Ho rimandato la scrittura di questo post il più possibile. Non per un
motivo in particolare, ma per una sorta di malessere generale che poco
ha a che fare con il blog in verità, ma è piuttosto una situazione della vita reale che mi causa malumore e malessere. Malumore che mi fa essere apatica e veramente veramente ma veramente acida.
Il fatto è che il blog, ultimamente, mi sta stretto. Lo
vivo come un peso insormontabile, tenerlo aggiornato equivale a una
costrizione, non ho più l'entusiasmo che avevo prima. So che dipende da
altro, questa mancanza di entusiasmo, complice anche il fatto che leggo
libri imposti da settembre e che da dicembre ad adesso di belli ne ho
letti davvero molto pochi. Passerà, mi auguro. E se non dovesse passare vorrà dire che mi prenderò una lunga pausa anche se so che le pause non portano quasi mai a niente di buono. Ma, siamo qui, mi sono fatta violenza, ecco la recensione di Non siamo più noi stessi di Matthew Thomas.
Titolo: Non siamo più noi stessi
Autore: Matthew Thomas
Editore: Neri Pozza
Pagine: 640
Prezzo: 19,50 €
Il mio voto: 4 piume
Trama
Non siamo più noi stessi racconta la storia struggente di Eileen Tumulty, figlia di immigrati irlandesi del Queens, che da sempre sogna un futuro migliore, lontano dalla madre alcolista e dal padre operaio. Eileen sposa Ed Leary, uno scienziato serio e dai modi gentili che indaga gli effetti degli psicofarmaci sul cervello. Non le ci vuole molto per capire che Ed rinuncia volentieri a un lavoro meglio remunerato, a una casa più grande o a delle amicizie più stimolanti, per dedicarsi anima e corpo alla ricerca e all’insegnamento. Così, dopo la nascita del figlio Connell, Eileen decide che tocca a lei lottare per il benessere della famiglia. Risparmiando parte del suo salario da infermiera riesce ad aprire un mutuo per una casa a Bronxville, ma proprio quando finalmente il suo sogno sembra avverarsi, la famiglia viene messa a dura prova da un colpo del destino. Ed è qui che si aprono le pagine più straordinarie del romanzo di Matthew Thomas. Eileen Tumulty – come Olive Kitteridge – è un personaggio che il lettore non dimenticherà mai.
Balzato subito ai primi posti della classifica dei bestseller del New York Times, il romanzo d’esordio di Matthew Thomas è un magnifico affresco che ripercorre la vita di una coppia alle prese, dapprima, con il Grande sogno americano e, poi, con una malattia crudele che sembra voler cancellare i loro anni felici.Incensato dalla critica come uno dei libri più belli dell’anno, è una storia epica, coinvolgente e magnificamente scritta che, mettendo insieme una documentazione sterminata e una scrittura impeccabile, ci parla dei sogni, delle promesse mantenute e di quelle accantonate, e della lotta che ognuno deve compiere ogni giorno per dare un significato alla propria vita.
La recensione
Un romanzo la cui narrazione, malgrado il numero considerevole di pagine, parte come si trattasse di una raccolta di episodi della vita di Eileen, una bambina di origini irlandesi che, nell'America degli anni '50, vive un forte disagio: una famiglia debole e manchevole di affetto.
Si fa le ossa, Eileen, con un padre più preoccupato di ciò che la gente pensa di lui e del suo "personaggio", amato e stimato da tutti e soprannominato Big Mike dalla comunità di irlandesi trapiantati negli Stati Uniti, e con una madre anaffettiva e, purtroppo, alcolizzata.
Si fa le ossa, Eileen, combattendo con il forte desiderio di avere lei, un giorno, una famiglia normale composta da un marito che nutra per lei un amore onesto e sincero e da un figlio, che lei amerebbe senza remore. Si fa le ossa, appunto, e affronta la vita di petto.
Ormai una ragazza, incontra Ed – un docente universitario di origini irlandesi – e si innamora del suo modo di fare, del suo stare bene insieme a lui.
Da quel momento in poi, fino alla fine, il romanzo di Matthew Thomas smette di somigliare a un racconto e assume le sembianze di un vero romanzo americano la cui protagonista non è, come possa sembrare, una famiglia ma la vita. Uno spaccato reale della vita di due persone, così diverse tra loro ma che, comunque, si impegnano a stare insieme e a far funzionare le cose.
Coerentemente con quanto subito da piccola, Eileen si trasforma e, da ragazza irlandese di provincia, diventa una donna insoddisfatta appartenente alla middle-class americana: ossessionata dal sogno americano, dalla grande casa situata in un quartiere perbene, con una punta di razzismo misto a snobismo tipico delle donne di Wisteria Lane. Questa perenne insoddisfazione, questo correre dietro a qualcosa di "migliore" senza accontentarsi mai, mi ha indispettita e, alcune volte, profondamente infastidita. Un personaggio che, ammetto, non ho gradito in particolar modo anzi, in alcuni punti della narrazione l'ho quasi sofferto.
Ed, di contro, mantiene un certo garbo e un aplomb da marito perfetto che, quando questo atteggiamento comincia a venir meno, si sospetta subito ci sia qualcosa che non va. Come, effettivamente, è. Un malessere che, se Ed vuole fingere di non scorgere, è invece palese sia a Connell, il loro figlio adolescente, che al lettore. Anche se non a Eileen.
Il libro, però, a questo punto prende una direzione diversa e con esso lo fanno anche i personaggi. La protagonista non è più la vita di una famiglia, ma la malattia progressiva di Ed e l'effetto devastante che ha su Eileen e Connell. Questa è la parte, insieme all'inizio, che mi ha fatto rivalutare tutto il romanzo.
Parole commoventi, scene che mi hanno riportato alla memoria qualcosa che ho vissuto quando ero più piccola e che credevo di aver dimenticato.
Ho trovato diverse parti eccezionalmente toccanti e, delle volte, alcuni passaggi erano così dolorosi (come, ad esempio, la festa di Natale in casa di Eileen) che il mio cuore non ha retto e ho pianto.
Credo che la parte iniziale, più o meno 150 pagine, e la parte finale (da poco più della metà in poi) siano ben raccontate, a dispetto di una parte centrale che invece è un po' povera, macchinosa e prolissa. Interessante e ben riuscito l'evolversi dei personaggi e la loro maturazione, in particolar modo di Eileen che, infatti, nell'ultima parte del romanzo si trasforma e riesce a scacciar via la sgradevolezza e l'antipatia che l'ha avvolta per tutta la parte centrale del romanzo.
I dieci anni e le numerose correzioni di Thomas temo che abbiano creato qualche problema perché, ogni tanto durante la lettura si ha la sensazione che cambi il PoV che, in verità, non dovrebbe esserci considerando che la storia è narrata in terza persona.
Nonostante tutto, comunque, è un libro che mi ha sorpresa e che, probabilmente, non dimenticherò facilmente.
Ciao piccola
RispondiEliminaIl blog è un regalo che fai a tutti noi che ti leggiamo e non deve essere per te una costrizione ...
Prenditi i tuoi tempi
Non ci sono regole ...tranne quelle che tu ti dai ...è come te le dai ,puoi anche cambiarle
Sii spensierata ...almeno per il blog puoi esserlo
Lo so,parlo come una vecchia zia
Ciao
Grazie Maria, spero di abbracciarti sabato prossimo da Pallotta <3
EliminaAnch'io sono insoddisfatta di molti libri letti quest'anno.E li ho pure scelti io!
RispondiEliminaIl problema è che si pubblica troppo,almeno secondo me,e la qualità non corrisponde alla quantità.Spero tanto che il romanzo di cui parli emozioni anche me sia come contenuti che come scrittura.Ti ringrazio per la segnalazione.
Ciao!
EliminaAlmeno tu cerca di trovare un romanzo bello bello bello, io li leggo sotto "dittatura" (si fa per dire) ma tu che li scegli... Sceglili bene!
Sì, di questa cosa che si pubblica troppo e troppo poco bene, purtroppo, ne parlo spesso nei miei scleri sul mondo dell'editoria. Sono perfettamente d'accordo con te.
voglio leggerlo questo libro...mi ha incuriosito il giudizio 'diversificato' che ne fai...Anche io leggo molto...ma 'a caso' cioèmi lascio tentare dall'intuito,dalla storia,dalla biografia dell'autore....sopratutto da temi per me nuovi e/o poco esplorati..e...sono felice quando il libro ha tantissime pagine! così non finisce subito l'amico che tengo sul comodi9no...ciao! buon lavoro!
RispondiEliminaA dispetto della recensione alta-bassa e mezza confusa, consiglio comunque la lettura di questo tomo. Seriamente, alcune parti sono davvero molto toccanti, forse perché l'argomento non mi è nuovo, forse perché sono sensibile... Non saprei dirti. Però ecco, sì, se puoi leggilo. Poi mi dici che cosa ne pensi :)
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