mercoledì 20 luglio 2016

Questione di incipit #12



Buogiorno!
Dunque, questa settimana purtroppo il consueto appuntamento con Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo è saltato per due motivi.
Il primo, e più importante, è che non vi erano pubblicazioni degne di nota – e vabbè, stiamo anche per giungere ad agosto eh, sarebbe anche ora che si fermassero di stampare cagatehm... libri – e poi perché tra un leaving party e il mio compleanno è stato un fine settimana un attimo impegnato e, giuro, non c'ho avuto neanche il tempo di cercare qualche bella copertina di libri pubblicati negli anni passati per fare un'edizione speciale.
Delle volte c'ho 'ste botte di vita sociale che, davvero, me stupisco da sola. Dunque oggi, per sopperire alla mancanza di libri di merda nella vostra vita, ho scelto con cura il libro del quale mostrarvi l'incipit e si tratta anche di un libro che – attenzione, tensione! – inizierò stasera. Così da regalarvi una bella recensione prima di andare in vacanza. Che culo eh?
Gli altri libri che vi ho presentato sono tutti sul mio kindle – a eccezione di uno che ho cartaceo e che non riesco a trovare, sarà mica un segno? – e verranno con me in Spagna. Ciò vuol dire che il mese di settembre sarà davvero un mese interessante per questo blog – me ce lo dico da sola ché sennò me ce viè la depressione a pensare di leggere libri de merda per un mese. Però, vuoi mette le risate? – e quindi restate sintonizzati che ne vedrete delle belle (e il tutto per farmi perdonare della mia vita sociale, poi non ditemi che non vi voglio bene).
Quindi, insomma, vi faccio un breve riassunto: ho accantonato i libri belli e ho fatto spazio ai libri brutti. Si prospetta un agosto bollente, in tutti i sensi. Certo, mi dispiace per quello che non trovo, che poi è della mia amica McGuire, me toccherà smontare la libreria.
Ma bando alle ciance, oggi vi parlo di... RULLO DI TAMBURIIII (ve ce metto pure il sonoro, va', ma dove la trovate n'altra come me)...!!!

Irraggiungibile di Abbi Glines, con questa copertina che me fa venì freddo solo a guardarla – e va anche bene, dato che a Roma è tornato il caldo.
La scelta è stata davvero oculata, perché le tentazioni erano tante eh (sia chiaro!), ma questa è una trilogia gente. Capite? E la trama è così sensazionale che non potevo, davvero, rimanere indifferente.
Irraggiungibile è la storia di Rush – sexy, attraente, cattivone, culo da paura, addominale scolpito, Acqua di Giò pure nelle mutande – che ha 24 anni e fa tremare di voglie pure le vecchie alla fermata dell'autobus e di Blaire, che di anni ne ha solo 19, non ha mai visto un tanga ed è la figlia del nuovo patrigno di Rush.
Alla morte della madre, Blaire lascia la fattoria per trasferirsi dal padre in Florida ma abituata al letame e alle camicie a quadri, come farà a resistere in un ambiente di lusso? Soprattutto perché ad attenderla troverà soltanto Rush, che probabilmente va in giro solo col papillon e i pettorali così unti de sudore che te ce poi specchià.
Niente, la trama è questa praticamente. Come facevo a dirgli di no? Doveva essere mio. Traduzione di Manuela Carozzi.

Capitolo uno

Di solito quando c’era una festa vedevo parcheggiati solo pick-up con le gomme sporche di fango. Non ero proprio abituata alle macchine di lusso, e in quel momento ce n’erano almeno venti ai due lati del vialetto d’ingresso. Non volevo bloccare il passaggio a nessuno, perciò sistemai la Ford di mia madre, che aveva quindici anni buoni, sui ciuffi d’erba che spuntavano in mezzo alla sabbia. 
Papà non mi aveva detto che quella sera ci sarebbe stata una festa. Non mi aveva detto granché su nessun argomento, a dire il vero. 
Non si era nemmeno fatto vedere al funerale di mia madre. Se non avessi avuto bisogno di un posto dove vivere, non sarei certo andata a casa sua. Ero stata costretta a vendere la casetta ereditata dalla nonna per pagare le ultime spese mediche. In pratica mi erano rimasti soltanto i vestiti e il pick-up. Nei tre anni in cui la mamma aveva lottato contro il cancro mio padre non si era fatto vivo neanche una volta, quindi chiamarlo era stato difficile. D’altronde era pur sempre l’ultimo pezzo di famiglia che mi restava. 
Alzai gli occhi sull’imponente edificio di tre piani che sorgeva direttamente sulla sabbia candida di Rosemary Beach, in Florida. La nuova casa di mio padre. La sua nuova famiglia. Non potevo farcela.
Di colpo qualcuno mi spalancò la portiera. D’istinto, infilai una mano sotto il sedile, presi la mia nove millimetri e la puntai dritta contro l’intruso, pronta a premere il grilletto. 
— Ehi! Ehi! Volevo solo dirti che avevi sbagliato posto, ma ti dico tutto quello che vuoi tu se metti via quell’affare. — Dall’altra parte della mia pistola c’era un ragazzo moro, con i capelli arruffati tirati dietro le orecchie ed entrambe le mani alzate. Aveva lo sguardo sbigottito. 
Inarcai un sopracciglio e tenni la pistola salda con entrambe le mani. Ancora non sapevo chi fosse quel tizio. Ma doveva capire al volo che vedermi spalancare la portiera da uno sconosciuto non era un benvenuto di mio gradimento. 
— No, non ho sbagliato posto. Questa non è la casa di Abraham Wynn? 
Il ragazzo deglutì, nervoso. — Senti, non riesco a pensare con quell’arnese puntato in faccia, mi fai paura. Puoi metterlo via, prima che capiti uno spiacevole incidente? 
Uno spiacevole incidente? Quel tizio cominciava a darmi sui nervi. 
— Non ti conosco — gli dissi. — È buio e sono in un posto che non ho mai visto prima, da sola. Perciò scusami tanto, ma al momento non mi sento esattamente tranquilla. E credimi se ti dico che a me incidenti non ne capitano. Sono capace di usare un’arma. Bene, anche. 

Era chiaro che il tipo non mi credeva, ma osservandolo meglio non mi sembrava una vera minaccia. In ogni caso non ero ancora pronta ad abbassare la pistola. 
— Abraham? — ripeté lentamente il ragazzo iniziando a scuotere la testa, ma poi si interruppe. — Ah, sì, un attimo: Abe è il nuovo patrigno di Rush. L’ho conosciuto prima che andasse a Parigi con Georgianna.
Parigi? Rush? Eh? Non avevo capito niente, ma il ragazzo continuava a fissare la pistola con il fiato sospeso e non si spiegava. Senza staccargli gli occhi di dosso, abbassai la mia arma da difesa e feci attenzione a rimettere la sicura prima di infilarla di nuovo sotto il sedile. Forse, senza quella davanti, il tizio sarebbe riuscito a concentrarsi e si sarebbe spiegato meglio.
— Almeno ce l’hai il porto d’armi? — mi chiese, incredulo.
Non ero dell’umore giusto per parlare del mio diritto o meno a girare armata. Mi servivano risposte.
— Abraham è a Parigi? — chiesi, in cerca di una conferma. Sapevo che doveva tornare quel giorno. Ne avevamo parlato la settimana prima, dopo che avevo venduto la casa.
Il ragazzo annuì lentamente e cominciò a rilassarsi. — Lo conosci?
Non proprio. Da quando, cinque anni prima, aveva abbandonato me e mia madre, l’avevo rivisto due volte in tutto. Ricordavo il papà che veniva alle mie partite di calcio e grigliava gli hamburger per le cene fra vicini di casa. Il papà che avevo avuto fino al giorno in cui Valerie, la mia sorella gemella, era morta in un incidente stradale. C’era lui alla guida. E da quel giorno non era stato più lo stesso. L’uomo che non mi chiamava per sapere come stavo mentre accudivo mia madre malata, quello no, non lo conoscevo. Per niente.
— Sono sua figlia, Blaire.
Il ragazzo spalancò gli occhi, buttò la testa all’indietro e scoppiò a ridere. Cosa c’era di divertente? Mentre aspettavo di capire, lui mi porse una mano. — Vieni, Blaire, ti presento una persona. Sarà felicissima di conoscerti.
Gli fissai la mano e intanto presi la borsetta.
— Ne tieni una anche lì dentro? Devo avvertire tutti di non darti fastidio? — Il tono scherzoso della sua voce mi impedì di rispondere con una parolaccia.
— Mi hai aperto la portiera senza preavviso. Mi sono spaventata.
— E la tua prima reazione a uno spavento è puntare una pistola? Si può sapere da dove vieni? La maggior parte delle ragazze che conosco io si sarebbe messa a urlare!
 ***
Ora, io non sono nessuno per esprimere la mia opinione però, santo cielo!, t'aprono la portiera e te punti la pistola in faccia alla gente? Al supermercato se qualcuno da dietro, mentre tu guardi la fila del burro, infila un braccio per acchiappare i würstel in offerta te gli stacchi il gomito a morsi? Mi sembra un po' esagerato eh, capisco che fino a ora hai vissuto in una fattoria, e quindi gli animali probabilmente li sentivi arrivare grazie alla puzza di merda e al rumore degli zoccoli, ma non mi sembra una giustificazione.
E poi, certo, te pensi che uno durante una festa in un villone voglia proprio rapinare te con il pick-up sporco di cacca di capra e stai lì a dirgli "hey, guarda che io l'arma la so usare, sai? E bene pure, eh, sai? Io da bimba prendevo le mosche con lo sputo, ho una mira infallibile, sai? Con me non capitano incidenti, sai? Io sono una badass, non sai che cosa vuol dire crescere con un filo d'erba tra i denti e le camicione a quadri, eh, ti prova non poco guardare uno che spacca la legna in inverno, sai?". 
Cocca, se davanti c'avessi avuto 007 la tua pistola te la ritrovavi sui denti, n'è pe' dì. 
Non vedo l'ora di iniziare questo libro e di vedere la nostra Blaire in azione al supermercato, quando qualcuno le passerà davanti e lei stupirà tutti cacciando fuori una katana dalle mutande. 

Per questo mercoledì è tutto (direi pure che siete fortunati eh, poteva andare peggio). La prossima settimana sarà l'ultima puntata di questa rubrica, per poi riprendere a settembre. Che cosa vi mostrerò? Eh? Eh? Oh, se volete proponetemi qualcosa, cercherò di farlo finire sul mio kindle! 

4 commenti:

  1. Ahahahahahaha mi sto rotolando per terra dal ridere! Va bene che in America le pistole te le vendono al supermercato, ma questa chi si crede di essere, Calamity Jane?! E brava Nereia, questa svolta verso un agosto pieno di libri di merda non può che farmi piacere! :-)

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    1. Ahahaha visto? Non puoi capire quanti ne ho sul kindle! Questo l'ho già quasi finito, settembre sarà un mese interessante dal punto di vista dei libri di merda, preparati! :D

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  2. La piccola fiammiferaia costretta a trasferirsi a Miami Beach. No, per favore no.

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    1. Guarda, sto quasi per finirlo: è terrificante. Oltre a lanciare dei messaggi davvero sbagliati, mi auguro che le giovani che leggono questo tipo di libri non prendano a esempio queste tizie improbabili, sennò siamo nella merda.

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