Chi mi conosce lo sa. Anche chi non mi conosce di persona ma mi legge, frequentemente o meno – ma forse sarebbe il caso di dire, invece, chi mi leggeva – , lo sa. Insomma, chiunque sa che non sono esattamente il tipo di blogger – e di persona – che si lascia andare a inutili campagne promozionali per inneggiare al libro e alla lettura.
La poesia dietro l'inconfondibile e – a quanto pare– romantico odore della carta, la guerra alla grande distribuzione, le manifestazioni contro Amazon, il dolce ricordo di una libreria in centro e i discorsi su quanto sia bello leggere perché se non leggi sei un cavernicolo non sono argomenti che hanno mai trovato spazio su LibrAngolo Acuto.
Qui sì che si è parlato, invece, di altri aspetti dell'essere lettore senza mai dare spazio al facile romanticismo nostalgico nel quale cadono tutti, e dico veramente tutti, quando cercano di promuovere un'iniziativa alla lettura. Ci metto in mezzo tutti: librerie, scuole, librai, blogger, case editrici, uffici stampa (ma soprattutto blogger).
Il punto è che sì che sono convinta che leggere sia bello, altrimenti non lo farei. Sì che sono convinta che le persone dovrebbero leggere molto di più di quello che attualmente fanno e sì che sono convinta che una giusta promozione della lettura nelle scuole sia una delle cose di cui, effettivamente, dovrebbero preoccuparsi di più tutti, magari non ideando iniziative per cui un estraneo regala un libro completamente a caso a qualcuno che ha letto solo, nell'interezza della sua esistenza, il foglietto illustrativo del Bisolvon e le definizioni de La Settimana Enigmistica.
Se penso che leggere sia importante, lo faccio con cognizione di causa e non perché mi credo migliore degli altri. Approfitto dell'iniziativa #maggiodeilibri per parlarvi dei 5 motivi per cui è importante leggere, secondo me ovviamente. Vi ricordate #BlogNotes di Laura de Il tè tostato, no? Ebbene, quest'anno Blog Notes partecipa anche al #maggiodeilibri, seguite l'hastag sul fantastico mondo dell'internet per essere informati su tutto ciò che avverrà durante questo mese e per maggiori informazioni date un'occhiata al blog dedicato interamente alle iniziative di Blog Notes.
1. Diventare più bravi nel dire le bugie.
Mentire, oggigiorno, è diventato importante. Inventare scuse plausibili quando non vuoi uscire il sabato sera perché: "hey, ma c'è lo speciale di Alberto Angela sulle formiche rosse e tu vuoi convincermi ad andare a Trastevere?" è sempre più difficile.
Inventare scuse plausibili imparando dai migliori, invece, è sempre più facile. In una vita fatta di almeno 3 libri al mese, capiterà di certo – e neanche troppo di rado – di imbattersi in un libro con un bugiardo tra i protagonisti. C'è sempre un bugiardo, o un potenziale tale, nei libri. Persino Propp l'ha inserito nella lista dei personaggi-tipo: il falso eroe, colui che cerca di prendersi il merito delle azioni altrui per sposare la principessa.
Ora, non bisogna essere troppo letterali: a noi delle azioni altrui e delle principesse ci frega il giusto – cioè niente– ma, magari, ci frega dell'ultima puntata di Orange is the new black che ci manca per finire la stagione e non abbiamo il coraggio di confessarlo a quel nostro amico che, invece, ci ha invitati a bere un bicchiere di vino e che insiste perché lo raggiungiamo. Sappiate che no, la scusa del mal di testa e dell'improvviso mal di pancia non regge, è sgamatissima e anche i passanti sapranno che mentite. Anche la sparizione dai social e dai mezzi di comunicazione non è da considerarsi un'ottima idea. Una persona che legge può fare due cose:
a. Riciclare una bellissima scusa utilizzata da un personaggio del libro che si sta leggendo – se siamo fortunati, il nostro interlocutore non ha letto quel libro e, quindi, non saprà mai che stiamo facendo una citazione;
b. Inventare una scusa con tutta l'immaginazione che abbiamo affinché sia credibile. Come? Chiaro, gente: chi legge ha una proprietà di linguaggio superiore a chi non lo fa e, mi permetto di aggiungere, una creatività e un acume fuori dagli schemi.
Ricorda: più leggi, più affini il tuo linguaggio. Più affini il tuo linguaggio, più sarai convincente. Semplice, no?
2. Conoscere sempre nuova gente.
La solitudine a volte può rivelarsi noiosa. E se lo dico io che spesso preferisco passare un bel giorno in casa da sola piuttosto che uscire e incrociare lo sguardo di altri esseri umani... be', dovete credermi. Ci sono momenti in cui è bello stare da soli e momenti in cui è bene imporsi di avere a che fare con altri esponenti del genere umano. Ci sono momenti in cui, però, ci va sia di stare soli che di stare in compagnia. O forse è una cosa che succede solo a me, che magari sono un po' bipolare. Comunque sia, la soluzione è dietro l'angolo: leggi un libro e ti fai nuovi amici. E anche nuovi nemici.
I pro sono innumerevoli: spesso i personaggi sono persone a modo, simpatiche, che ti strappano un sorriso e, perché no, anche una sonora risata;
sarai presente nei momenti belli della loro vita, li vedrai crescere, sposarsi, magari avere un bambino. Parteciperai alle loro feste, alle loro lauree, ai balli di fine anno... Certo, capiterà a volte di doverli affiancare durante i momenti duri, difficili, ma è questo che succede quando si conosce nuova gente. Ma ciò che rende il vostro rapporto speciale è la possibilità di scegliere se continuare una relazione d'amicizia o no: ti sta antipatico? Ebbene, potrai smettere di avere sue notizie senza che nessuno di voi ne resti ferito: chiudi il libro e via, ti ricorderai di John l'antipatico solo per qualche giorno. Al contrario, se John è, invece, una persona meravigliosa, te ne ricorderai per tutta la vita e potrai incontrarlo tutte le volte che vorrai, anche a distanza di anni, senza che lui rimanga ferito dalla tua assenza.
E poi, siamo onesti, quanta gente conoscete che riesce a raccontarvi la propria vita parlando, urlando, piangendo, gioiendo ma rimanendo comunque in silenzio? Niente più litigate, niente più preoccupazioni, niente più telefonate a orari improbabili: se vuoi, stai a sentire cosa John ha da raccontarti, altrimenti no. E amici come prima. Senza sensi di colpa, senza compleanni da ricordare, senza scenate di gelosia... e il tutto dal divano di casa tua.
3. Beffarsi dei libri brutti.
Il buon senso ci dice che non è possibile criticare qualcosa senza conoscerla, giusto? Così come non è possibile dire che un piatto non ci piace se prima non lo si è assaggiato. Del buon senso fanno a meno quelle cose che ci provocano malessere fisico, tipo se siamo affetti da qualche fobia che ci preclude qualcosa: un mio amico, ad esempio, ha paura dei crostacei, quindi non li mangia e sostiene che non gli piacciano anche se non li ha mai assaggiati.
Difficile aver paura dei libri – anche se so che quei caratteri piccoli e l'assenza di figure possano far pensare a un elenco telefonico e, insomma, magari qualcuno impaurito dall'elenco telefonico di Roma esiste –, quindi non è possibile dire se un libro ci piace o meno senza averlo almeno sfogliato. È possibile, però, criticare un genere o un autore quando si ha una conoscenza più o meno vasta del mondo libresco. Io, ad esempio, ho una sorta di amore-odio per il trash in generale e per il trash libresco in particolare. Beffarmi dei romance è una delle mie più grandi passioni, beffarmi delle copertine dei romance, poi, mi fa essere una persona migliore. Come?
Semplice: sto vivendo una brutta giornata? Niente paura, vado su Amazon e guardo, in serie, tutte le copertine dei libri brutti e un po', è vero, mi arrabbio ma poi rido pure. E se è proprio un periodo no, ecco che corro subito ai ripari: leggo un bel libro brutto. Odiare i protagonisti perché stupidi, rabbrividire per l'uso sconsiderato di virgole e cliché, inorridire per le scelte completamente casuali dei protagonisti e poi beffarmene pubblicamente – o anche privatamente, urlando contro il libro– mi rende una persona migliore, più rilassata verso il genere umano, meno aggressiva con il prossimo.
Parlare con i protagonisti per comunicare loro il nostro disappunto e la nostra indignazione può essere catartico, credetemi.
L'idiozia di un vostro collega o del vostro capo, paragonata alla stupidità della totalità dei protagonisti nei romance non è equiparabile: chi reputavate stupido e degno della vostra rabbia vi sembrerà quasi mediamente intelligente. Provare per credere.
4. Dedicarsi allo shopping estremo senza sentirsi in colpa.
Questa, forse, è una delle cose che mi piace di più fare da brava lettrice. Avere una ossessione per lo shopping è una condizione medico-psicologica, lo sapete. Ci sono persone che hanno sviluppato una dipendenza dallo shopping compulsivo e comprano in continuazione cose di cui nemmeno hanno bisogno.
Pensate a Becky de I love shopping che si lascia tentare da un inutile foulard di Hermes o da una borsa di Gucci uguale a tutte quelle che possiede già. Comprare cose inutili e per di più costose può far sentire terribilmente in colpa, oltre che a causare grossi problemi alle nostre finanze.
Dedicarsi allo shopping estremo di libri, invece, non può farci sentire in colpa: lo stiamo pur sempre facendo in nome della conoscenza e della cultura. Inoltre, è difficile comprare più copie dello stesso libro – salvo rare occasioni e bizzarre fissazioni– per cui non si rischia nemmeno di diventare ripetitivi. In fondo, un foulard – di qualunque colore e marca sia– resta comunque un foulard, ti ripara dal freddo delle mezze stagioni e ti evita un mal di gola. Che lo si compri di Hemers o di H&M la sua funziona è sempre la stessa. Possiamo dire lo stesso di un libro? No. Un libro sulla situazione politica in Corea non è uguale a un libro ambientato nella Cornovaglia del 1800, insegna cose diverse, parla di cose diverse, ti fa conoscere cose diverse. Tutte cose che potrai utilizzare per non sbirciare su Google le risposte al cruciverba de La Settimana Enigmistica che hai in casa.
Tutte le volte che riempite il carrello su Il Libraccio, fate una spedizione punitiva al mercatino di libri usati, approfittate del 25% di sconto sui libri o comprate una copia dell'ultimo libro scritto dal vostro autore preferito pensateci: lo state facendo solo per la cultura. E anche perché i libri rendono migliore la vostra vita (per i motivi di cui sopra e per molti altri).
5. Insultare chi ci provoca in maniera creativa.
Questo punto, forse, è il più importante di tutti. Dico sul serio, gente. Per questo punto valgono un po' le stesse cose apprese nel primo punto di questa lista: più la proprietà di linguaggio è sviluppata, più si possiede una discreta conoscenza del vocabolario a nostra disposizione. Dire a qualcuno "sei un cretino", converrete con me, non è uguale al dire "sei un ignobile imbecille". E poco importa se il nostro interlocutore è a conoscenza del significato della parola "ignobile", resterà comunque colpito – soprattutto nell'orgoglio – da ciò che gli diremo.
Inoltre, più libri leggiamo, più creativi diventiamo. In che modo?
Le citazioni, anche in questo caso, possono tornarci sempre utili. Provate a dire a qualcuno, con un accenno di disgusto e indignazione nella vostra voce, che è solo uno sporco babbano o uno sbattitore di porte aperte o, ancora, uno strangolatore di gatti per la coda (citazioni, le ultime, de La guerra dei bottoni di Louis Pergaud), vi assicuro che il risultato ottenuto non sarà minimamente comparabile a quello che avreste ottenuto rivolgendovi al bifolco in questione con un semplice "stupido". Raccomando alcuni esercizi davanti allo specchio per perfezionare le espressioni del volto e donare a ciò che dite un tocco di classe. Ché sì che sapere rispondere alle provocazioni è importante, ma lo è di più saperlo fare senza perdere la propria dignità. Un paio di giorni di pratica dovrebbero bastare.
Mi auguro che, da oggi, prendiate spunto da questo post per promuovere la lettura tra i vostri amici, conoscenti, alunni, familiari e chi più ne ha più ne metta. Basta con la sciocca retorica del "leggere ti fa essere più intelligente, ti fa scrivere Pasqua con la Q – che non è cosa scontata– e ti fa utilizzare bene la punteggiatura", basta con le iniziative che fanno leva sull'atmosfera romantica delle librerie e delle biblioteche. Basta! Promuoviamo la lettura in maniera creativa, ché chi legge sa essere creativo e anche pratico e realista.
Anch'io mi dico sempre che lo shopping libresco è benefico, forse per convincermi. Interessante questo post, e anche originale.
RispondiEliminaMa certo che lo shopping libresco è benefico!
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