lunedì 9 luglio 2012

Recensione: Il canto della Notte

Autore: Camilla Morgan Davis
Titolo: Il canto della Notte
Prezzo: 17 €
Editore: Zero91
Pagine: 304
Il mio voto: 1 segnalibro

Trama

“Il mondo, molto tempo fa, si è diviso nel mondo che gli umani riescono tuttora a vedere e in quello che ha finito nel sottrarsi alla loro vista senza che se ne rendessero conto. Sicuramente tutti gli animali conoscono questo mondo. Soprattutto i lupi.” È una giornata qualunque. Il sole è alto nel cielo. Gli umani si svegliano, chi si prepara per andare a scuola o chi al lavoro e fra questi molti credono di essere i soli a dominare la terra. Non molto lontano da loro si muovono altre creature dall’aspetto umano, ma che sanno richiamare su di loro l’anima dei lupi: sono licantropi, muta forma. In un paese pressoché sconosciuto del Piemonte risiede una comunità che apparentemente si occupa del recupero di ragazzi difficili e talvolta orfani. È così, ma i ragazzi, così come gli educatori, sono tutti uomini lupo. Maila è una di loro, ha diciotto anni, si veste di nero, ordina scarpe e libri da Internet e fa esperimenti con erbe, fiori e piante. Non parla volentieri con gli alti, a differenza loro vive con conflitto la sua natura; spesso vorrebbe essere una ragazza normale, ma le è concesso tutto tranne questo. Anche per lei, come per gli umani, la giornata che sta avendo inizio sembra comune, ma non è così. La quiete del paese è interrotta: due grossi lupi aggrediscono un uomo del posto. Da quel momento per Maila tutto cambierà: le apparirà uno strano segno sul petto, incontrerà un ragazzo dal nome misterioso e dovrà salvare la sua gente dall’attacco degli Artigli Rossi, un gruppo di licantropi assettati di odio e carne. Ed eccola Maila, in viaggio fino agli Alti Tatra, accompagnata da Othar, un valoroso guerriero. Riuscirà a portare la testa del capo dei nemici nel regno sotterraneo di Ayta, il luogo di confine fra la vita e la morte, in cui i lupi accompagnano le anime dei defunti nell’aldilà? 

La mia recensione

Neve friabile, polvere viola e mani morbide come il latte

Ho acquistato questo libro perché attratta dalla trama, dalla copertina, dai commenti estasiati presenti su aNobii. Per una volta mi sono voluta fidare. 
Chi mi conosce anche solo un po' lo sa già: solitamente non leggo autori italiani. Anzi, se proprio vogliamo essere precisi, li evito come la morte. Sì, lo ammetto: sono diffidente verso gli scrittori italiani. Soprattutto verso gli scrittori di fantasy o urban fantasy. Preferisco, e non è un segreto, la letteratura americana. La trovo più snella, meno pretenziosa e arrogante di quella italiana. 
Il canto della Notte parte da un'idea che, seppure non mi piaccia per niente, avrebbe potuto essere sviluppata in modo meno macchinoso, più rilassato e, soprattutto, meno confuso.
Lo stile narrativo è poco fluido; il lettore inciampa spesso nella lettura perché mancano, praticamente quasi del tutto, i dettagli descrittivi delle situazioni. Mi riferisco ai repentini cambi di scena, di luogo, di punti di vista narrativi senza che questi vengano giustificati o, almeno, accennati. Questo, però, non spiega la mia valutazione negativa. Infatti, purtroppo, ci sono diverse altre mancanze.
Che vuol dire, ad esempio, che Maila è stata in grado di entrare nell'ombra di un insetto e grazie a questo è riuscita ad uscire dalla prigione in cui si trovava? Entrare nell'ombra di un insetto? Ma come? Fisicamente? Con la mente? Ha posseduto l'insetto? Ha una sorta di potere per il quale possiede gli animali, le cose, le persone? Non ci è
dato sapere. Ho come l'impressione che, per far sì che la storia risultasse poetica ad ogni costo, l'autrice si sia concentrata maggiormente nel trovare similitudini al limite dell'assurdo piuttosto che fare più attenzione a certi dettagli. Non ho letto altri libri della stessa casa editrice, non so quindi il lavoro di editing delle opere pubblicate come è stato svolto ma, posso dire con certezza, che questo libro l'editing l'ha visto da molto molto lontano. Porto un esempio: "Di tanto in tanto ripensava a quanto accaduto quasi vent'anni prima, ma allontanava il pensiero come si schiaccia con il tacco delle scarpe un lurido scarafaggio che non merita altro che un'atroce morte." Questa frase che, tra le altre cose, presenta una delle similitudini che piacciono molto all'autrice, è poco leggibile, non è scorrevole. È, anzi, sgradevole da leggere. Come questa, purtroppo, ce ne sono molte altre. Sembra, a volte, che il romanzo sia frutto di una pessima traduzione dall'inglese. Come se qualcuno, con una conoscenza media della lingua inglese, abbia fatto un pessimo copia e incolla tra frasi tradotte letteralmente con il dizionario e frasi tradotte da Google Translate.
Per non parlare, poi, delle similitudini di cui ho parlato qualche riga fa. Purtroppo, ma forse è solo un problema mio, non le ho trovate "incantevoli, magiche, suggestive" così come molte lettrici hanno scritto su aNobii. Porto degli esempi, così da non sembrare esagerata o polemica:
 -"Voleva ascoltare la voce di Ren, che quando non parlava con fare ostile le sembrava morbida come una mano immersa nel latte." 
-"[...]splendeva nel buio come un'unghia aggrappata al candore misterioso della notte." 
-"Occhi che rivelavano l'amore cullato come una fragile conchiglia cresciuta sopra un albero." 
-"Le lacrime pizzicavano, rassomigliavano a piume di angeli cadute ai suoi piedi."
Morbida come un micio, come il pelo di un cane, come un bambino, un cuscino, del cotone, un orsetto lavatore, morbida come il pane in cassetta, come una sciarpa di lana, una torta appena sfornata, come un coniglio o una pecorella. Come tutto quello che vuoi. Ma come immersa nel latte, giuro, non l'avevo mai sentita. E potrei continuare all'infinito senza riuscire a trovare queste descrizioni, similitudini, frasi, parole suggestive, magiche, poetiche, affascinanti.  
La storia narrata non mi ha coinvolta particolarmente. L'inizio del romanzo mi ha ricordato in modo molto nitido Bitten di Kelley Armstrong e questo non ha certamente giovato all'opinione, già non proprio positiva, che mi ero fatta anzi, l'ha forse un po' peggiorata. Non ho pubblicato sul blog la recensione che feci di Bitten perché, forse, mi sono un po' lasciata andare con i commenti acidi. Basta che sappiate, comunque, che su una scala che va da 0 a 10 il voto che ho assegnato a Bitten corrisponde esattamente a 2,45. 
Inoltre, proprio come in Bitten, i personaggi, nonostante le oltre 300 pagine, risultano poco approfonditi e quasi privi di spessore psicologico. Non si sa niente di nessuno di loro, delle loro caratteristiche di personalità. Niente, se non i loro nomi.  Non credo leggerò il secondo volume della trilogia, mi auguro però che ne Il canto delle Ombre il lavoro di editing sia stato fatto con più attenzione.

4 commenti:

  1. non sono una fan dei lupi, per questo motivo lo avevo scartato a priori. mia mamma ha iniziato a leggero sull'ebook e l'ha abbandonato. brutto segnale! quindi la tua recensione -bellissima- conferma ciò che sospettavo. Bitten me l'hanno regalato quindi penso che lo leggerò..non so ancora quando ma ti farò sapere la mia opinione!

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    1. Sono curiosa di sapere se Bitten a te piacerà. Ci conto! ^^

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  2. >>-"Occhi che rivelavano l'amore cullato come una fragile conchiglia cresciuta sopra un albero."

    Cosa?! xD
    Della Zero91? Sbalordisco e rimango basita ò_ò Pensavo fossero molto più attenti all'editing...

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    1. Guarda, le similitudini l'editor potrebbe anche non correggerle, magari piacciono (a qualcuno son piaciute per avere la media di 4 stelle su aNobii). Ma alcune frasi sembravano appena uscite da "C'ho rabbia in me" e "C'ho i pugni nelle mani". Tremendo.

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