venerdì 19 aprile 2013

Confessioni di una coprecarywriter #9

Ovvero di clienti assurdi e richieste folli.
Ordunque è un po' che non vi parlo di ciò che accade nel mondo dei coprecarywriter, anzi nel mondo di questa coprecarywriter.
Innanzi tutto mi tocca precisare che non è un caso che manchino alcune puntate (in particolar modo la 6 e la 8) di questa rubrica. Mancano perché devono mancare, un giorno forse sarà reso noto il perché.
E quindi non è strano che vi ritroviate già alla puntata numero 9, la 8 un tempo c'era e adesso non c'è più.
Qualche giorno fa qui in agenzia, non so in che modo e soprattutto perché, è giunto un tipo, uno scrittore, che vuole che lo si aiuti con la campagna promozionale del suo nuovo libro. Fin qui nulla di strano.
No, be', qualcosa di strano c'è. Dato che non pubblicherà con una casa editrice misconosciuta ma con una delle case editrici considerate "big" suona strano che voglia da noi, agenzia di comunicazione web misconosciuta, una campagna promozionale.
Al di là del fatto che ha cominciato a richiedere roba che nemmeno quando si va a fare la spesa, pensando che il tutto abbia un costo irrisorio -quando, invece, non è così- ha avanzato anche strane richieste.
Il libro, di fatto, ancora non c'è. È tutto nella sua mente e, forse, qualcosa è anche già su carta ma a noi non è dato sapere poiché suddetto libro uscirà nelle migliori (???) librerie l'anno prossimo.
Pare, comunque, che lui non sia affatto contento di ciò che la casa editrice gli ha proposto e voglia, quindi, farsi pubblicità attraverso i social network. D'accordo, un'agenzia di comunicazione web fa anche questo.
Lo scrittore non vive con i soldi guadagnati con i suoi libri, dice il signor Grillo Parlante (per comodità lo chiamerò così per tutta la lunghezza del post) e quindi è interessato ad agire in altro modo.
Vero, Grillo Parlante ha ragione. A meno che tu non sia il maestro King, il professor Murakami o il genio Gaiman con un tuo libro venduto non ci guadagni nemmeno i soldi per una baguette ai 5 cereali da Auchan (costa, mi pare di ricordare, 90 cent).
La richiesta strana, comunque, non è la campagna promozionale sui social ma la creazione di un blog.
Grillo Parlante vuole un blog. Tralasciando il dettaglio che un blog non è necessario farlo creare a un'agenzia di comunicazione dato che diverse piattaforme permettono a chiunque di farne uno (guardate me che di html non ne so una ceppa), la richiesta non è poi così strana. Se si vuole un sito/blog fatto bene ci può anche stare che si contatti qualcuno, a patto che poi i contenuti del blog sia l'autore stesso a gestirli. E qui viene il bello. 
Il blog del Grillo Parlante sarà un blog personale ma tal Grillo non vuole occuparsene, anzi! Vuole, sostanzialmente, che ci sia un'altra persona a scrivere per lui e, se questo progetto va in porto, dovrò essere proprio io la ghost blogger in questione! 
Ma perché? Perché, se ti millanti salvatore di anime e scrittore vicino ai propri fan (???) hai bisogno di un blog personale ma scritto da un'altra persona? Cribbio, sei uno scrittore, i contenuti dovrebbero galleggiare nel tuo liquido cefalorachidiano e non dovresti avere bisogno dei miei di contenuti!
Come se non fosse già tutto abbastanza assurdo ho dovuto, udite udite, scrivere un documento dettagliato- che servirà poi per essere esposto al Grillo Parlante- su cosa è un blog, come funziona, quanti post scrivere e come, che è cosa buona e giusta rispondere ai commenti ricevuti, di cosa parlare nei propri post. Sì, anche di cosa parlare. O meglio, cosa sarebbe bene che lui, e quindi io, scrivesse in questi dannati post.
Contemporaneamente agli incubi in cui io, al pc dell'agenzia, con un foglio bianco di Word aperto e il cursore che lampeggia non ho alcuna idea di cosa scrivere a nome del Grillo Parlante, sto curando un altro progetto (figo, mi tocca ammettere) che riguarda un concorso per gggiovani. Dovrei scrivere i testi da inserire in codesto concorso e, non avendo un supervisore da luglio e, soprattutto, non avendo mai scritto testi per il web mi sento un po' in ansia. Ma, sono certa, ce la farò. 
E oggi, da brava ragazza sottopagata, ho resistito alla promozione Feltrinelli e non ho acquistato nulla, sebbene lo sconto del 45% se avessi acquistato tre titoli (ed era difficile limitarmi a tre) tra quelli in promozione fosse abbastanza allettante. Ho controllato prima se il circuito delle Biblioteche di Roma mi offrisse quei titoli al modico prezzo di 5 euro l'anno e sono stata accontentata per tutti i libri che desideravo. Quindi, dato che ho superato da un po'- per ovvi motivi di spazio, ma soprattutto economici- la strana malattia denominata "possesso del libro" non ho necessità di acquistare altro (si fa per dire, ovviamente). 
Piccola parentesi sulla mia vita privata, ché sono una ragazza anche io, non sono solo una coprecarywriter. Ma per quale strana legge della fisica, secondo voi, attiro solo casi umani e "latin lover"? Cioè, non faccio in tempo a liberarmi di un latin lover (chiamato amorevolmente da me "l'errore") che subito si propone un caso umano (chiamato con il suo nome di battesimo dato che mi ha sfinita così tanto a suon di lagne che non sono stata in grado di inventare un soprannome). Adesso, l'ultimo caso umano l'ho lasciato libero di andare a infastidire altre donzelle a Gennaio e, diavolo, non è nemmeno Aprile! E già all'orizzonte ho scorto un altro latin lover pronto a circuirmi. O meglio, pronto a "cercare" di circuirmi perché ormai li riconosco dall'odore, so perfettamente di che puzza puzzano i latin lover. Come il brutto puzzo di Stradivarius (catena di abbigliamento i cui negozi odorano di Wc Net) che avverto già dal parcheggio del centro commerciale, così il puzzo dei latin lover mi penetra nelle narici non appena mi stringono la mano per presentarsi.
Sciò, sciò, pussa via. Non ho bisogno di altri uomini mestruati nella mia futile vita. Ma niente, per il momento  il latin lover in questione non ha ancora desistito. Spero, però, che getti presto la spugna e non insista perché poi, anche se il mio piccolo cuoricino grinzoso sa che è un latin lover, ci mette poco a battere forsennatamente e a luccicare al buio ogni volta che lo vedo. E invece no, ciò non deve accadere!
In ultimo, il mio contratto è scaduto, non è ancora stato rinnovato ufficialmente ma ciò che mi spetterà sarà comunque la misera paga che prendevo con il precedente contratto. Olè. 
Dal mondo dei coprecarywriter con le stalattiti al cuore è tutto.

7 commenti:

  1. A me non piace fare il ghost qualcosa :D

    Comunque quello "scrittore" non ha proprio capito nulla né di scrittura, né di blogging, né di promozione editoriale.

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    1. Ma non piace nemmeno a me fare il ghost di qualcosa xD Solo che, mi sa, mi toccherà farlo comunque! Ah, strana la vita!

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  2. La fisica, purtroppo, non aiuta a capire certe dinamiche, posso testimoniarlo!
    Comunque non avevo idea esistesse il ghost blogger. Un blog non è qualcosa a cui assocerei un fantasma, non è come gestire una pagina facebook. Mah.

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    1. Nemmeno la fisica può aiutarmi? Argh, che brutta notizia che mi hai dato!

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    2. Posso mettermi a fare qualche conto... Ma non ha aiutato me, quindi non credo di riuscire a trarre delle leggi valide per tutti! ^^

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  3. Quest'autore ha capito tutto, eh. Ma proprio tutto tutto. Onestamente, se ci tiene così tanto al rapporto "diretto" coi lettori, farebbe meglio a seguire l'esempio di Pynchon, chiudersi in casa e non rilasciare interviste nemmeno per sbaglio.

    Argh, casi umani e latin lover... resisti, resisti!

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    1. Sì, be' in riunione non facevo altro che domandarmi "ma da dove cactus è uscito fuori questo qui?" e, soprattutto mi domando che vita impegnata possa averci per non avere nemmeno il tempo di scrivere un post a settimana. Se la tira così tanto che nemmeno fosse Umberto Eco!

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