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venerdì 19 febbraio 2016

So classy! #1 Cime tempestose di Emily Brontë


Ho pensato così tanto a questa rubrica che sono fin troppo contenta che sia riuscita a farla partire. Praticamente cominciavo a sognarmela la notte.
Non riesco a descrivere quanto sia emozionata, perché è un progetto che penso ed elaboro da qualche mese ormai e sono fiera, oggi, di presentarvi la sua prima puntata.
È un progetto a cui tengo tanto – senza alcun motivo apparente –, così ho deciso di fare le cose in grande ed evitare le pecionate dei miei soliti banner casalinghi. Ho contattato La scarabocchia e le ho chiesto di realizzarlo lei il banner, ché mi sembrava anche una cosa sensata. Grazie Deborah, mai potrò ringraziarti abbastanza per avermi sopportata senza mandarmi a quel paese in allegria. 

Quindi, So classy! che cosa è? È una rubrica che riguarderà i classici, prevalentemente scritti da donne, e che ve li presenterà in maniera poco consona e del tutto casuale. Alcune volte parlerò di un personaggio, alcune volte di tutti, altre volte ancora del contesto o dell'autrice. Dici, e come? In realtà senza alcuna logica, in maniera sempre diversa, perché sarà il libro a orientare le mie riflessioni verso uno o l'altro argomento. L'unica cosa certa è che ci saranno spoiler, tantissimi spoiler, sostanzialmente spoiler ovunque. Quindi, sappiatelo già da adesso: qualora non conosciate il classico in questione... Prima leggetelo e poi tornate qui a parlarne con me. Perché non accetto faccette smunte, piagnistei e "ma io non lo sapevo" con labbro tremante e muco verde al naso. No. Chiaro? 

Minacce a parte, spero di riuscire a pubblicare una puntata al mese, mi impegnerò davvero con tutto il cuore, perché è un progetto che potrebbe prendere diverse strade, in futuro. Sì esatto, già penso allo spin off! xD
Passiamo adesso alle cose serie. Oggi si parla di Cime tempestose.



In occasione del giorno di San Valentino, sul blog di Ophelinha si è parlato degli uomini della letteratura incapaci di amare. Io, come potete leggere anche voi sul post, ho parlato di Heathcliff, personaggio maschile di Cime tempestose, romanzo tormentato di Emily Brontë.

È il 1847 quando Wuthering Heights viene pubblicato e accolto dalla critica con toni duri e aspri, probabilmente con lo stesso animo di chi, nel 2016, scrive su anobii che i personaggi non hanno spessore psicologico. Ma allora erano altri tempi, si era di certo ad altro abituati e Wuthering Heights raccontava della crudeltà dell'animo umano, aspetto che in molti non erano in grado di comprendere. 
Dall'alto della mia ignoranza io credo, invece, che sia uno dei romanzi più belli che abbia mai letto, dove l'animo di ogni personaggio – persino quello di Nelly, una delle due voci narranti – è scandagliato fino in fondo con immensa maestria. 
C'è da dire che Heathcliff è forse il personaggio che più colpisce di tutto il romanzo, tanto che lo considero praticamente il personaggio principale.
Se non conoscete il romanzo perché non lo avete letto, per favore, non continuate con la lettura di questo post: ci sono un sacco di spoiler. Se avete letto il libro ma non ricordate la trama, invece, all'asterisco* in fondo alla pagina troverete un breve riassunto. Se conoscete il romanzo e ricordate la trama, bene, si comincia.

Heathcliff: il perfetto esemplare del maschio Capricorno. Chissà Emily dove ha avuto il (dis)piacere di conoscere un uomo del Capricorno e intrattenersi con lui abbastanza a lungo da rimanerne scottata.
Temo non lo sapremo mai. Niente di ciò che giunge ai giorni nostri potrà mai dirsi fedele agli avvenimenti realmente accaduti.
Io, invece, me lo ricordo molto bene quando sono rimasta scottata dall'uomo Capricorno e saprei riconoscerne un altro esponente tra mille persone: il Capricorno è l'uomo che non ti apprezza mai realmente anzi, se può, ti schifa. 
Come Heathcliff, appunto. O come il Capricorno per il quale, un bel po' di tempo fa, mi presi una cotta. 

Il mio Capricorno, che chiameremo Marzio da ora in avanti, era bello, oddio se era bello! Capelli biondi, ricci e un po' lunghi, occhi da gatto di un azzurro che tendeva a volte al grigio e a volte al verde, la figura longilinea, le gambe un po' arcuate e l'atteggiamento di chi il mondo lo affronta di petto. 
Quando lo conobbi rimasi letteralmente folgorata dal suo aspetto, dalle sue competenze linguistiche, dal fascino dell'uomo maledetto di cui era portatore sano. Peccato che abbia scoperto troppo tardi che fosse anche un caso da manicomio! Se me ne fossi accorta per tempo, sarei scappata a gambe levate dalla sua camminata perfetta, dal suo portamento elegante, dalla sua mente contorta.
Cercava, in tutti i modi, di farsi odiare non solo dal mondo circostante, ma anche e soprattutto da me. Dopo aver intuito che nutrivo un debole per lui, sembrava aver trovato un nuovo scopo nella vita: tormentarmi, trattarmi a pesci in faccia e, ovviamente, schifarmi. E in questo suo voler a tutti i costi farmi sentire importante come una caccola nell'universo sembrava trovare soddisfazione e divertimento. In un certo senso mi umiliava, dandomi sempre l'impressione che il mio lasciarmi andare alle emozioni fosse considerato da lui futile e infantile. Perché, giammai per l'uomo Capricorno mostrare al mondo che anche lui è capace di provare sentimenti, giammai!