venerdì 4 settembre 2015

Recensione Divergent

Ok gente, neanche mi pare vero di essere riuscita a trovare un attimo – più di un attimo, circa qualche ora in più giorni – per parlarvi di Divergent.
Letto in inglese, nell'edizione HarperCollins, ne consiglio la lettura anche a chi non ha una conoscenza dell'inglese molto approfondita.
Per il resto, che dire? Ho il nuovo Kindle Paperwhite, dato che il mio vecchio e-reader è andato verso il Paradiso dei lettori ebook. È comodo, è più piccolo del catafalco che avevo prima e non pesa niente. Spero di riuscire a dimezzare la pila dei libri cartacei da leggere per provarlo il prima possibile. Ah, l'emozione! Neanche i ragazzini davanti al nuovo modello della PlayStation.

Titolo: Divergent
Autore: Veronica Roth
Editore: HarperCollins
Pagine: 487
Prezzo: 10,85€ (con un'altra copertina, questa versione invece costa 16,01€)
Il mio voto: 3 piume

Trama

Dopo la firma della Grande Pace, Chicago è suddivisa in cinque fazioni consacrate ognuna a un valore: la sapienza per gli Eruditi, il coraggio per gli Intrepidi, l'amicizia per i Pacifici, l'altruismo per gli Abneganti e l'onestà per i Candidi. Beatrice deve scegliere a quale unirsi, con il rischio di rinunciare alla propria famiglia. Prendere una decisione non è facile e il test che dovrebbe indirizzarla verso l'unica strada a lei adatta, escludendo tutte le altre, si rivela inconcludente: in lei non c'è un solo tratto dominante ma addirittura tre! Beatrice è una Divergente, e il suo segreto - se reso pubblico - le costerebbe la vita. Non sopportando più le rigide regole degli Abneganti, la ragazza sceglie gli Intrepidi: l'addestramento però si rivela duro e violento, e i posti disponibili per entrare davvero a far parte della nuova fazione bastano solo per la metà dei candidati. Come se non bastasse, Quattro, il suo tenebroso e protettivo istruttore, inizia ad avere dei sospetti sulla sua Divergenza...

La recensione 

La recensione di Divergent, in realtà, lascia un poco il tempo che trova. Libro letto e recensito da tutti, bestseller acclamato, incassi da record sia per il libro che per il film, successone mondiale, tradotto in così tante lingue che forse non manca neppure l'esperanto. 
L'opinione di Nereia, dunque, su un libro che hanno letto praticamente pure i miei dirimpettai è superflua. Inoltre, come se l'aver letto un libro che hanno letto tutti non fosse abbastanza, sono giunta al libro con circa tre anni di ritardo – come al mio solito quando esplodono questi casi letterari.
Detto ciò, Divergent. Primo volume di una trilogia più o meno distopica ci racconta la storia di Beatrice, una ragazzina che vive nella città di Chicago in un epoca non meglio definita – a me la Roth ha dato l'impressione che il tutto si svolgesse in un domani non poi così lontano nel tempo.
Una Chicago (o forse un'intera nazione? In Divergent – e sospetto anche negli libri successivi – non viene menzionato il resto del mondo) che, successivamente a una guerra (per quale motivo sia esplosa non si sa) è organizzata secondo una società suddivisa in fazioni. Fuori Chicago, protetta da delle mura, non si sa bene cosa ci sia e chi ci viva, ciò che si sa è che al di fuori si trovano coloro che non si sono mai ripresi dalla guerra.
Le fazioni sono cinque e a ognuna di queste è assegnata l'attività per la quale, grazie alle caratteristiche di personalità, gli appartenenti alle fazioni hanno maggior predisposizione: agli Eruditi, devoti alla scienza e alla conoscenza, è stata assegnata la ricerca e l'insegnamento, agli Abneganti, altruisti per natura, è stata assegnata la gestione degli aiuti per il prossimo e la guida del governo, ai Pacifici, che rigettano l'aggressività, è stata assegnata la coltivazione delle terre e l'assistenza sociale, ai Candidi, incapaci a mentire, è stata affidata la legge e agli Intrepidi, forti e coraggiosi, è stato affidato il controllo dell'ordine all'interno della città.

La scelta della fazione alla quale appartenere, a seguito di un test, viene fatta al raggiungimento dei sedici anni: i ragazzi possono scegliere se rimanere nella fazione d'appartenenza o, sempre seguendo le proprie inclinazioni caratteriali, decidere di migrare. Il romanzo ha inizio proprio nei giorni in cui Beatrice e suo fratello Caleb si preparano a scegliere la fazione alla quale apparterranno per il resto della loro vita, non solo perché "la fazione viene prima del sangue" ma, soprattutto perché non è poi possibile ritrattare la scelta. Chi non riesce a scegliere o chi rinuncia alla propria fazione dopo aver effettuato la scelta viene escluso dalla società e ghettizzato.
L'idea di fondo, quella di una società a suo modo funzionale ma comunque crudele e fortemente schematizzata mi ha molto colpita. Non è un mistero, mi piacciono i libri distopici e Divergent ne presenta diverse caratteristiche e, in più, nutro un interesse particolare verso quelle storie che narrano di ribellioni. Ribellarsi a un sistema, a una sorta di schiavitù mentale, mi ricorda di quanto l'essere umano possa essere intelligente e stupido allo stesso tempo. E mi ricorda, anche, che l'essere umano non è altro che un animale che vive in branco, in lotta con altri branchi.
E questo, in Divergent – che, ricordiamolo, è pur sempre un libro per adolescenti – traspare molto bene, nel personaggio di Jeanine e in quello di Peter in particolare.
Ma sebbene l'idea di base e la creazione di un contesto storico-sociale rendano Divergent un buon prodotto, ho avuto come l'impressione che Veronica Roth non ci abbia creduto abbastanza. Un romanzo che poteva – e in effetti continua ad avere – un ottimo potenziale, viene snaturato dalle vicende personali e un po' troppo adolescenziali di Beatrice che, oltre a dover sopravvivere alla sua iniziazione verso il mondo degli adulti, deve anche lottare con la sua prima esperienza amorosa.

Molto poco, e va anche bene considerando che Divergent è il primo volume di una trilogia, è stato dedicato ai Divergenti, quegli individui che non appartengono a una sola fazione ma che, grazie a una mente elastica e a un'intelligenza sopra la media, riescono a "divergere" dalle regole che disciplinano la società. Beatrice, ovviamente, è una Divergente e, in quanto tale, considerata pericolosa dagli abitanti di Chicago. Pericolosa perché impossibile da controllare e modellare, pericolosa perché una possibile ribelle.
Avrei preferito qualche informazione in più, qualche leggero approfondimento sulle caratteristiche dei Divergenti, magari con dei riferimenti alla storia di Jeanine e al perché (SPOILER!) è così interessata al potere degli Eruditi.
Non smetto di ripetere, e ricordare anche a me stessa, che si tratta comunque di un romanzo per adolescenti e che, quindi, risponde a esigenze narrative differenti rispetto a un romanzo distopico per adulti. È superfluo dire che, probabilmente, un più dettagliato approfondimento sulla geopolitica non solo del resto del mondo fuori Chicago, ma anche della città stessa, avrebbe appesantito la lettura e dato meno spazio a ciò che poi, effettivamente, costituisce il prodotto finale: un romanzo di formazione per ragazzi.
Mi sento di dire, però, che se la Roth si fosse impegnata solo un tantino di più, sarebbe riuscita a confezionare un buon romanzo per ragazzi, godibile anche dagli adulti.
Certamente leggerò anche i seguiti e lo farò anche nel breve termine, perché nel mare di orrendi e stupidi romanzetti rosa dedicati ai ragazzi, Divergent perlomeno possiede anche diversi spunti di riflessione e fornisce uno specchio, un po' stereotipato ma comunque fedele alla realtà, di ciò che l'essere umano ai vertici effettivamente è nella maggior parte dei casi: un arrivista sociale.

Ho avuto il piacere di leggere questo romanzo in lingua originale e, se posso darvi un consiglio, fatelo anche voi. Non ha importanza che il vostro livello d'inglese sia avanzato o meno, il linguaggio è molto semplice, lo stile di scrittura a volte elementare e non ho riscontrato termini impossibili da capire anche senza dizionario. Anzi, spesso, il resto della frase mi ha permesso di non utilizzare praticamente mai il dizionarietto. Inoltre, ho terminato la lettura del libro in una spiaggia molto affollata del Salento, senza riscontrare particolari problemi di concentrazione e comprensione. Questo perché, come dicevo sopra, la Roth non possiede una scrittura complessa.

8 commenti:

  1. Ohhh era ora! Ora il problema è che mi tocca aspettare che leggi gli altri! Ma nel frattempo, sostanzialmente siamo arrivate alla stessa conclusione e ne sono particolarmente felice, visto che veramente è un'occasione sprecata!
    Secondo me, però, la giustificazione che sia fatto per un pubblico che ha altre esigenze non basta veramente. L'entusiasmo che ancora oggi suscita con queste magagne, sarebbe stato comunque identico o maggiore se avesse caratterizzato un po' più questi personaggi.Forse non mi riesco ad immedesimare con quell'età, perché quando io avevo 16 anni libri così non c'erano proprio, però il tarlo sulla questione "di cosa bisognerebbe pretendere per i giovani" mi rimane...
    Bella rece mia cara!
    Simona

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    1. Concordo, neanche per me è una giustificazione. Ma questo è il parere mio e tuo, non delle case editrici che ormai preconfezionano i prodotti facilitati per bambini. Un po' come i cibi già cotti per i single, il concetto è lo stesso. Povero, è piccino, evitiamo di farlo riflettere troppo ché poi suda. Tristeeeez. Poi, ecco, magari manco la Roth aveva approfondito e noi stiamo qui a dare la colpa alla CE senza pietà xD xD Noi intendo io eh, io e la mia doppia personalità.

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  2. Questo l'ho trovato bellino assai, scorre a meraviglia, però i seguiti sono fiacchi, finale a parte (che non è il massimo, però si ricorda senz'altro). :)

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    1. Ooook, devo armarmi di pazienza e soprattutto di tempo per arrivare al finale che non è il massimo ma si ricorda perché tu, maledetto ometto!, mi hai messo curiosità. Cattivo blogger, cattivo!

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  3. La tua riflessione sul concetto di homo homini lupus l'ho trovata estremamente azzeccata per questo romanzo. Anche io penso che sia stato un po' penalizzato dalle tematiche adolescenziali però nel complesso un buon libro anche se scivola un po' nei seguiti. Aspetto un tuo parere sugli altri volumi! :)

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    1. Ecco, tutti a dirmi che i seguiti non meritano xD Non so mica se mi mettete voglia di leggerli eh. No, scherzo. A leggerli li leggo, almeno per velocizzarmi nella lettura in inglese.
      Sì, continuo a pensare che un approfondimento socio-politico – anche basic eh – sarebbe stato gradito.
      Però, non sarà che siamo un po' vecchie noi e diamo precedenza al contesto piuttosto che alla storia d'ammmmore?

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    2. Sì, mi sa che hai proprio ragione. Siamo noi fuori target! Il suo lavoro da saga per adolescenti lo fa, forse pretendiamo un po' troppo! XD

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  4. questo libro è fantastico! Ha molti più particolari del film...ve lo consiglio leggetelo

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