Prezzo: 8.60 €
Editore: Tea
Pagine: 406
Il mio voto: 4 segnalibri e mezzo
Trama
Max, Fang, Iggy, Nudge, Gasman e Angel. Sei ragazzi apparentemente normali, ma che in realtà nascondono un segreto: sono al 98 per cento umani e al 2 percento uccelli. Sono cresciuti in un laboratorio, e hanno vissuto gran parte della loro vita come topi in gabbia, ma adesso sono liberi. Con l'aiuto di Jeb, un adulto dal passato misterioso, si sono nascosti in una casa-rifugio, dove hanno istituito una comunità della quale il capo è Max, una sedicenne coraggiosa e matura. Dal giorno della loro fuga, però, gli Eliminatori, perfidi mutanti simili a lupi mannari, danno loro la caccia, e ora hanno catturato la più piccola del gruppo, Angel...
La mia recensione
I ragazzi volanti
La mia è sicuramente una voce fuori dal coro: pochi, infatti, hanno dato un voto alto a questo romanzo e alla saga in generale. Io, invece, mi sono spinta oltre assegnandogli addirittura 4 segnalibri e mezzo. Mi sento, però, in dovere di dare delle giustificazioni a questo voto così tremendamente fuori dalla media.
L'elemento principale della trama, quel famoso 2% di DNA aviario, mi ha ricordato uno dei libri che più mi hanno colpito nella mia infanzia e che avrò riletto almeno un migliaio di volte, tanto ne ero impressionata: "I ragazzi volanti" di Derek Denton. Un libro che, purtroppo per me, è ormai fuori catalogo e io l'ho prestato a chi sa chi, senza riaverlo mai più indietro. Questa è, senza dubbio, la ragione che mi ha spinta a dare il mezzo segnalibro come voto aggiuntivo.
Ignoravo completamente che Patterson avesse scritto anche libri diversi rispetto ai soliti gialli e quando ho visto questo libro in libreria, con questa accattivante copertina poi, non sono riuscita a trattenermi... E se avessi avuto dieci anni di meno sarebbe diventato sicuramente uno dei miei libri preferiti! Quando ho iniziato a leggerlo non sapevo nemmeno che fosse una lettura per ragazzi e la scoperta, devo ammetterlo, mi ha un po' delusa. Se fosse stato un libro con meno elementi teen la storia ne avrebbe sicuramente guadagnato!
Lo stile è semplice e asciutto, come ci si può chiaramente aspettare da uno YA e le descrizioni spesso, probabilmente per questo motivo, sono un po' sommarie. Il ritmo della narrazione è però incalzante e, nonostante io non ami moltissimo la prima persona (perché spesso viene utilizzata male dagli scrittori!), in questo romanzo non mi ha infastidita, anzi. Sembra proprio che Max parli con il lettore attraverso un diario nel quale narra, tramite micro capitoletti, ciò che succede a lei e alla sua "famiglia" durante la disperata fuga verso la tanto agognata libertà. La fuga, infatti, è l'elemento principale attorno al quale ruota tutta la storia. Ogniqualvolta sembra esserci un momento di calma, in cui i personaggi si fermano e "respirano", questo svanisce rapidamente così come è arrivato e loro, tutti insieme, sono costretti a fuggire di nuovo.
Essendo il primo di una saga composta da ben 7 romanzi, di cui 6 pubblicati in Italia, risulta essere in alcune parti un po' superficiale e forse anche ripetitivo per permettere al lettore di conoscere bene Max e di mettersi nei suoi panni. Nonostante questo piccolo dettaglio, Patterson non annoia mai e, anzi, non è possibile staccarsi dalle pagine del libro molto facilmente!
Mi sento, infine, di complimentarmi anche, e soprattutto, per le caratteristiche con le quali l'autore ha voluto delineare la personalità della protagonista principale: Maximum è una ragazza forte, determinata e coraggiosa senza risultare mai spocchiosa e antipatica (o ancora peggio stupida!) al lettore, cosa che invece, purtroppo, succede spessissimo (ahimè).
Una piccola nota: è presente un "ORRORE" di traduzione che spero sia solo una svista della mia edizione e che sia stato corretto nelle edizioni successive perché pensare che si possa mandare fuori strada un Hummer cospargendo la strada di "unghie" e non di "chiodi" (in inglese entrambe le parole si traducono con nails) è a dir poco singolare.
Ignoravo completamente che Patterson avesse scritto anche libri diversi rispetto ai soliti gialli e quando ho visto questo libro in libreria, con questa accattivante copertina poi, non sono riuscita a trattenermi... E se avessi avuto dieci anni di meno sarebbe diventato sicuramente uno dei miei libri preferiti! Quando ho iniziato a leggerlo non sapevo nemmeno che fosse una lettura per ragazzi e la scoperta, devo ammetterlo, mi ha un po' delusa. Se fosse stato un libro con meno elementi teen la storia ne avrebbe sicuramente guadagnato!
Lo stile è semplice e asciutto, come ci si può chiaramente aspettare da uno YA e le descrizioni spesso, probabilmente per questo motivo, sono un po' sommarie. Il ritmo della narrazione è però incalzante e, nonostante io non ami moltissimo la prima persona (perché spesso viene utilizzata male dagli scrittori!), in questo romanzo non mi ha infastidita, anzi. Sembra proprio che Max parli con il lettore attraverso un diario nel quale narra, tramite micro capitoletti, ciò che succede a lei e alla sua "famiglia" durante la disperata fuga verso la tanto agognata libertà. La fuga, infatti, è l'elemento principale attorno al quale ruota tutta la storia. Ogniqualvolta sembra esserci un momento di calma, in cui i personaggi si fermano e "respirano", questo svanisce rapidamente così come è arrivato e loro, tutti insieme, sono costretti a fuggire di nuovo.
Essendo il primo di una saga composta da ben 7 romanzi, di cui 6 pubblicati in Italia, risulta essere in alcune parti un po' superficiale e forse anche ripetitivo per permettere al lettore di conoscere bene Max e di mettersi nei suoi panni. Nonostante questo piccolo dettaglio, Patterson non annoia mai e, anzi, non è possibile staccarsi dalle pagine del libro molto facilmente!
Mi sento, infine, di complimentarmi anche, e soprattutto, per le caratteristiche con le quali l'autore ha voluto delineare la personalità della protagonista principale: Maximum è una ragazza forte, determinata e coraggiosa senza risultare mai spocchiosa e antipatica (o ancora peggio stupida!) al lettore, cosa che invece, purtroppo, succede spessissimo (ahimè).
Una piccola nota: è presente un "ORRORE" di traduzione che spero sia solo una svista della mia edizione e che sia stato corretto nelle edizioni successive perché pensare che si possa mandare fuori strada un Hummer cospargendo la strada di "unghie" e non di "chiodi" (in inglese entrambe le parole si traducono con nails) è a dir poco singolare.
pienamente d'accordo con te, il libro mi è piaciuto moltissimo, peccato che non sia stato apprezzato!
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