sabato 8 marzo 2014

Francamente me ne infischio #4

Ve lo avevo detto che sarei tornata, e pure di brutto. Dovevate credermi, quando dico una cosa seria come quella solitamente non sto scherzando. Quindi, dopo una lunga assenza per cause di forze maggiore e dopo una nottata passata insonne (dèi del cielo, poi in separata sede mi direte perché mi avete fatto tutto questo. Avevo in corpo la giusta dose di alcol per dormire come un grosso gatto al sole e invece non ho chiuso occhio se non per venti miseri minuti durante una replica di Ginnaste) eccomi con Francamente me ne infischio. Io lo so che, sotto sotto, questa rubrichetta caccia fuori il peggio di me ma ormai l'ho creata, non posso più liberarmene. È parte integrante del mio essere, quasi ci spero di imbattermi in una ciofeca che ha l'aria di non esserlo. Il libro di cui vi parlo oggi, invece, l'aria della ciofeca ce l'aveva e ne sentivo il puzzo da chilometri di distanza. Ma tant'è, l'ho letto comunque.

Autore: Ciara Geraghty
Titolo: Amore e altri casi di emergenza
Prezzo:12,90
Editore: Fabbri
Pagine: 446
Il mio voto: 1 piuma e mezza 

Dunque, in verità non sarebbe nemmeno un libro da Francamente me ne infischio. Non del tutto almeno. Mentre gli altri libri che hanno avuto il piacere di aggiudicarsi una puntata erano dei libri veramente pessimi, sotto diversi punti di vista, questo lo è molto meno. Però è uno di quei romanzi di cui se me ne fossi infischiata sarebbe stato meglio.
La trama è questa qui (sarò breve, prometto): durante un incidente stradale causato da un camionista assonnato vengono coinvolte due donne: Beth e Kat. Beth, purtroppo, muore mentre Kat rimane incolume. Sebbene Beth e Kat non si conoscano e non si siano mai nemmeno incrociate in vita loro, sono unite dalla figura di Faith. Nel romanzo ci sono due PoV, quello di Kat– scrittrice di successo che però pubblica thriller utilizzando uno pseudonimo maschile – e quello di Milo – un bambino di quasi dieci anni, fratello di Faith.
Le parti scritte da Milo, credetemi, non vedevo l'ora che finissero. Una noia mortale, soprattutto perché d'accordo che hai dieci anni ma certe domande sul significato della vita o sul perché "i grandi non dicano mai la verità" puoi risparmiartele anche perché sei un bambino, non un cretino. Ma di come si comportano e pensano i bambini Ciara (te poi chiamà Ciara, poi?) se ne è un po' infischiata e quindi il risultato delle sue considerazioni da principiante è un bambino cretino.
Le parti scritte da Kat, invece, erano quelle relativamente più interessanti e sono quelle che mi hanno spinta (ma forse "spinta" non è esattamente il termine adatto, diciamo che sono andata avanti per inerzia) ad arrivare fino alla fine del libro. Il personaggio di Kat è un perfetto binomio tra l'essere simpatica come una spina nel fianco e una persona piacevole come un brufolo sul mento apparso il giorno di un avvenimento importante. Inoltre, che libro ciofeca sarebbe se Kat non fosse un ammasso mal costruito di cliché? Avete presente quelle frasette che girano su Facebook, quelle che fanno vergognare le esponenti del sesso femminile dotate di cervello impegnato non solo nel dirigere le funzioni vitali? Quelle tipo "Quando una donna dice no in realtà intende dire sì, prendimi con la forza"?! Ecco, Kat dice sempre no ma intende dire sì. Kat dice al suo fidanzato che non vuole un bacio quando lo vuole, che non vuole un abbraccio quando lo vuole, che non vuole uscire quando vuole andare a cena fuori. Mi sono chiesta, per circa tre quarti del libro, perché Thomas (il fidanzato, appunto) non le dicesse di andare a quel paese e di portarcisi da sola a cena fuori quando non voleva uscire, 'sta piagnona. Comunque, dopo l'incidente stradale dal quale esce incolume peggiora – e non credevo fosse possibile. Per cui, già che ci siamo, mettiamole pure una bottiglia di vino rosso in mano al giorno e rendiamola un po' alcolista ma con classe, ché è pur sempre una scrittrice famosa e quindi ricca. Mettiamoci poi un rapporto un po' ostico con la fredda madre, una crisi di mezza età e un parto affrontato all'età di 15 miseri anni con conseguente incontro madre biologica-figlia data in adozione ventiquattro anni dopo e siamo al completo. Senza dimenticare la migliore amica bona (bionda, alta, occhi azzurri, bona pure quando è incinta ma accompagnata da un noioso marito dall'alito che puzza di aglio) e il bambino cretino. Nessuno dimentichi Milo e i suoi odiosi allenamenti di salvataggio che piazza più o meno in ogni due pagine. Se non si fosse capito Milo fa salvataggio eh, occhio a dimenticarlo. E ha quasi dieci anni. Ripete queste due cose in continuazione, qualora qualcuno dovesse distrarsi durante questa lettura così impegnativa che nemmeno l'Enciclopedia Britannica. Ciara, sono felice però di comunicarti che il titolo scelto in italiano per il tuo Lifesaving for Beginners è brutto quanto quello originale.

Ad ogni modo, volevo piazzarvi una diapositiva di quelle frasette a cui mi riferisco che girano su Facebook, ma nel cercarle ho trovato questo e niente, volevo condividerlo con voi. E chiedervi quante di voi dicono no quando invece intendono sì per "testare l'energia maschile" del malcapitato. Scommetto tutte. Io sicuro, se non testo l'energia maschile non ci dormo la notte.

2 commenti:

  1. Oh, era ora! E complimenti per la scelta del libro: già il nome dell'autrice in effetti dice tutto, sembra quello di un personaggio che non fa ridere della Cortellesi. Grande stima per la tua capacità di reggere roba del genere per, quante?, 446? 446 pagine? La tua vocazione al martirio è davvero notevole. ;)

    Comunque ti assicuro che di quelle ragazze ce n'è parecchie, io ne ho conosciute almeno un paio del tipo dico-no-ma-voglio-dire-sì. Fanno molta paura.

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    1. Grazie per i complimenti... In effetti la selezione per la scelta del libro è stata fatta con cautela e ha richiesto ben più di un paio d'ore. Gli altri candidati non te li dico perché altrimenti rovino la sorpresa per gli altri Francamente me ne infischio e, santi numi, non sia mai!

      Sì, la mia vocazione al martirio è qualcosa che– in effetti– andrebbe studiata perché ha raggiunto livelli davvero preoccupanti. Leggere libri brutti è importante, perché così apprezzo ancor più quelli belli. Fila, no?

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