lunedì 20 aprile 2015

Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo – 20/26 aprile


È già lunedì, porca paletta. Non capisco come sia possibile! Deve esserci qualcosa di simile a una passaporta a casa mia, che però funziona con il tempo. Tipo che è venerdì, io mi sono appena svegliata. Mi avvicino al balcone per tirare su la serranda e bum! Lunedì. Deve per forza essere così, perché altrimenti non mi spiego come faccia a durare così poco il weekend. Forse i giorni a casa mia – ma mi sembra che questa cosa sia estesa all'area circostante, quindi credo che riguardi tutto il quartiere – hanno meno di 24 ore, non so. Tocca che indaghi. Forse sono i fumi dell'Aniene che, in effetti, mi passa a circa 500 metri da casa. Scie chimiche magari. Si spiegherebbero diverse cose, anche parecchi miei comportamenti sconsiderati. Tipo che mi iscrivo in palestra e dico alla tizia alla reception di fornirmi gli orari delle lezioni di pilates. Io. Pilates. Ma anche io e palestra che, fidatevi, non è il connubio perfetto manco per niente. Il connubio perfetto per me è io e divano, con birra alla mano. No, perché praticamente ho i muscoli corti, atrofizzati, non riesco nemmeno a stendere del tutto la gamba... Immaginatemi a fare pilates. Comunque, oramai è fatta, ho pure pagato, mi toccherà andarci. Ma fosse solo questo il comportamento sconsiderato andrebbe quasi bene (tranne il pilates, la palestra pure pure ma il pilates?!). Il fatto è che custodisco da tipo due mesi un buono Feltrinelli che non ho mai il coraggio di spendere. Vi pare normale? No. Così succede che me lo porto sempre dietro ma non lo spendo mai, manco fosse un bene prezioso. Ma basta ciarlare, parliamo di cose serie.
Edit: questo è l'unico pezzo sopravvissuto del post originale, quello che ho scritto stanotte e che ho programmato per la pubblicazione alle 11.40. E poi il nulla, il post si è cancellato. E quindi devo riscriverlo dall'inizio e ovviamente non ricordo nemmeno la metà delle cretinate che ho scritto ieri sera, a malapena ricordo le aggiunte di stamattina, quando l'ho riletto e corretto. Ma andiamo con ordine, ricominciamo.

Vorrei precisare che ci ho messo due minuti buoni per capire che quello che vedete rappresentato in quest'opera di sopraffino valore artistico è una schiena con tanto di culo. Ci ho messo due minuti perché mi dicevo "ma ti pare che mettono due chiappe in copertina?". Così sono stata lì a guardare e riguardare l'immagine, cercando di capire se si trattasse di un braccio con una strana angolazione, di una macchia di Rorschach... E invece no, si tratta proprio della schiena di una tizia affetta da una lordosi niente male. Presente quella frasetta lì in alto a destra? Con l'immagine così piccola si legge un po' male ma, ve lo dico io, la frasetta dice "La passione ha sfumature ancora da scoprire". Ecco, peccato che io a un'occhiata veloce ho letto "La passione ha sfumature ancora da scolpire", così sono andata subito a leggere la trama alla ricerca di qualcuno, magari il maschione protagonista del romanzo, che lavorasse la creta. E niente, la scheda non ci racconta né il motivo per cui una affetta da lordosi sia in copertina, né ci parla di qualcuno che semi nudo lavora la creta. Pare che questa sia una serie di cui questo è il primo volume, pubblicato solo adesso – dopo tutti gli altri – dalla Sperling & Kupfer (mi piace quando le case editrici fanno le birichine!). Non che ne sentissi la mancanza eh. Comunque, dicevamo, la trama. Sophie lavora con il padre in una casa d'aste e, durante un viaggio di lavoro, non si imbatte in una grandinata di zirconi grossi quanto i bottoni di un cappotto, ma in Matteo Bertani, che (copio eh) la inizia a piaceri inediti. Succede che quando una si avvicina ai piaceri inediti del sesso tantrico poi non ce capisce più niente e così accade proprio a Sophie che ignorerà qualsiasi avvertimento da parte di Matteo. Ma poi, avvertimento di cosa? Quale avvertimento? Pure "cara, portati l'ombrello ché tra poco piove" è un avvertimento, cazzo vuol dire?! Quello che ha scritto la sinossi deve essere rimasto gravemente offeso dalla pioggia di zirconi di plastica, ve lo dico io. Uno l'ha colpito in piena faccia ed era troppo impegnato a sanguinare per scrivere una cosa dotata di senso.

Avete presente quei siti internet che vendono oggetti e abiti di tutti i tipi e che hanno sede legale (e probabilmente non solo) in Giappone? Parlo di quei siti tipo Light in the box, dove trovi anche gli abiti da sposa a prezzi imbattibili. Be', questi siti internet hanno delle modelle che sembrano di plastica. Mo', è vero che i nipponici sono strani e potrebbe anche darsi che quelli siano in verità manichini dalle fattezze umane perfette, ma mi fa sempre un po' impressione. Foto di queste tizie con la faccia livellata che nemmeno i neonati. Proprio come la nostra Natalia qui accanto, che è appena uscita dal peggior parrucchiere di Shangai dato che ha i capelli che sembrano fatti di sterpaglia e sono pure di due colori. 
Ma, suvvia, Natalia ha un passato traumatico che vuole gettarsi alle spalle, dice la scheda, così parte dalla California per trasferirsi in Australia. Tutto sembra andare secondo i piani (??) fino a quando non si imbatte in un surfista dal fisico scolpito e gli occhi verdi e anche lei, come la Sophie di cui sopra, non ce capisce più una fava. Ora, ma brutta stronzetta con il maglione di ciniglia – tesò, fai qualcosa ché la ciniglia era fuori moda già quando è uscita –, ma che ce dovevi arrivà tu dalla California, piena di surfisti, per trovarne uno in Australia? Perché in California surfisti boni non ce ne stanno, ve? Natalia, porella, non ne aveva mai visti. Se scrivi su Google "California beach" la prima ricerca correlata che ti appare è California beach surf (vedere per credere). Ma io non li ho mai visti i surfisti boni, non lei, io che abito a 50 km da Ostia che è una pozzanghera e che se ti fai il bagno rischi di uscire ogni volta con un arto in meno!

Non so, mi verrebbe da chiamare l'ufficio stampa di Bookme per fare un sondaggio. Mi verrebbe da chiedere loro se sanno cosa è la copertina di un libro, a livello di marketing intendo. La copertina non è altro che il packaging del prodotto libro. Ogni prodotto ha un packaging, più è accattivante meglio è perché spicca di più sugli scaffali. Ora, questa regola fondamentale del marketing (la troviamo forse a pagina 5 di un qualsiasi manuale), mi verrebbe da domandare all'ufficio stampa, loro lì in casa editrice la conoscono? Perché secondo me no. Perché, uno che prende una foto direttamente dalla rubrica di Marco Rossi (sessuologo) dell'ultimo numero di DiPiù e, con il famoso strumento di Paint linee curve, sovrappone il titolo con una grazia che io ero in grado di fare meglio... be', uno così secondo me il manuale di marketing non l'ha manco mai sfogliato.
Ma passiamo alla trama, ché l'abito non fa il monaco, no?!
Dunque, questa è la seconda trilogia più veloce nel mondo delle trilogie, seconda solo alla trilogia della cera (ricordate, tre volumi in tipo due mesi e mezzo). Avevamo lasciato Hanna che si risvegliava dopo un incidente senza ricordare nulla degli undici mesi passati ma già indecisa tra due uomini: Max e Nate. Oh, manco il tempo di risvegliarsi dal coma che già sta tipa pensa a scopà (perdonate il francesismo). Comunque, tra un pensiero sconcio e l'altro, si è giunti al secondo volume dove non è successo una fava se non che Hanna si ritrova incinta ma non sa di chi – quando una è zoccola dentro, vedi che succede. In questo volume, invece, non accade quasi niente se non che Hanna ha partorito i figli (più de uno, vedi che fortuna. La gente ce mette mesi per rimanè incinta, lei in un attimo zaaac! parto gemellare) di Nate. Ma chi l'ha scaraventata giù dalle scale? Eh? Chi? E cosa è successo cinque giorni prima dell'incidente che ha causato una VORAGINE nella sua memoria? Seriamente, c'è scritto proprio voragine nella memoria sulla scheda, non scherzo. Comunque, dicevamo. Eh? Chi? Quali scale? Chi sono in realtà Max e Nate? Giacobbo ce faceva una puntata con tutte ste domande.

Per oggi è tutto, mi auguro che durante questa settimana non vi imbattiate in una tempesta di zirconi. Qualora, invece, vi interessi ricevere informazioni circa l'introduzione della specie "surfisti" nel litorale di Ostia, o anche in quello più vicino a casa vostra eh, non fatevi problemi. Ditemelo pure qui sotto, con un commento, ché se raduniamo le forze potremmo quasi andarli a rapire in California e trapiantarli nel litorale più vicino.

10 commenti:

  1. Uno spasso, davvero.
    E tra l'altro mi stanno facendo odiare abbondantemente la parola "sfumature".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahaha aggiungerei anche la parola "disastro", non ce la posso più fare xD xD

      Elimina
  2. Ma la faccia della tipa??!Ma è un manga??! XD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahaha vero?! Sembra di plastica, liscia e artificiale come quella di una Barbie ad altezza naturale. Una Barbie versione manga però.

      Ps: ho trovato Il palazzo d'inverno al Libraccio. Coff coff

      Elimina
    2. Giusto!!!Quelle bamboline rifatte..... buahhahaha

      p.s. Yeahhhhhhhhhhh!!!!!! *-* Ehm Ehm.

      Elimina
  3. Ho capito che leggerti, per me, è un po' come vedere Zelig, quando ancora faceva ridere (che ora non so manco più se esiste, ma di sicuro non mi fa più ridere). E sono felicissima che l'editoria italiana abbondi di copertine obbrobriose, così posso ridere di più. :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie cara, è un complimento bellissimo. Commozione.

      Elimina
  4. oddio la striscia rosa fatta con paint XD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dico, ti pare? Fino a qualche giorno fa credevo fosse solo uno sfottò dire che fanno le copertine con Paint, è evidente che mi sbagliavo. Lo usano davvero O.o

      Elimina
    2. Io comunque dopo aver visto questo tratterei paint con un po' più di rispetto :P

      Elimina