Mi piacciono le liste, mi sono sempre piaciute. Faccio la lista di tutto: dei libri da leggere, dei libri da leggere il prima possibile, dei libri da comprare, dei libri che è meglio prendere in biblioteca, dei film che voglio vedere, la lista delle cose che devo (ma più generalmente vorrei) fare il giorno dopo e la lista della spesa, ovviamente. Tecnicamente tengo anche un calendario, a volte, delle cose che devo scrivere sul blog. Ma solo a periodi alterni, non sono una persona molto ordinata e si vede. Soprattutto dal fatto che le liste, spesso, vanno un po' a farsi benedire, nel senso che faccio spostamenti o inserisco libri, film, oggetti e vabbè, so' fatta così.
Ma questo 2016 è stato l'anno dei nuovi inizi per me, d'altronde Rob Brezny me lo aveva anticipato, e quindi ho eliminato gente dalla mia vita, ne ho aggiunta altra, ho cambiato città (e Stato, posso dire), ho cambiato immagine profilo, mi piacerebbe cambiare anche questo spazio – ma non esageriamo eh coi cambiamenti.
E, nel delirio dei cambiamenti, vorrei seguire più le mie liste e diventare, magari, una persona più disciplinata. Nasce così 5 is megl che one che, come dice il sottotitolo, è il mondo secondo me. Saranno liste di 5 cose, 5 cose che preferisco ad altre. Argomenti disparati, come la puntata di oggi, ma normalmente incentrati su libri e film e film tratti da libri e serie tv e personaggi, scrittori, ambienti, citazioni, copertine.
Oggi parliamo delle 5 cose che mi piacciono della Spagna.
1. In Spagna la gente cammina.
Provengo da un paese – originariamente – dove camminare è tipo un'opera del demonio. Si fa tutto in macchina, ma proprio tutto. E dire che, comunque, non è un paese particolarmente grande. Certo, è in salita, ma non tutte le zone lo sono. In quel paese, in Sicilia, i marciapiedi sono quasi sempre vuoti, a meno che non si tratti di una festa particolare o alla gente sia permesso camminare perché ci sono le bancarelle, una processione o qualsiasi altra cosa. Quando camminavo semplicemente per andare al supermercato, la gente che mi passava vicino in macchina rallentava per capire se ero un essere umano o, che so io, il diretto discendente di Alien.
Poi sono arrivata a Roma, dove la gente cammina per disperazione o, se cammina per piacere, lo fa nelle strade del centro storico. La disperazione è dovuta, la maggior parte delle volte, alla impossibilità di prendere i mezzi pubblici. Delle volte aspettavo così tanto le condizioni ottimali per salire sull'autobus (tipo, non avere l'ascella di qualcuno poggiata sulla fronte, non reggersi alla cintola del vicino per rimanere in equilibrio e cose così) che, una volta preso, cominciavo a fare i calcoli: "cacchio, ho aspettato 45 minuti per salire su un autobus comunque molto pieno, devo coprire una distanza di 4 km. A piedi ero già quasi arrivata".
Qui i mezzi funzionano e anche molto bene, non c'è traffico e gli autobus passano ogni 7 minuti circa (dipende dalle linee), ma la gente comunque va a piedi. Perché? Perché ci sono degli spazi pedonali talmente tanto belli che viene proprio voglia di andare dovunque. A piedi.
2. In Spagna i libri hanno le copertine più brutte che in Italia.
Questo è meraviglioso, dico sul serio. Le copertine dei libri, di quasi tutti i libri, sono così brutte che è una gioia per i miei occhi. E non dico così per dire, per fare la ganza, perché mi sento l'esperta della copertina brutta – cioè, anche se sì, un poco lo sono –, ma lo dico perché è la verità. Basta andare su amazon.es e guardare le copertine dedicate alla Giménez Bartlett o quelle dei libri di Lorenzo Silva. Una cosa da far accapponare la pelle (e far tornare su gli gnocchi che me so' mangiata ieri).
Le uniche copertine belle sono quelle che si rifanno allo stile anglosassone – che non se sapranno vestì, ma a grafica so' messi meglio di qualsiasi Newton Compton dei miei stivali – e non sono, però, solo dei romance. Capita che qualche romanzo normale abbia una copertina molto bella. Capita di rado eh, ma capita.
I libri qui costano parecchio più che in Italia, a esclusione dei tascabili che, comunque, non sono tantissimi. Credevo non esistesse un posto con i prezzi più alti che in Italia e invece, gente, c'è: è la Spagna. Se poi vuoi leggere in catalano, fai prima a spararti ché c'hanno dei prezzi allucinevoli. Parliamo di brossure di non eccelsa qualità a 19 euro che, raga, vi giuro che 19 euro per una brossura del cacchio con quelle copertine oscene... È praticamente un furto.
E comunque, nonostante questo, in Spagna si legge più che in Italia. Vedo un sacco di gente leggere o camminare con un libro in mano.
3. Gli spagnoli sono gentili.
Non parlo ancora bene spagnolo, diciamo che tento di esprimermi nel miglior modo possibile. Lo studio da troppo poco per essere spedita e la timidezza mista alla vergogna mi frenano parecchio. Nonostante questo, cerco comunque di sforzarmi il più possibile per sentirmi vicina alla gente, alla loro lingua. E quando qualcuno mi chiede qualcosa, un'informazione, mi scuso sempre per la mia poca dimestichezza. E loro, gli spagnoli, ti sorridono, ti dicono di non preoccuparti, che parli bene e lo fanno con un tono di voce che scalda il cuore. In generale, gli spagnoli sono gentili, sono accoglienti, sono persone calde. Lo sono anche i catalani, a loro modo. Certo, se dimostri loro di essere straniero ma comunque intenzionato almeno ad apprendere il catalano, sono molto più che disponibili. Ieri, ad esempio, mi trovavo in un negozietto che stava svendendo la roba perché è prossimo alla chiusura e il signore alla cassa mi ha chiesto, in catalano, se avevo bisogno di una borsa. Ho risposto che mi dispiaceva, ma che al momento non parlavo ancora il catalano. E lui si è illuminato, a quel "non lo parlo ancora" si è lasciato andare con un sorriso smagliante, domandandomi di dove ero, da quanto tempo vivevo qui, dicendomi che, per gli italiani e i francesi, il catalano è una passeggiata. Ora, non sono certa che sia davvero una passeggiata impararlo – soprattutto per la pronuncia –, però a leggerlo sicuramente sono in grado.
E niente, un sorriso e una breve chiacchiera da parte di uno sconosciuto sono sempre ben accetti.
E niente, un sorriso e una breve chiacchiera da parte di uno sconosciuto sono sempre ben accetti.
4. Passeig de Sant Juan.
Ne ho parlato nel post su Barcellona che ho scritto per Ophelinha, un viale alberato talmente bello da togliere il fiato. Se dovessi scegliere, direi che Madrid mi piace più di Barcellona perché... Non lo so perché. Forse perché ho dei bellissimi ricordi legati a quella città – e quest'anno se ne sono aggiunti di nuovi e altrettanto belli, devo ammettere –, forse perché mi fa sentire a casa, forse perché Madrid mi fa sentire un po' in Italia ma in modo migliore, non lo so. Forse perché a Madrid puoi non essere nessuno, ma non sentirti mai solo.
Di Barcellona però mi piace un po' l'aria di provincia, le strade che percorse ti fanno sentire in una città ma anche in un paese, la tranquillità della gente che va in bicicletta o sugli skates, la spensieratezza di chi decide di leggere un libro su una panchina. E Passeig de Sant Juan è tutto questo, triplicato per mille. Su Passeig de Sant Juan è sempre domenica, anche di mercoledì mattina.
Ci sono sempre anziani che giocano a bocce, bambini nelle aree giochi, cani che scodinzolano ai padroni, donne incinte che si rilassano al sole. Su Passeig de Sant Juan c'è la fontana di Cappuccetto rosso, ci sono i palazzi in stile liberty, c'è la pista ciclabile, c'è una bolla di tranquillità e spensieratezza che non scherzo affatto quando dico che commuove.
5. La lingua.
C'è chi dice che l'inglese è una delle lingue più musicali al mondo. E forse un po' è vero, escludendo l'italiano perché, va', io lo parlo e quindi non so come suona alla gente che, invece, non lo capisce. Dicono, però, che l'italiano sia bello da ascoltare, perché sembra che gli italiani cantino quando parlano, che la massiccia presenza di vocali renda il suono molto musicale. Gli spagnoli, invece, dicono che l'italiano è divertente, perché ha un sacco di i. Un po' semplicistico da dire, forse, considerando il fatto che abbiamo tante i perché con la i ci costruiamo i plurali.
A me, invece, è sempre piaciuto lo spagnolo. Quando, a Roma, mi capitava di beccare un gruppo di spagnoli, stavo sempre lì a origliare, cercando di captare spezzoni di frasi, parti del discorso. Trovo lo spagnolo più bello parlato da un uomo che da una donna e questo probabilmente perché mi piace il suono e se lo aggiungo a un uomo di bell'aspetto, be', questo rende la cosa terribilmente attraente. L'abbondanza di s, seppure facciano dello spagnolo la lingua più simile al serpentese che esiste, mi piace in particolar modo. Il mio, ovviamente, non può che essere un parere semplicistico, proprio come quello che loro hanno sulla lingua italiana. Il suono della s, della z e della c spagnola sono una delle cose più morbide che io abbia mai sentito. La lingua, il loro modo di parlare e, soprattutto, di raccontare, mi piace. Un sacco. Mi avvolge totalmente, molto più di quanto possa fare l'inglese americano – che, comunque, è la mia seconda lingua preferita.
E niente, insomma, ragazzo di bell'aspetto spagnolo che mi stai leggendo, fatti avanti ché hai grandissime possibilità.
Molto carina questa nuova rubrica e molto interessante questo post in particolare. Mi piace un sacco sentirti raccontare della tua nuova avventura spagnola: sono stata a Barcellona per la prima volta a maggio e purtroppo ho visto un millesimo di quanto avrei voluto, mi stai facendo venire coglia di tornarci :-)
RispondiEliminaAh, la mia avventura spagnola! Spero, vivamente, che non debba tristemente finire a breve a causa della mia incapacità di trovare lavoro. Ci si prova, con tutta la forza e l'ottimismo – ormai quasi esaurito – possibile. Se ti capita, fai un salto anche a Madrid! :D
EliminaTi piacciono gli ospiti abusivi in casa tua?
RispondiEliminaNo, perché arrivo, eh.
Ti aspetto, sallo!
EliminaBellissimo questo post :) Tanti auguri per la tua avventura spagnola!
RispondiEliminaGrazie Alessandra ^^
Eliminaohhh ma che bellezza *_*
RispondiEliminaquesta rubrica mi piace, i tuoi racconti sulla spagna mi piacciono e credo proprio che, se mai mi capitasse di andarci, mi piacerebbe anche la spagna ♥
Sì, la Spagna ti piacerebbe :) Moltissimo anche.
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