martedì 6 marzo 2012

Recensione: La città dei libri sognanti

Nonostante Marzo sia appena iniziato, ecco già la seconda recensione del mese (e chissà, magari è in arrivo anche la terza!).

Autore:Walter Moers
Titolo: La città dei libri soganti
Prezzo: 16,80 €
Editore: Salani
Pagine: 509
Il mio voto: 5 segnalibri

Trama

Un avvertimento
Questa è una storia su un luogo in cui leggere è ancora un'avventura. Qui si parla di un luogo dove, a leggere, si rischia d'impazzire. Dove i libri possono ferire, avvelenare e perfino uccidere. Solo chi, pur di leggere, sia veramente disposto a correre simili rischi, solo chi sia pronto a giocarsi la pelle pur di conoscere la mia storia, mi segua e volti pagina. 
Ildefonso de' Sventramitis.

Un'altra avventura ambientata nel fantastico continente di Zamonia delle Tredici vite e ½ del Capitano Orso Blu. A Librandia, una città che ha l'aspetto di un'immensa biblioteca ed è popolata da mostri e libri viventi, un'avventura tra il poliziesco e il fantasy demenziale.

La mia recensione

Trip o Bad Trip?

Qualcuno categorizza questo libro come una lettura adatta ai bambini di 10 anni. La prima cosa, però, che ho imparato tenendo - ben stretto!- questo libro tra le mani è che non bisogna mai (e dico mai!) credere a ciò che si divertono a scrivere sulla quarta di copertina. Mai, come in questo caso, chi ha scritto la quarta di copertina poteva essere più in torto!
La città dei libri sognanti, infatti, decisamente non è rivolto ai ragazzi, bensì si tratta di un libro che chiunque abbia una forte - ma che dico?- fortissima, passione per la lettura deve assolutamente leggere!
Come se le pagine fossero intrise di una sostanza allucinogena che si insinua dentro il nostro organismo attraverso il tatto ci ritroviamo a vivere un trip, teletrasportati nel bel mezzo delle strade di Librandia, una ridente cittadina situata nel continente di Zamonia, circondati dagli strani e buffi esseri che la popolano.
Librandia è la città nella quale chiunque abbia la passione per la letteratura, sia perché si tratti di uno scrittore o aspirante tale, sia che si tratti solo di un umile lettore accanito, vorrebbe vivere.
Tutto - ma veramente tutto! - è fatto di libri o, in una qualche maniera, li riguarda. Librandia è come il Paese dei Balocchi per Pinocchio, come la ghianda d'oro per Scrat, come la Fabbrica di Cioccolato per Charlie... Librandia è la Diagon Alley dei libri!
Chi non pagherebbe per poter, almeno una volta nella vita, visitare un posto incredibile situato in un continente ancor più incredibile? Ildelfonso de' Sventramitis e il suo padrino letterario Danzelot lo Spaccasillabe, due sauri di Forte Vermicchio (un monte che si erge nella Zamonia occidentale), ci offrono questa fantastica opportunità.
Sapientemente e con una prosa fluida e accurata, Walter Moers ci prende per mano e ci accompagna in un viaggio allucinante e allucinogeno, onirico e surreale, fantastico e fantasmagorico. Ma è giusto quel detto che recita: "non è tutto oro quel che luccica!" E infatti, Ildelfonso, all'inizio del romanzo, fa bene ad avvertire il lettore perché, in men che non si dica, il viaggio si trasforma in un'entusiasmante ma "orrorifica" avventura. E' proprio quando giungiamo nelle profondità di Librandia che l'atmosfera assume tinte dark e la nostra avventura da "trip" finisce, invece, con il trasformarsi irrimediabilmente in un "bad trip".
Per le vie oscure delle catacombe incontreremo esseri viventi di tutti i tipi, di diverse misure e fattezze e ci imbatteremo nei libri viventi, nei libri sognanti, in quelli giganti e persino in quelli perigliosi. 
Ma fate attenzione a quel che attira la vostra curiosità e badate bene a ciò che leggete, a causa di alcuni di questi libri potreste addirittura rimanere uccisi!
Una storia da leggere con calma e attenzione poiché Moers non risparmia sul numero di parole neppure quando si tratta di descrivere gli ambienti; queste, infatti, appaiono spesso così dettagliate da offrire al lettore immagini talmente nitide da far perdere la cognizione del tempo e dello spazio.
Menzione a parte meritano le illustrazioni che "decorano" il volume. Ebbene sì, avete letto proprio bene: ho utilizzato il verbo "decorare" perché i disegni di Moers non sono normali disegni volti semplicemente a illustrare le creature descritte dall'autore, bensì sono delle bellissime opere d'arte, di una precisione e una spettacolarità uniche che rendono il libro ancora più prezioso.

5 commenti:

  1. Quoto ogni sillaba di questa recensione. Credo che questo sia l'opera di Moers che ho amato di più, proprio perché finalmente ho potuto vedere la passione per la lettura celebrata e non messa lì come contorno della caratterizzazione di un personaggio. Ho adorato anche Rumo e L'Accalappiastreghe, ma La Città dei Libri Sognanti non si batte. E sono assolutamente d'accordo con quanto dici delle 'illustrazioni', che chiamarle così è riduttivo.

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    1. Non ho letto altro di Moers, questo è il primo che leggo. Ma se lui è davvero stato baciato dall'unza (come questo capolavoro dimostra) devo procurarmi gli altri suoi libri. :)

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  2. Ciao Nereia!
    Se prima di leggere la tua opinione avevo qualche dubbio se acquistare o meno questo libro...adesso e' diventata una certezza assoluta...
    Grazie e complimenti per la tua recensione!

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  3. Walter Moers è un genio indiscutibile ma voglio spezzare una lancia a favore del traduttore italiano Umberto Gandini dal momento che trovarsi a dover inventare un linguaggio zamonico che sia all'altezza del suddetto genio non dev'essere una passeggiata... comunque il 27 settembre esce anche in Italia (finalmente!!!) il seguito di questo capolavoro "Il labirinto dei libri sognanti"! ;oD
    Cinzia

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