i libri vecchi – che io poi vendo o regalo, se decido che non vale la pena tenerli – direi di darci forza a vicenda e confrontarci di tanto in tanto. Così, per sapere quanto ci siamo distratte nel"tragitto" verso luglio xD Io tantissimo, ho già 90 libri "nuovi" da leggere, sigh.

      Elimina
  5. La mia strategia: comprare il meno possibile, prendere a prestito quasi tutto in biblioteca, regalare i libri vecchi... ma poi cedo al sentimentalismo e mi porto a casa "i libri liberati": quello che la gente dà via (spesso libri nuovissimi!), quello che le biblioteche stesse regalano perché non hanno più posto in archivio. E poi quando li ho in casa mi ci affeziono.

    Per il momento rinuncio alle grandi fiere perché c'è troppa folla e il mio senso dell'orientamento fa cilecca. Mi focalizzo su presentazioni letterarie vicino a casa: le organizzano anche in provincia :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non riesco a non comprare, uff. Però ci provo dal mese di giugno, vediamo quanto resisto. Ricordo quella volta in cui ho resistito quasi 6 mesi, è stato bello. Ma me so' distratta comunque eh.

      Elimina
  6. :D sono contenta ti averti incrociata! E mi pare che alla fine tu abbia fatto degli ottimi acquisti :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dovremmo vederci più spesso. Ma tu a Roma mai? :(

      Elimina
  7. quanto rosico di non esserci stata... comunque volevo dirti che ti odio, miss jerusalem è finito in wishlist.

    RispondiElimina