Il mio ritorno nella blogosfera è quasi passato inosservato, e di questo mi dispiaccio un po', ma è vero anche che non potevo pensare andasse diversamente, visto che sono stata assente due anni. Molte delle persone che mi leggevano avranno perso le speranze e, probabilmente, un salto da queste parti non ce lo fanno proprio più. Nonostante questo, vorrei tornare di tanto in tanto, perché mi è mancato molto scrivere e quello che riesce a darmi non è spiegabile a parole.
Oggi voglio regalare un'altra puntata alla mia rubrica preferita di questo blog – se potrà dire che è preferita, visto che l'ho inventata io? – e parlarvi delle 5 tipologie di libri che leggo in base al mio stato emotivo. Sembra una stronzata, come quasi tutte le cose che mi riguardano d'altronde, ma negli anni ho notato che dietro le mie scelte si nasconde uno schema ben preciso.
1. Sotto a un treno.
Quando emotivamente sembra che mi sia passato sopra un tir carico di letame non mi va di fare niente. Non ho voglia di uscire, di parlare con la gente, di utilizzare i social, di cucinare. Non mi va nemmeno di andare al lavoro. Una delle cose che mi fa stare meglio è camminare: km e km di
camminate in silenzio, durante le quali parlo con me stessa. Molte delle decisioni più importanti della mia vita le ho prese camminando. In questi periodi mi risulta più facile chiudermi in casa – magari dopo 10 chilometri percorsi a piedi – a guardare serie tv o film. Ed è quello che faccio, ma soprattutto leggo. Ovviamente, però, è necessario scegliere il libro adatto al momento altrimenti c'è il rischio che venga abbandonato a pagina 30 prima di subito.
Il libro adatto a mio umore "sotto a un treno" è, incredibile ma vero, un libro dalle tinte tristi. Non che debba narrare la storia di gente che se more de peste bubbonica e fame, già so' mezza depressa... No, con libro dalle tinte tristi intendo un libro potente, realistico, che mi tenga incollata alle pagine, che mi faccia ridere e piangere, che mi faccia riflettere. Un Malamud o uno Yates, per esempio. O Jane Eyre, grande classico (ma questo solo se ci troviamo in autunno, ma questa ve la spiego un'altra volta). Un libro letto quando stavo sotto un treno che mi ha conquistata è Non abitiamo più qui di Andre Dubus (qui), pubblicato da Mattioli 1885.