venerdì 22 luglio 2016

So classy! #4 La casa della gioia di Edith Wharton


La signorina protagonista di questa nuova puntata di So classy! mi ha messo veramente a dura, durissima, prova. Non la conoscono in tanti, in Italia almeno, e trovo che sia un peccato. Ammetto che io, sebbene la conoscessi, non avevo mai letto nulla di suo anche perché, pubblicata tempo fa da La Tartaruga (casa editrice miseramente fallita) è stata poi praticamente dimenticata da tutti. Peccato, sul serio. Peccato perché Edith Wharton era una donnina niente male, ironica e sarcastica al punto giusto e, alle volte, anche un po' acida. Una donna che ho trovato piacevole e divertente leggere e che, secondo me, era anche un sacco simpatica.
Piuttosto che partire da L'età dell'innocenza (che, by the way, non è neanche in mio possesso perché mi rifiuto di comprare l'edizione BUR attualmente in commercio con quella copertina terrificante e non se ne parla proprio di comprare quella Newton Compton), ho letto La casa della gioia nell'edizione, appunto, de La Tartaruga. Edizione che, a dispetto della copertina (che trovo dolcissima) è piena zeppo di refusi: refusi a profusione, grandinata di refusi. E non scherzo. Così tanti che ce n'è uno anche sul prezzo di vendita. La traduzione dell'edizione in mio possesso è a opera di Clara Lavagetti Sforni.

Mi preme ricordare al pubblico in sala che è molto probabile che questo post contenga degli spoiler perché non potrei, altrimenti, esplicare bene le mie teorie se non portassi degli esempi – reali, letterali, inventati, intelletuali e quello che ve pare a voi.
Ormai sapete bene come funziona questa rubrica ma un avvertimento è sempre bene farlo, ché poi non voglio essere tacciata di essere una spoilerona. Quindi, se non avete ancora letto La casa della gioia andate a leggerlo e poi tornate. Oppure, se siete fortunati e avete dei seri problemi di memoria – come me – potete anche continuare a leggere, tanto fra mezz'ora ve siete dimenticati tutto e quindi anche chissene dello spoiler. Si parte!




La protagonista de La casa della gioia è Lily, una ragazza di 29 anni che a molti dei lettori in cui mi sono imbattuta nella blogosfera e, più in generale nell'internet, fa discretamente antipatia. Il motivo posso capirlo: Lily è, fondamentalmente, una sciocca ragazza superficiale e viziata. Vero, siamo d'accordo tutti. Lily desidera l'agio e la bella vita e, fino a un certo punto, fa di tutto per ottenerla, anche considerare di sposare Gryce – un uomo che la annoia a morte – e annoiarsi con lui per tutta la vita. Sì, forse il matrimonio non è esattamente il fine nobile per cui si giustificano i mezzi ma è anche vero che, forse, non lo è per noi. 
Lo è però certamente per Lily che, quando si reca a bere il tè nell'appartamento di Selden, non fa che riflettere su quanto sia triste essere una donna dato che non è permesso, alle donne, vivere da sole e avere una propria indipendenza. Alle donne del suo rango, almeno (perché, in effetti, le donne lavoratrici esistono già all'epoca della Wharton).
Al contrario dei lettori che nutrono per Lily una discreta antipatia, io invece trovo che sia intelligente, simpatica, sarcastica e, ahimè, forse un po' troppo ingenua. 
Devo ammettere che agli inizi del '900 probabilmente non doveva essere molto diffuso, ma mi stupisce che una donna come Lily non abbia neanche pensato alla possibilità. Di cosa parlo?
Ma di quella razza di uomo più comunemente conosciuta come "uomo col mestruo", ovviamente!

Piaget, padre delle fasi dello sviluppo*.
L'uomo col mestruo è ovunque. 
Ma attenzione, perché si nasconde molto bene tra le persone che conosciamo. Pensateci bene e scandagliate attentamente le vostre amicizie: ognuno di voi conosce almeno un uomo col mestruo, statene certi.
E non parlo solo di quelli che credono di farla franca rifilandoti frasette sceme quando cercano di scaricarti (tipo: "Non sei tu, sono io", o anche "L'amore è come una pianta, se non la innaffi muore" e becere scuse di questo tipo), parlo soprattutto di quegli uomini che, di fronte alle situazioni complesse e che richiedono una decisione e/o una presa di posizione, escono di scena sbattendo la porta acidamente, come fossero in piena crisi ormonale. Purtroppo, gli uomini di questo tipo – che normalmente, nonostante abbiano superato di gran lunga la pubertà a livello fisico, cerebralmente non hanno ancora raggiunto la fase delle operazioni concrete* – sono molto diffusi, certamente più di quanto immaginate. 

Nessuno di noi, ahimè, ne è immune: nella vita, prima o poi, si inciamperà in un uomo col mestruo. Io ci sono inciampata un sacco di volte ma, nel mio caso, conta un po' la legge dei grandi numeri. Per motivi a me sconosciuti, conosco più uomini che donne e, quindi, è normale che tra questi – che sono miei amici e a cui voglio un bene dell'anima – vi siano diversi uomini col mestruo o tendenti al mestruo.
Ebbene, dicevamo, neanche Lily è immune all'uomo col mestruo, anzi, ne incontra addirittura due: Selden e Mr Dorset. 
Ora: Mr Dorset posso anche che quasi capirlo, d'altronde è sposato con una stronza a livelli colossali, difficile che si trattasse di un uomo sano di mente... Ma Selden?

Selden è un avvocato, scapolo e benestante, che vive in un appartamento di tutto rispetto (dettagli che si trovi alla Casa del Cadetto) e che all'inizio non sembra affatto male. Però, mia cara Lily, due domande dovevamo pur farcele: perché un uomo piacente, avvocato, benestante, è ancora scapolo?
La risposta possibile è una sola: o è pazzo o ha il mestruo. Nel caso di Selden la pazzia è fuori discussione, ma il mestruo c'è tutto ed è presente anche a livelli non trascurabili. 
Selden è il classico tipo "prima mi piaci ma poi no, prima ti faccio capire che ti sto corteggiando ma non del tutto, prima ti faccio intendere che forse sì potrei anche sposarti ma in fondo anche no mia cara rimaniamo amici che è meglio, ah ma ti ho detto che mi piacevi ieri alle 16 ma oggi alle 17 no?". Ditemi, non è forse uno da cui stare alla larga? Soprattutto perché, quando si tratta di fare le cose seriamente, Selden è il primo a raccogliere tutte le sue cose e ad andare via.
Bastava talmente poco per sistemare la situazione! 
Mio caro Selden, bastava parlare con la donna che pensi di amare a giorni alterni per scoprire che tutto quello che il resto del mondo diceva di lei era una grandissima stronzata. E invece? 
Invece ci fidiamo di più non solo delle voci che i Dorset, nella loro follia e tendenza al mestruo, mettono in giro ma anche di ciò che pensi di aver visto di notte, in una strada buia e da lontano, per giunta! Questo è accaduto perché l'ormone del mestruo ottenebra la logicità del pensiero, fa commettere stupide azioni e non ti rende in grado di capire cosa vuoi realmente dalla gente che ti circonda. 

Io, dicevo, ne ho conosciuti diversi negli anni (e continuo a conoscerne, alcuni sono appunto miei amici), ma ne ricordo uno con particolare affetto. Non era avvocato, non era avvenente – anzi! –, non era neanche benestante e, quindi, era praticamente impossibile sopportare anche il mestruo. 
Si trattava, comunque, anche di quel tipo di uomo che usa espressioni idiote per sganciarsi da impegni o appuntamenti (quella della pianta non l'ha usata ma solo perché al "non sei tu ma sono io" gli ho riso in faccia quasi sputando), oltre che avvalersi anche del mansplaing che è davvero una cosa fastidiosa (Hey, uomini all'ascolto: non spiegatemi niente, a meno che io non ve lo chieda, perché la maggior parte delle volte so esattamente di cosa state parlando e non ho bisogno di una spiegazione. Se non ve la chiedo, semplicemente, tenete la bocca chiusa. E comunque Google è mio amico, più di voi certamente).
Eppure, appartenendo al segno zodiacale del Toro, non avrebbe dovuto essere dotato di mestruo. È notorio che il mestruo sia una prerogativa dei Pesci, sempre pronti a lamentarsi, offendersi senza motivo e sentirsi soli, incompresi, depressi etc. Probabilmente, ora che ci rifletto, era un Toro con l'ascendente Pesci. Non chiederò, ovviamente, perché sebbene io sia sparita dalla scena con molta classe e lui sia impegnato con una tizia (che vabbè, tralasciamo la tizia) ogni tanto, a notte fonda, mi
Manca la risata con sputo, ma la faccia seria era così.
manda un messaggio senza senso su whatsapp. La mia risata con tanto di sputacchio e il mio invito, serio però, a capire cosa vuole dalla vita deve averlo particolarmente colpito.
Io, neanche a dirlo, rispondo sempre con educazione ma mantenendo le distanze. Immagino che non abbia ancora capito cosa cazzo vuole dalla vita. 

Era interessante il suo atteggiamento, antropologicamente parlando, ovviamente. Sempre presente il "mi piaci ma anche no, forse sì ma non ti amo, ti lascio libera perché non posso darti ciò che vuoi, ieri ho scopato con una perché tra noi è finita, hey ma chiccazzo è quello che ti ha messo un cuore sulla bacheca?! Se ti fidanzi con uno io muoro!" e tantissime altre varianti degli stessi squilibri mentali. Sempre presente, anche, il non chiedere spiegazioni ma fare voli pindarici, offendersi e litigare da solo. Tutto molto divertente. Se sei uno psichiatra, però. Tra noi è durata molto poco, giusto un paio di mesi, perché è vero che mi sono laurata in psicologia e l'interesse per il caso umano è sempre a portata di mano, ma è anche vero che sono una donna e mi piacerebbe continuare ad avere un primato in questo mondo in cui si parla di eguaglianza. Sono una donna e so' l'unica, in una relazione, che ce po' avè il ciclo. Chiaro? A voi uomini lascio le gioie dell'andropausa, eccheccazzo.

Non c'è soluzione, purtroppo, a questo problema di salute mentale (e ormonale). L'uomo col mestruo è una di quelle cose che ci sono e continueranno a esserci negli anni a venire, per sempre. È, in sostanza, una certezza come ce ne sono poche al mondo. Al pari di questa certezza ve n'è soltanto un'altra ed è la resting bitch face (che, secondo me, è la faccia di Mrs Dorset ma non abbiamo diapositive che ce lo confermino e quindi niente). Donne e uomini, rassegnatevi al mestruo.


*La fase delle operazioni concrete, che dovrebbe avvenire nei bambini di età compresa tra i 7 e gli 11 anni, è la quarta fase nella teoria di Piaget sullo sviluppo mentale del bambino.
In questa fase il bambino passa da una modalità di pensiero analogico a quella di tipo induttivo ed è in grado di giungere alla stessa soluzione partendo da due punti diversi. L'uomo col mestruo è ancora fermo a questa fase e non ha ancora acquisito, quindi, la capacità del ragionamento astratto (fase successiva). Questo è il motivo per cui, probabilmente, molte cose che potrebbero chiarirsi e risolversi in modo semplice restano, invece, a lui incomprensibili. Qui maggiori informazioni.

3 commenti:

  1. >>Eppure, appartenendo al segno zodiacale del Toro

    No, guarda, qui ti fermo e dissento proprio con decisione. Il toro è il segno del mestruo. Ma di brutto.

    A parte questo CRISTODDIO SELDEN.
    E a me Lily non faceva affatto antipatia, solo tanta ma tanta pena. La casa della gioia mi è piaciuto tantissimo, ma mi ha fatta anche stare malissimo. Curiosamente non sono mai riuscita a finire L'età dell'innocenza, invece.

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    1. Ma ma ma tutti dicono che l'uomo Toro è l'uomo perfetto! Io ne ho conosciuto uno solo (questo) e m'è bastato. Ho madre e sorella del Toro e loro hanno sempre il mestruo, ma so' donne, solitamente è diverso.

      Selden, convieni, è un cretino. Diciamolo. Mestruato da morire eh.

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    2. Uno dei miei migliorissimissimi amici è toro e quando è particolarmente mestruato aggiungo al suo nome il prefisso "mestruo", continuo a difendere l'oroscopo-tesi del toro = mestruo u_u
      Selden più che cretino è proprio... boh. Uno che non riesce a fare pace col cervello. Ma prendi 'na decisione in vita tua, figlio mio. Bah. Bah. Bah.

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