Da un po' di tempo a questa parte non faccio che imbattermi in articoli di testate online che parlano dei blog letterari e, tra le altre cose, in termini non proprio carini. In particolare mi riferisco a quattro articoli, usciti per Finzioni (qui), un magazine che vi consiglio di leggere perché merita davvero molto, ConAltriMezzi (qui), k.Lit (qui) e Lipperatura (qui). Nessuno di loro, in realtà, ha da ridere sui blog letterari. Perché, infatti, il tutto parte da un'affermazione di Peter Stothard, direttore del Times Literary Supplement, che, riportata dal Guardian, recita: «L'ascesa dei blog letterari danneggia la letteratura e rischia di abbassare il livello della critica». Prima di esprimere la mia opinione in merito che, già dopo questa prima frase, si è ben formata all'interno del mio piccolo cervello bacato, è bene che riporti il resto della dichiarazione. Stothard continua: «È bello che ci siano tanti book blogger ma essere un critico è diverso dal limitarsi a condividere dei gusti. Non tutte le opinioni hanno lo stesso valore».
Mi sento chiamata in causa non tanto quanto book blogger ma quanto lettrice di book blogger. Perché, prima di aprirne uno mio di blog, ho passato molto tempo a leggerne molti. Ebbene, in tutto il tempo impiegato a leggere le chiacchiere allegre e armoniose de La Leggivendola, di Reina o di Glinda (blogger molto brave che sicuramente conoscerete) non ho mai pensato che queste si ponessero su un piedistallo e si sostituissero alla critica letteraria.
L'aria che si respira in un blog che tratta di letteratura non è la stessa che si respira aprendo un quotidiano e leggendo le recensioni dei libri appena usciti o dei vincitori del Premio Strega. Perché? Perché nessuna di loro seziona il libro in ogni sua parte, ne critica lo stile perdendosi in inutili sofismi, o bacchetta l'autore facendo paragoni tra la Mazzantini e Gaspara Stampa.
Leggere le recensioni di un book blogger è come trovarsi in una stanza durante una riunione di un qualunque club del libro. Vi risulta che le persone che partecipino ai club del libro (tanto in voga soprattutto in America, patria del signor Stothard) siano tutti critici letterari? E vi risulta che quelle persone, riunite a parlare di Anna Karenina o di Christopher Moore, si sostituiscano alla terza pagina del Times Literary Supplement? E vi risulta, anche, che il parere di un libraio di fiducia sia paragonabile alla parola di un critico letterario? No, no e ancora no.
Il dito puntato contro i book blogger mi fa sorridere. Sarebbe come puntare il dito contro il libraio di fiducia, contro l'amica che suggerisce un titolo motivando la sua "critica", contro il commesso dell'Euronics che consiglia un cellulare piuttosto che un altro, contro tutti i blog e i forum che parlano di serie tv (come Seriangolo, ad esempio), contro mia madre che ha la passione per il giardinaggio e si lascia andare in consigli su come trattare certe piante, quando pianterle, potarle e blablabla. Vi risulta che mia madre si sostituisca, in questo modo, a un giardiniere? Vi risulta che ci sia la lega dei giardinieri incazzati neri che va, di casa in casa, a rimproverare le casalinghe che si occupano da sole del proprio giardino e offrono preziosi consigli alle vicine? Insomma, mi sembra di parlare di aria fritta. La saggezza popolare che deriva dalle mie umili origini isolane, in situazioni come queste, mi fa affermare:-«Quando non sai cosa dire, mettici pane in bocca». E sì, signor Stothard, avrebbe fatto meglio a mangiare un tramezzino quel giorno, piuttosto che lasciarsi andare in sterili affermazioni. Certamente nessun blogger, come nessun utente di aNobii o Goodreads, pensa di essere un critico letterario e se, dopo la lettura di un libro, scrive qualche riga per commentarlo, sicuramente non crede di essere paragonato o, addirittura, di sostituirsi al Mereghetti per i libri.
Alla critica letteraria, tra l'altro, preferisco l'opinione di una persona fidata. Perché la vedo più vicino a me, alla mia persona, al mio modo di essere. E, soprattutto, più mirata. Non seguo tutti i blog letterari, ma solo quelli che reputo interessanti, affini ai miei gusti. Inoltre, se non fosse stato per merito di internet e del tanto odiato blog letterario, non avrei conosciuto La Leggivendola che ha, più o meno, i miei stessi gusti letterari, ad esempio. E non conoscendo lei mi sarei fatta sfuggire tantissimi titoli che, invece, ho conosciuto, letto e apprezzato. Lo stesso dicasi per Reina e Glinda e Rowan (come per tante altre blogger) che stimo molto e credo siano delle bravissime blogger. Appunto, blogger. Caro signor Stothard, non si preoccupi, nessuno di noi vuole rubarle il lavoro, stia pure tranquillo. Noi continueremo a fare le blogger, intrattenendo i comuni mortali, lei continuerà a fare il critico letterario, intrattenendo i suoi lettori. E, le garantisco, le nostre strade non si incontreranno mai.
Concordo. A me, non interessa la critica letteraria, perché mi basta e avanza quella che infesta i quattro giornali leggibili che parlano (tutti allo stesso modo) dei quattro soliti titoli del momento. Mi interessa capire perché un lettore ha amato un libro, perché non l’ha finito e soprattutto se, quando non lo ha gradito, ha comunque rispetto per l’autore che l’ha scritto. Tralasciando quindi quelli che – inutilmente, a mio avviso – segnalano le uscite postando le quarte leggo con piacere il parere dei blogger sui libri. E dico la mia, sperando che il libro giusto incontri il lettore giusto. Ciao!
RispondiEliminaLe segnalazioni delle uscite vengono fatte collaborando con le case editrici le quali forniscono alle blogger informazioni circa il panorama letterario. Non collaboro con nessuna casa editrice e quindi il mio "in libreria" è, piuttosto, una segnalazione circa le uscite che reputo interessanti di libri spesso passati in sordina. Però, certo, de gustibus mia cara Chiatra xD
EliminaDi solito mi chiamo Chiara... per oggi vada per Chiatra!
RispondiEliminaConcordo con te, questa critica è assolutamente priva di senso! E non riesco nemmeno a capire da che cosa si possa mai sentire minacciato quest'uomo.
RispondiEliminaE' un po' come dire che un appassionato può essere appassionato di qualunque cosa basta che non lo dica in giro, perché solo chi lo fa di mestiere invece può parlare. (L'immagine dei giardinieri che vanno a sgridare tua mamma mi ha fatta piegare :D)
I blog sono un opinione in più, forse un po' più terra terra e quindi a volte più fruibile rispetto a quelle dei critici di mestiere, per decidere di leggere o meno un libro (e quante volte le opinioni sono discordanti!). Nessuno vuole sostituirsi a giornalisti, critici o altro...
Ahaha ok, magari il paragone coi giardinieri incazzati che insultano le casalinghe non era proprio il massimo della professionalità, però rende abbastanza l'idea xD Interessante, invece, la tua frase "È un po' come dire che un appassionato può essere appassionato di qualunque cosa basta che non lo dica in giro, perché solo chi lo fa di mestiere invece può parlare." Hai centrato perfettamente il punto. Mi compiaccio. ^^
EliminaNereia (ah quanto mi spiego male) non c'era nessuna vena polemica. Dicevo solo che le sole segnalazioni di tutte le uscite a mio avviso non sono poi così utili. Sono come une newsletter di un ufficio stampa. Concordo invece con il fatto che i blog letterari sono uno spasso soprattutto per chi non ha il libraio di fiducia, per chi è a caccia di pareri. Per chi è curioso punto. Un caro saluto dalla tua Chiatra! ;-)
RispondiEliminaMa certo, sì che ti eri espressa bene. Forse io non l'ho fatto invece xD Dicevo che sì, sono segnalazioni perché si collabora con le case editrici solitamente. Le mie invece nemmeno quello perché faccio tutto da sola. :P
EliminaVale la pena sottolineare che i blog letterari hanno una valenza che mille professionisti, chiamiamoli così, non hanno: l'imparzialità. Mi fido 1000 volte di più del giudizio tuo o di una leggivendola piuttosto che dei pareri di affermati e pluristipendiati recensori che fanno sfoggio di cultura. Magari sono prevenuto, ma quando leggo certi articoli sulla carta stampata, mi salta al naso sempre un certo impercettibile odore di mazzetta.
RispondiEliminaNon ho voluto scriverlo perché, in verità, non ho prove certe. Però lo penso, lo penso eccome.
EliminaA me sembra una buffonata. La polemica, intendo. Non vedo come i blog letterari impoveriscano la critica. Io non ho propriamente un blog letterario, ma quando posso cerco di sopperire ai buchi lasciati dalla cosiddetta critica. (Be', quasi...)
RispondiEliminaSembra lo stesso strale scagliato dai giornalisti nei confronti dei blogger che trattano temi di attualità. O di scienza, se ne parlava qualche anno fa.
Infatti è una buffonata. Della serie do aria alla bocca quando non ho altro da fare e/o dire.
EliminaSono totalmente d'accordo con te. Aggiungo solo che seguire i blogger non vieta di leggere i critici letterari o altri canali di informazione: sono tutti elementi che non si escludono a vicenda. La critica di Stothard, quindi, è decisamente poco chiara.
RispondiEliminaNereia, come posso non concordare con te? Questa è davvero un'assurdità!
RispondiEliminaIo preferisco i blog piuttosto che leggere la critica letteraria per prima cosa perché spesso e volentieri sui giornali vengono recensiti libri che non mi interessano, e poi perché le opinioni che trovo sul web sono scritte da persone che magari hanno i miei stessi gusti, e quindi è più facile selezionare i libri da acquistare.
E poi scusa, cosa cacchio c'è di male nel voler condividere i propri gusti? Io trovo che sia molto bello trovare persone con cui si hanno comuni interessi e mettere a disposizione uno spazio in cui parlarne e discuterne...!
Tra l'altro qualche mese fa ho letto su aNobbi la notizia di una scrittrice italiana che autocriticava i propri libri sotto falso nome, pur di accrescere le vendite dei suoi romanzi! E meno male che saremmo noi blogger ad abbassare il livello della critica!
Sono senza parole.. mah...!
@Amaranta: vero, nessun elemento esclude l'altro. ^^
RispondiElimina@Yvaine: davvero? E chi era sto genio del male? O.o Ma pensa te come stiamo messi...
Guarda, non me lo ricordo.. ho cercato sul web ma non sono riuscita a trovare nulla.. Riproverò, se la mia ricerca darà i suoi frutti te lo comunicherò!
EliminaE comunque sono certa che non sia un caso isolato. Comunque le riviste promuovono solo i libri che vogliono che sfondino il mercato.. ma per favore..! Chi è che crede alle opinioni del New York Times, di altri giornali o degli autori, sulle copertine dei libri? Non ti possono certo dire che quella storia fa schifo! Il libro lo hanno stampato per venderlo.. Questo non sminuisce la critica?
Eh no, perché se ci attacchiamo ai cavilli allora anche noi ne avremmo da ridire..!
Sono d'accordo che bloggeria, recensioni sulla stampa e critica accademica sono diverse ma di dannoso non cè nulla,nessun discorso sui libri può fare del male.Per l'occasione possiamo chiederci qual'è lo specifico del blog che per me è l'interattività e quindi mi vien da pensare che il blog è meglio quando hai già letto il libro,la recensione prima.Poi c'è il taglio confidenziale che ha il blog con l'apertura di finestre sulla vita privata del blogger ,una specie di diario in pubblico, con alcune cose (dalle circostanze in cui è stato letto il libro ,allo stato della copia utilizzata) che raramente possono entrare in una recensione ma danno un sapore di autentico e rimandano all' esperienza comune di lettore.
RispondiEliminaHai detto bene "nessun discorso sui libri può fare del male". Parole sante.
EliminaQuest'uomo per parlare così non può amare i libri, ma solo quello che gli viene in tasca.
RispondiEliminaPersonalmente sono sempre felice di scoprire nuovi blog letterari, certo come tutti ho le mie preferenze, alcuni li seguo di più altri di meno, ma almeno so che dietro a un parere non c'è la sopra citata mazzetta. Che esiste. Chiamarla mazzetta magari è sbagliato, ma un critico è normale che venga pagato per parlare di un romanzo. E se ne parla bene... be' credo sia ovvio, no?
Bellissimo articolo, brava Nereia!
Grazie, spero tornerai a leggere i miei vaneggiamenti ^^
EliminaBello e semplice ed efficace questo articolo. Lo condivido molto :) Inoltre, i "criticoni" dei bookblogger - che sono, non dimentichiamolo, la conseguenza di una passione e sono dei grandi acquirenti di un mercato, quello editoriale, che si dice sia tanto in crisi - non considerano il fatto che i bookblog sono spesso soprattutto dei diari personali di letture, delle riflessioni individuali per poter soffermarsi su quel che si è letto senza spazzarlo via con un colpo di spugna. Ci sono pessimi gusti e pessimi consigli, mille toni diversi, mille iniziative. Ma in quella famosa stanza siamo in tanti, no?, per cui è normale ;D
RispondiEliminaMa, d'altronde, ci sono anche pessimi critici. Tutto sta nel trovare la propria dimensione. Ed è vero anche ciò che dici "in quella famosa stanza siamo in tanti", per cui è normale ci siano persone che preferiscono libracci a libroni. Grazie per i complimenti, davvero molto apprezzati ;)
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