lunedì 31 ottobre 2016

Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo 31 ottobre – 6 novembre


Buongiorno!
In questi giorni sono tipo in mezzo a una tempesta ormonale e mi succedono cose che non riesco a controllare e, soprattutto, mi passa il tempo come fossi a bordo di una specie di macchina del tempo super veloce. Oggi è lunedì, domani già venerdì. Non capisco come sia possibile ma va bene così (cioè, anche no, ma che posso fà? Il rallenty nella vita reale non esiste, ahimè).
Cerco un modo per evitare che i giorni mi sfuggano di mano, suggerimenti? Trucchi? Atteggiamenti che voi mettete in atto? Tra l'altro, con la scusa della macchina del tempo super veloce, me se sporcano subito i capelli e fà lo shampoo è una delle cose che io ho sempre odiato, soprattutto a causa della mia incapacità di asciugarli in modo decente: ergo ho sempre dei capelli terrificanti. Per cui, ecco, 'sta cosa tocca risolverla che se c'avessi dei capelli orrendi ma non lavati un giorno sì e uno no starei meglio emotivamente, almeno lo shock della capigliatura obbrobriosa ma appena lavata non sarebbe ogni 36 ore circa. Insomma, se c'avete dei modi per evità tutto questo fateme un fischio.
Ma adesso andiamo a vedere cosa l'editoria ha in serbo per noi questa settimana, ché dei miei capelli abbiamo già parlato abbastanza.

Premesso che il tipo di inquadrature che mi fanno sentire una formica nel mondo degli umani non me so' mai piaciute, permesso che il verde bile dopo una serata brava tra fiumi di alcol è il colore più brutto ever che abbia mai visto e premesso anche che la gente in pigiama nei parchi mi fa sempre domandare se ci sia centro di detenzione per serial killer nelle vicinanze... Ecco, premesso tutto ciò, mi sento di dire che questa copertina mi fa esperire stati di scomoda e maleodorante aerofagia acuta. 
Perché, dai, che so' 'sti contorni tagliati con l'accetta? La faccia di lei pare non avere un profilo vero, essù. 
E a noi ci sta bene tutto, veramente, ormai ci siamo abituati al peggio – e voi, forse, pure più di me – ma la totale assenza di contorni smuove sempre qualcosa di brutto e cattivo dentro di me. Sarà che una vita da blogger molto miope mi fa essere particolarmente sensibile all'assenza di contorni nella vita reale e, quindi, quando vedo che questi mancano anche nella vita non reale mi sento un po' morire, ma per favore, per favore gente, ribelliamoci a questo scempio. Miopi di tutto il mondo, uniamoci contro la mancanza di contorni anche nelle copertine!
E poi vorrei capire come fanno a piovere petali di papavero dal cielo. Le ipotesi possono essere due: lei strappa i papaveri e come una deficiente se li lancia addosso (quanti anni hai, ciccia? Cinque?) oppure è chiaramente una delle Piaghe d'Egitto che è sfuggita alla Bibbia. E se è così, ragazza, io me preoccuperei che come minimo quei petali so' acidi e, se ti cadono in faccia, diventi una lebbrosa in meno di un nanosecondo. Poi ti si comincia a sciogliere la faccia, si presentano bubboni purulenti, in un momento arrivano tizi incappucciati che te portano al lazzaretto più vicino a casa e muori in solitudine sperando che nessuno si ricordi di te come l'untrice maledetta. La scheda non getta luce sulla pioggia acida di papaveri, ma ci dice che L'anno dei fiori di papavero narra la storia di Nicole, cresciuta da una madre single che si è sempre rifiutata di parlarle del padre, che rimane incinta e il fidanzato, scoperta la lieta novella, la abbandona soprattutto perché scopre che il bambino ha una malformazione cardiaca. Ora, d'accordo, non sei rimasta con la faccia liquefatta dalla pioggia di papaveri però, tesò, un po' di sfiga te l'hanno portata. Lo vedi che è una delle nuove Piaghe d'Egitto? Io, senza sapè niente, t'avevo avvertita. Il tuo lui, comunque, è un simpaticone, non c'è che dire.

Una bella scala a chiocciola che ti fa vomitare l'anima dopo la terza curva (che poi, non so se avete notato, ma è infinita, non c'ha manco una piazzola di sosta... Cioè, sta tizia è un miracolo se non è morta dopo aver salito tutte quelle scale! Io sto al quarto piano senza ascensore e ogni volta che penso di dover tornare a casa, soprattutto con la spesa, mi viene da piangere)... Dicevamo, una bella (e comoda!) scala a chiocciola da salire in mezzo al muschio e alle piante. Me dà l'idea di un posto poco umido, dove non c'è alcuna possibilità di farsi venire l'allergia in primavera, no?
Che poi, un secondo, ma la nostra amica sta salendo o sta scendendo? Vuoi vedè che il nostro caro grafico ci voleva quasi che fare una citazione di quelle culturali e c'ha messo di mezzo Escher? Sono quasi commossa, soprattutto perché la tizia a 'sto punto, facendo la scala che non sale e non scende, sarà tipo sudatissima e non può manco togliersi il mantello che poi non sa 'ndo metterlo. 
Perché, io non so se v'è mai successo d'annà a un concerto in pieno inverno tipo al Palalottomatica, che fuori ci stanno meno diciotto gradi poi entri e ce ne stanno invece 180, con la condensa del sudore della gente che è morta lì dentro, cercando di raggiungere la prima fila. A me è successo, e ve giuro che il cappotto non sai 'ndo metterlo, dopo un po' te pesa come se stessi a saltà con un sacco di patate di 8 kg attaccato al braccio. E quindi io la tizia qui la capisco, che sale e scende col mantello, che non sa dove metterlo e che sta sudando copiosamente. Tesò, quando raggiungerai la meta fatte 'na doccia, te prego, e coprite che te prende un coccolone. La scheda, vi tranquillizzo, non ci dice niente sull'eventuale polmonite de 'sta povera disgrazia, ma ci dice solo che Rachelle combatte creature teribbili, che è al servizio del Regno, che c'ha un sacco di problemi, na vita dedicata al lavoro e poi non c'hai manco la pensione o no stipendio decente. Rachelle, te capisco amica, ma che vuoi farci? Ce semo passati tutti, pur'io che ho cominciato a lavorà con uno stipendio di 175 euro. So' con te, resisti e tieni duro. E mettiti la canottiera sotto, che poi te se scoprono i reni e non c'hai giorni de malattia col contratto a progetto, poi sennò te dicono che pòi tranquillamente lavorà da casa con la febbre a 40 e il bocchettone pe' l'ossigeno.


Per questo lunedì è tutto, vi auguro infinite piogge acide e fiatoni da scale infinite. Alla prossima settimana, abbraccioni!

1 commento:

  1. Questa volta, le trovo meno brutte del solito.
    Prima della dua (sempre mitica) disamina, infatti, ero passato oltre queste copertine senza neanche bestemmiare, pensa te. :)

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