venerdì 3 febbraio 2017

In my bookshelf #35



C'è un motivo per cui In my bookshelf non è uno di quei post che pubblico tutti i mesi, come un tempo. Diciamo che, nonostante l'impegno, ho ripreso a leggere davvero solo da Gennaio e, inoltre, il fatto di non essere esattamente dotata di una libreria – e di una prospettiva di futuro stabile –, non mi permette di lasciarmi andare ad acquisti pazzi, anzi.
Qualcosa, però, l'ho ricevuta in regalo a Natale – grazie a Maria e a Simona di Letture Sconclusionate –, quindi la mia libreria non è proprio rimasta vuota. Quella di Roma, intendo. Perché quella qui a Barcellona è vuota appositamente. Nel senso che porto dei libri da Roma qui a Barcellona, me li leggo e li riporto indietro per fare una sorta di scambio. Questo mi tranquillizza, perché so che non accumulerò niente e, in caso di veloce fuga da qui, non dovrò fare più di un viaggio per potermi portare indietro tutta la mia roba. Cerco di mantenere i miei possedimenti della quantità giusta per riempire due valigie e un trolley, così che con un solo viaggio mi venga semplice abbandonare la Catalogna, sebbene non abbia alcuna intenzione di farlo – ma, come dire, non se sa mai.

Facciamo un rapido riassunto di ciò che è entrato a far parte della mia libreria. Maria, santa donna, mi ha regalato un libro che desideravo da un po' e si tratta di Autobiografia di una femminista distratta di Laura Lepetit pubblicato da Nottetempo. Perché lo desideravo? Semplicemente perché Laura Petit è la persona che diede vita a La tartaruga, casa editrice dai nobili intenti che poi fu inglobata da Baldini & Castoldi e, successivamente, tristemente fallita. Mi piaceva La tartaruga perché pubblicava solo libri scritti da donne. Ora, voi sapete che io sono un po' femminista e non tanto per questioni politiche, quanto perché alcune persone di mia conoscenza pensano che i libri scritti da donne siano noiosi – su che basi, poi, dicono questo non si sa. Insomma, basta con questa idiozia che chi ha a che fare con l'ingegneria deve essere uomo, chi fa programmazione deve essere uomo, chi fa lo scrittore deve essere uomo per essere bravo. No, ma anche no. Ne faccio un discorso che va al di là della politica perché, prima della politica, c'è il sociale. E io, un amico o un fidanzato che pensano che le donne non so' bone a fà niente non ce lo voglio manco stampato in cartolina. E basta. Sì, sono agguerrita.

Sempre Maria, santa donna, mi ha regalato Un certo Lucas di Julio Cortázar di cui ammetto di non aver letto nulla. Eh, lo so, l'ignoranza regna sovrana. Che ho fatto in 31 anni mica lo so. Che me so' letta? Un mistero che non avrà spiegazione, temo. Insieme a Un certo Lucas ho ricevuto anche Di grammatica non si muore. Come sopravvivere al virus della punteggiatura e allo sterminio dei verbi di Massimo Roscia, pubblicato da Sperling e Kupfer. Conosco Massimo perché ho letto (e molto apprezzato) La strage dei congiuntivi e sono certa che anche con il nuovo libro non mi deluderà. Inoltre, lui è davvero una persona molto piacevole, è intelligente, simpatico e, soprattutto, molto ironico. Sono certa che mi regalerà dei bellissimi momenti in compagnia del suo libro.
Ho ricevuto, sempre in regalo e da Simona, Lo schiavista di Paul Beatty di cui vi avevo mostrato l'incipit qui, L'amore è eterno finché non risponde di Ester Viola e, attraverso uno scambio su Bookmooch mi sono accaparrata anche Arlington Park di Rachel Cusk pubblicato da Mondadori e attualmente fuori catalogo. Un libro che ho sempre voluto, dalla data della sua uscita, ma che non ho mai comprato a causa del prezzo (circa 19 euro) e niente... Meglio così.

Per quanto riguarda le letture purtroppo, non ho molto da dire. Sono poche, molto poche (ma ci stiamo impegnando per far sì che siano molte di più) e alcune sono rimaste a metà. Da novembre a oggi ho letto Una spola di filo blu di Anne Tyler, pubblicato da Guanda nella traduzione di Laura Pignatti ed è stato amore, come ogni libro della Tyler. Anne Tyler mi rende una lettrice migliore e anche, in un certo senso, una persona migliore. Anne, se mai dovessi imparare l'italiano e capitare da queste parti... Sappi che ti amo follemente. Non vi ho ancora parlato di questo libro, non so se mai lo farò, ma spero di fare un post dedicato ad alcune letture, raggruppando più libri, così da potervi fare un'idea.
Ho poi letto e apprezzato Elementare, cowboy di Steve Hockensmith pubblicato da CasaSirio e di cui vi ho parlato nella recensione e L'amore è eterno finché non risponde. Per quanto riguarda il libro di Ester Viola non so esattamente cosa dire in merito. Ammetto che non conoscevo lei che, a quanto pare, ha un discreto seguito su Twitter – si sa, io e le twitstar apparteniamo a due mondi differenti. Il romanzo è piacevole da leggere, alcune volte mi ha fatta sorridere e altre riflettere, ma è come se mancasse qualcosa. Mi è sembrato poco approfondito in alcuni punti, avrei preferito anche avesse qualche pagina in più. Non che sia scritto male, anzi. Solo che sembra sia stato pensato, scritto e pubblicato in maniera fin troppo frettolosa. Peccato. Ho poi il lettura American Gods di Neil Gaiman che ho interrotto per dar spazio a Elementare, cowboy ma di cui riprenderò la lettura oggi stesso, andando al lavoro, perché mi piace assaissimo e sono a più di metà e cioè, non si fa di lasciare i libri belli a oltre la metà. No.

E la lista desideri? Lista desideri incredibilmente vuota, gente. Mi sto impegnando, come già vi dicevo nella puntata di Novembre a non acquistare niente e, quindi, il mio hobby preferito – e cioè cercare libri su Anobii e Goodreads per metterli in lista desideri – non è più un hobby che pratico. Posso dirvi, però, che sto preparando una lista di libri che mi porterò qui da Roma, anche se non so ancora bene quali. Dato il numero basso di libri che posso portarmi alla volta, devo fare una scelta ponderata. Ne riparleremo, quando avrò una lista pronta.


E voi, cosa avete letto, comprato, desiderato? Consigli utili su nuove uscite? 

2 commenti:

  1. Ho letto poco, in gennaio. Ho smesso di allattare la mia ultimogenita e mi sono resa conto di quanto riuscivo a leggere allattando. Uno sta là fermo e leggere, di giorno o di notte è perfetto. Ho letto "ragione&sentimento" della Bertola e l'ho trovato gradevole ma non uno dei suoi migliori, per me. E poi ho letto "l'amica del cuore" di M. Binchy che mi è piaciuto parecchio ma non è una nuova uscita. Sto pensando a cosa leggere ora è forse affronterò "elementare cow boy" che avevo scaricato da un po' e aspettavo il momento giusto. E sto leggendo "la piccola principessa" con la mia secondogenita.

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    1. Sai, della Bertola non ho mai letto nulla. In casa ho qualcosa (due suoi libri, per l'esattezza), ma mai mi sono avvicinata alla lettura. Mi sembra, a volte, l'equivalente italiano del chick lit. So che probabilmente sbaglio, ma ho come questa sensazione che è dura da mandare via.
      Ohhhhhh la piccola principessa! Vedrai che a tua figlia piacerà tantissimo <3

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