lunedì 16 marzo 2015

Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo – 16/22 marzo


Come avete potuto leggere da qualche altra parte, sono stata a Libri Come dove ho avuto una bruttissima esperienza con il cibo. Questo, ovviamente, mi ha fatto pensare che a breve è tempo di Torino. Sì, anche la prima volta che sono stata a Torino ho avuto una brutta, bruttissima esperienza con il cibo e il caldo. Adesso basta, è tempo di agire. Quest'anno a Torino andrò con una bottiglia d'acqua da un litro e mezzo – peserà, ma pazienza. Il caldo mi fa seccare le fauci –, vari cibi di varia natura dentro la borsa, suddivisi in comode razioni simili a quelle degli Hobbit de La compagnia dell'anello, e abiti a strati dove l'ultimo strato è composto da una canottina e dei pantaloncini invisibili. No, davvero, non si può.
Detto ciò, avevo iniziato Suite francese che, però, mi trovo a dover mettere da parte per via dei altri libri da leggere che, nella scala degli impegni, vengono prima. Lo riprenderò il mese prossimo, spero. Anche perché, altrimenti, non riuscirò mai a diminuire la lista dei to be read. Peccato perché Suite francese cadeva a pennello con una nuova rubrica a cui volevo dedicare un post al mese e invece... Invece niente. E comunque, per dire, mi sono veramente stancata di leggere libri mediocri. Cioè, da Gennaio – tra i libri cominciati nel 2015 – ho letto un solo libro bello (La strage dei congiuntivi di Massimo Roscia) poi, per il resto, solo roba che avrei potuto tranquillamente trascurare. E che vi pensate che con Glenn Cooper sia andata meglio? Manco per il piffero! 
Vabbè, vabbè, non mi ci fate pensare ché mi agito, parliamo invece delle uscite dei libri escrementizi di questa settimana.

Sono convinta che il grafico che si è occupato delle copertine di Daniela Sacerdoti adesso lavora per Mondadori.
C'è questa moda di dividere le copertine a metà e metterci dentro elementi casuali senza alcuna correlazione tra loro. E quindi abbiamo qui una ragazza con un vestito che nemmeno io, che non so cucire, riuscirei a fare due bretelle così diverse tra loro. In basso troviamo una... un... Non lo so che cosa è, a me sembra un osservatorio astronomico o, in alternativa, una tomba di famiglia. Che cosa c'entri, poi, non sta a noi scoprirlo. E tu, povero stolto, che stai qui a domandardelo non c'hai proprio capito niente. L'avevano già in repertorio per un libro sui templari. Chiaro, no?
Le fiamme, devo ammetterlo, sono un tocco di classe. Poi, dico, per metà questo libro è ambientato all'inferno, come facciamo a farlo capire ai lettori? Eh, mettiamoci le fiamme tutto intorno che fanno da cornicetta, dai! E così, ecco le fiamme. Belle, molto belle. La trama pure è bella, a quanto dice la scheda, così originale che mai nessuno ne aveva ancora mai parlato (solo i greci, con il mito di Orfeo, ma vojo dì, ma chi cazzo so' i greci agli occhi dell'ammericano medio? Nessuno, e quindi rimescoliamo un po' le carte in tavola). 
Dunque, Lela e Nadia sono amiche per la pelle pure che una è traumatizzata e l'altra no, come se fosse una discriminante poi.
Tra le due uno penserebbe che quella che si toglie dalle scatole sia Lela la traumatizzata e invece no, colpo di scena (!!), Nadia si toglie misteriosamente la vita. Così Lela che fa? Panino con la porchetta nello zaino, torcia in mano, tre barrette energetiche e 'n paio d'euro in tasca, parte alla ricerca della sua amica negli Inferi, tra mostri e creature demoniache. Ma, zanzan!, chi te incontra? Malachi! E chi è Malachi? La guardia delle anime perse che, ovviamente, è di quella particolare bellezza che solo quelli che abitano gli Inferi possono avere – non so' d'accordo, Dante non li descriveva poi così belli, ma so' opinioni. 
Poi, voglio dire, è gia "bollente" (cogliete il fine doppio senso?) perché campa in mezzo alle fiamme, impossibile resistere anche alle fiamme della passione.
Ammetto, quest'ultima frase è mia. Scusate, vado subito a mandare il curriculum a Mondadori per propormi come scrittrice di quarte di copertina per i libri de merda.

Ci deve essere una sorta di convinzione, forse, un credo magari o anche un accordo scritto tra case editrici e grafici: "ragà, se si tratta di un fantasy, siete autorizzati a fà delle copertine di merda. Tanto è fantasy!". 
Comunque, Spire di fuoco, con quella U che pare tanto una V, è il terzo romanzo della nostra italianissimissima Marta Palazzesi che io avevo già sentito nominare per la sua non eccelsa opera prima "Il bacio della morte" che è uguale ad Half blood di Jennifer Armentrout (ve ne ho parlato qui) che, a sua volta, è uguale a L'accademia dei vampiri di Richelle Mead.
Comunque, niente, questa mal vestita qui accanto – perché è mal vestita, ha l'abito fatto di quel tipo di stoffa che cambia colore con la luce (che io trovo agghiacciante) e che sicuro prende fuoco non appena si avvicina anche solo a un termosifone acceso – è  Thea, la cacciatrice di demoni Azura. Il muretto alle sue spalle indica che il romanzo è ambientato in Romania perché, voi lo sapete, i rumeni non fanno altro che costruire muretti in pietra, tutto il giorno, in qualunque paese si trovino. Tu pensi ai rumeni e, automaticamente, nella tua mente si materializza un muretto in pietra. E dragostea din tei. No?
Ma, dicevamo, la spavalderia di Thea sta vacillando e, durante una spedizione "nei boschi rumeni" – specifichiamolo ché, voglio dire, dovessero esserci boschi spagnoli in Romania, poi come la mettiamo? –, incontra le Vâle Nere e boh, non lo so che succede dopo. Leggetevi la scheda e cercate di capire perché questa tizia, vestita come se stesse andando al ballo delle debuttanti, è inginocchiata davanti a un muretto di pietra "rumeno" (attenzione, specificare è importante) appoggiata a una brutta spada. 

Emma Chase ha scritto altri libri della trilogia Tangled che Newton Compton ha tradotto con dei titoli così originali e così diversi tra loro che... Scusate, allego il mio curriculum anche a Newton Compton, posso fare anche la titolista di libri di merda, non solo quella che scrive le trame.
Tu mi cercherai – che sembra una minaccia niente male a qualcuno che ci ha appena lasciate, della serie "tornerai tu da me strisciando, vecchio maniaco"– è il quarto (??) romanzo ( e ci auguriamo anche l'ultimo) della serie Tangled.
Ora, io veramente non so che dire su questa copertina. La foto della mora è anche carina, non è fatta male, non è sgranata ma... COSA DIAVOLO C'ENTRA, PORCACCIA LA PALETTA?
Scusate il maiuscolo, è che mi parte la vena omicida e mi agito facilmente. Il titolo in arial, dimensione grande abbastanza anche per gli ipovedenti, con 'sta mora al centro, per raccontare la storia di un tale, Drew Evans, già protagonista di Cercami ancora, Io ti cercherò, Non cercarmi mai più (ma resta un po' con me). Non sto scherzando, sono serissima, questi sono i titoli degli altri romanzi in ordine sparso perché, ovviamente, non sono stata in grado di capire cosa viene prima e cosa dopo. Tutti con la frutta in copertina: ciliegie, fragole, lamponi... E manco a dì che qualcuno c'ha un'azienda agricola in questo romanzo. Mi dite cosa c'entra? Niente, ovviamente. Comunque, dicevamo, Drew si sposa con Kate. Chi se ne frega? – direte voi. Eh, infatti, io pure lo direi. Ma a quanto pare il 97% delle lettrici americane (ma chi? Adolescenti? Madri? Disoccupate? Vecchie? Incapaci di intendere e di volere?) ha amato questa serie. Dati alla mano eh, lo dice la scheda. Come le fanno loro le statistiche nessuno, manco l'Istat.

Questa ero indecisa se metterla o no perché, sia chiaro, a esse brutta è brutta e a esse fatta male è fatta male, ma abbiamo visto decisamente di peggio.
Poi, niente, l'ho guardata per bene, ingrandendo l'immagine e cosa noto? Il braccio del tale. Ma, cioè, a parte che ha lo stesso spessore di una delle braccia del Brucaliffo, ma cosa ha alla mano? Perché si riduce a una macchia sfocata di colore?
E poi, di che stoffa è fatto l'ombrello dato che si vede l'ombra della testa – ingigantita – del nostro uomo, così muscoloso che manco un lanciatore di coriandoli?!
Poi, scusate, tutto sfocato – mano compresa – ma il cielo dello stesso blu di quello del presepe si vede meglio di qualunque altra cosa?! E quella cos'è? Neve? E nevica solo in cielo? Perché attorno a loro non c'è niente. No, sentite, io me rifiuto proprio. Prima o poi vi verrà un infarto con queste copertine, lo so già.
Comunque, questi due deficienti sono Ambrose e Fern. E sì, Ambrose è un nome da uomo e Fern da donna. Sì sì, lo so ma non dite niente, grazie. Lui, contrariamente a quanto mostrato in copertina, è bellissimo e MUSCOLOSO e somiglia proprio ai protagonisti dei romanzi rosa che Fern adora leggere. C'è scritto davvero eh, vedere la scheda per credere. Vabbè, lui a un certo punto decide che la guerra (una a caso) è proprio la scusa giusta per mettere in moto i suoi muscoli e parte. Quando torna è un'altra persona: tremendamente sfigurato e profondamente ferito nell'anima. Fern, a questo punto, sarà capace di amarlo lo stesso? Anche se è un cesso? Quesiti importanti questi, mica pizza e fichi.

Per questa settimana è tutto, vado subito a procurarmi un vero muretto rumeno. Fatelo anche voi, mi raccomando e, soprattutto, ditemi se anche da voi la neve rimane sospesa in cielo.

18 commenti:

  1. Guarda, la seconda stavo per linkartela, poi ho realizzato che sicuramente l'avevi già adocchiata.
    Il primo mi perplime. Cioè, è come se il grafico avesse fatto una lista di temi per poi ficcarli tutti a forza nella copertina. Il lettering poi non c'entra niente O_o
    Che poi mi intristisce perché tempo fa stavo scribacchiando una cosa simile e mo' è bruciata T^T Dalle fiamme fintissime di questa cover.
    Dell'ultimo mi lascia basita il titolo, più che la copertina. Non riesco a concentrarmi su quella, c'è il titolo che reclama la mia totale attenzione.
    SEI IL MIO SOLE ANCHE DI NOTTE.
    SEI IL MIO SOLE ANCHE DI NOTTE.
    SEI IL MIO SOLE ANCHE DI NOTTE.
    SEI IL MIO SOLE ANCHE DI NOTTE.

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    1. Beh, io invece non riesco a staccare gli occhi da quel "dall'autrice del bestseller i cento colori del blu"

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    2. I cento colori del blu volevo commentarlo anche io come titolo ma, purtroppo, non è questa la sede. Cioè, io posso fà tutto quello che voglio, solo che poi il post diventa lungo quanto la Divina Commedia. Ho pietà di voi xD

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    3. Niente, vabbè, volevo rispondere a parte a Leggy, scrivendo un commento sotto il suo ma niente. Nun se po'. E quindi...
      Leggy, ma dico, non è un titolo magnifico SEI IL MIO SOLE ANCHE DI NOTTE? Eh? Tanto bello, non potrei fare di meglio. Veramente.

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    4. Li avranno pagati i diritti a Giorgia? E' la strofa di una sua canzone... :D

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    5. Ma lo sai che secondo me no?

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  2. Ero convinta che fosse un CERVELLO, non una mora. Ma forse sapere che è una mora mi lascia ancora più perplessa.

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    1. Un cervello viola? O.o Ma forse nei libri horror mettono i cervelli in copertina... Devo indagare.

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  3. No vabbè....quella della mora vince su tutto il resto!!!Per non parlare del colore scelto, così sobrio..... XD

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  4. La prima è particolarmente orribile D: Ed è uguale anche in originale D:

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    1. Noi abbiamo più fiamme, si vede che poche non li convincevano. Invece così, meglio.

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  5. ahahahahahahahahahah grazie per le risate con cui mi hai fatto cominciare la giornata! :)))

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  6. Letta in ritardo ma sempre spassosissima. E anche io, come Norma, appena ho visto la mora ho pensato: ma c'hanno messo un cervello? O.o E se non leggevo il testo, non capivo che era una mora.

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    1. Ahahah ma davvero sembra un cervello? Io, ammetto, ci ho messo un po' per capire che cosa fosse – perché di certo non pensavo a una mora, maledizione! – però al cervello non ci avevo pensato xD
      Questa rubrica serve anche a questo, a trovare nuovi punti di vista xD xD

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  7. Ah-ehm.
    SEI IL MIO SOLE ANCHE DI NOTTE. SEI IL MIO SOLE ANCHE DI NOTTE. SEI IL MIO SOLE ANCHE DI NOTTE. SEI IL MIO SOLE ANCHE DI NOTTE. SEI IL MIO SOLE ANCHE DI NOTTE. SEI IL MIO SOLE ANCHE DI NOTTE.
    SEI IL MIO SOLE ANCHE DI NOTTE. SEI IL MIO SOLE ANCHE DI NOTTE.
    SEI IL MIO SOLE ANCHE DI NOTTE. SEI IL MIO SOLE ANCHE DI NOTTE.

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    1. Ahahahahaha non t'è proprio andato giù xD Oh, ma è Giorgia! (Dirai, e sticazzi, non si può sentire lo stesso! E c'hai ragione).

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