Benvenuti alla seconda puntata di Francamente me ne infischio, la rubrica (chiamiamola così) dedicata a quei libri di cui, appunto, francamente me ne infischio e di cui (mi suggerisce La Lettrice Rampante) avrebbe dovuto infischiarsene anche la casa editrice. Anzi, spero che Elisa passi di qui perché abbiamo in comune anche questa lettura e so, perché la spio su aNobii, che anche lei se ne è francamente infischiata quando lo ha letto. Ma, siori e siore, non divaghiamo! Oggi vi consiglio di infischiarvene de La bottega dei desideri di Karen Weinreb! (E, detto tra noi, spero di non leggere altre ciofeche per almeno un mese, mi sono rotta di leggere solo libri mediocri).
Titolo: La bottega dei desideri
Prezzo: 10,90 €
Editore: Garzanti
Pagine: 335
Il mio voto: 1 piuma
La trama de La bottega dei desideri è più o meno questa qui: una donna di circa quarantanni vive in un posto bellissimo, silenziosissimo e ricchissimo nel sobborghi di New York insieme alla sua bellissima, affiatatissima e ricchissima famiglia. Nora, si chiama così la nostra protagonista, ha tre figli maschi (poraccia), un marito figo (ovvio, scusa eh, ditemi il nome di una ricca con un marito brutto!), una governante ispanica ma così ispanica che parla perfettamente inglese ma non sa pronunciare Mr e Mrs e, così, li chiama sempre Señor e Señora. Incredibile come le goveranti ispaniche si perdano in un bicchier d'acqua! Imparano il periodo ipotetico e poi mi cadono su Mr e Mrs... Non ci sono più le governanti di una volta!
In questo posto simile alla Wisteria Lane de noantri ci sono delle regole da rispettare, altrimenti non si viene visti di buon occhio dagli altri abitanti. E Nora ce la mette tutta, vi giuro, per farsi accettare. In questo posto le donne non devono leggere perché, si sa, la lettura è demodé. Infatti Nora legge di nascosto. In questo posto si deve avere necessariamente il Suv nero sporco di sabbia e terriccio perché, altrimenti, sembra che tu non sia abbastanza ricco da avere un recinto per i cavalli. E, infatti, Nora si è subito fatta comprare un bel Suv nero dal marito e non lo ha mai lavato (e qui ammetto che lo avrei fatto anche io ma più per pigrizia che per i cavalli). In questo posto si cucina solo per intrattenimento, non può essere una vera e propria passione. Attenzione eh, se prepari di tuo pugno un'insalata di pollo perché, disgraziatamente, ti va di farlo potrebbero gambizzarti! Meglio, invece, cucinare solo una volta ogni tanto e farlo con le amiche per preparare le marmellate nella cucina estiva. E certo, perché non sta bene avere in casa una sola cucina che non si usa mai, meglio averne due. Non si dice, infatti, "melius abundare quam deficere"? La nostra Nora ne ha fatto una filosofia di vita.
In questo posto le donne, comunque, non lavorano, mai. E se quando si trasferiscono lì lavorano devono necessariamente lasciare il posto perché... Non si sa perché. Si usa così e basta e quindi, dato che lo fanno tutti, perché non dovrebbe farlo lei? E infatti Nora smette di lavorare.
E però, niente, non riesce a entrare completamente nella vita delle fantastiche persone che vivono in questo posto. Nonostante abbia fatto tutto quello che poteva (tra cui una cosa incredibile: comprare cose costose e poi ridere dell'aver nascosto il cartellino del prezzo per non mostrarlo alla governante povera!), nonostante si sia impegnata a comportarsi da perfetta idiota... Niente, non riesce a fare breccia nei cuori degli abitanti di questo bellissimo quartiere. È circondata solo da persone invidiose (perché, poi, non si sa), che la guardano con sufficienza, la trattano anche un po' con distacco. Povera Nora. Ma nulla è perduto! Infatti ci hanno sempre detto che non tutti i mali vengono per nuocere... E infatti succede che, ad un certo punto, il marito di Nora viene arrestato. Sì perché lui, da bravo marito quale è, tiene molto alla felicità di quella grande intelligentona di Nora e quindi, per far sì che lei avesse Suv zozzi, cavalli in giardino, due cucine inutili e tre figli alla scuola privata, ha frodato lo Stato.
Ma le disgrazie non vengono mai da sole, purtroppo. E, infatti, non solo Nora è senza marito (con cui ce l'ha a morte per tutto il romanzo, sappiatelo) è anche senza amiche perché quelle cattivone delle sue vicine di casa smettono di parlarle! Oh, ma che insolenti. Ma meno male che accanto a Nora c'è l'ispanica Beatriz, che tra un señora e l'altro si trasforma in migliore amica, socia d'affari e toh, si scopre pure che sotto quella crocchia e la gonna a pieghe (WTF?) è anche una bella donna. Ah, queste ispaniche! Si sciolgono i capelli e non si sa come riescono anche a cambiarsi i connotati facciali! Comunque, alla fine, Nora da brava donna intraprendente quale è decide di aprire una caffetteria, trova un posto che il Comune si offre di darle gratis (WTF?) ed ecco qua: Nora è una donna realizzata, è tornata ad essere brava, bella, alla moda, una mamma che tutti i bambini vorrebbero avere e una grande amica per Beatriz. Fine. Poteva infischiarcene qualcosa? No.
Certo che passo di qua! :D
RispondiEliminaAnche perché mi ricordo che questo libro mi aveva provocato un'immensa irritazione. Titolo fuorviante, trama sulla quarta di copertina altrettanto fuorviante e protagonista idiota che più idiota non si può. Lo dico di rado per i libri ma in questo caso mi verrebbe proprio da urlarlo: SOLDI BUTTATI.
Non perché non mi piaccia leggere i tuoi stessi libri, ma spero che la prossima volta capiti con un libro che piaccia a entrambe e non con un altro di cui è meglio infischiarsene xD
EliminaMa c'è anche una trama? Non so, una storia, una vicenda, qualcosa che a un certo punto accade?
RispondiEliminaA proposito... hai notato che sulla copertina di questo libro c'è una tazza come sulla copertina dell'altro libro? Forse il segreto per una buona lettura è proprio stare alla larga dalle tazze sulle copertine dei libri...
RispondiEliminaCerto che c'è la trama, quella che ho raccontato io è la trama! xD Poi, che sia una storia stupida è un altro paio di maniche, però c'è. Sì, mi sa che hai ragione. Devo stare lontana dalle copertine con le tazze xD xD
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